…Pneumatico ovviamente. Proprio così, perché se è vero che “testa bassa e pedalare” sono atteggiamenti che in sella vengono naturali, è altrettanto vero che le gomme del proprio mezzo giocano un ruolo fondamentale affinché questi atteggiamenti si traducano in trasferimento di energia e quindi in performance. E la scelta del giusto pneumatico permette di allenarsi e pedalare al meglio in ogni circostanza.
Al giorno d’oggi è possibile acquistare bici con caratteristiche molto diverse tra loro.
Alcune sono rigidissime e nervose, pensate per ottenere le massime prestazioni, altre si distinguono per comfort e facilità di guida. Nel mezzo, poi, si trovano tanti compromessi.
L’animo di una bici è strettamente correlato alle caratteristiche del telaio ma il comportamento del mezzo è fortemente influenzato anche dai componenti utilizzati.
Alcuni incidono così tanto da modificare in modo importante, se non sconvolgere, la natura stessa di una bici. Le ruote, ad esempio, sono in grado di trasformare parecchio le prestazioni di una bici.
Ma esiste un altro componente connesso alle ruote, ma molto meno costoso, in grado di influire sul comportamento di una bici: i pneumatici. Perché a pedalare si fa fatica. Ma è fatica positiva, di quelle che caricano. E quando si pedala si vorrebbe ottenere sempre il massimo in termini di performances per grip, scorrevolezza e durata, avendo dei pneumatici antiforatura! Non è facile scegliere quello che riesca a massimizzare tutte le caratteristiche o scegliere i migliori in assoluto, ciò che possiamo fare è aiutarvi a capire meglio. Perché avere il pneumatico che si addice alle singole esigenze fa la differenza. Da loro dipende motricità, comfot, rendimento, aderenza e sicurezza. Sono l’unico punto di contatto con la superficie su cui ci si sposta pertanto la scelta di un nuovo set di pneumatici merita attenzione; è importante non dare il loro stato di salute per scontato.
Ma quali e come sceglierli? Tubolare, tubeless o copertoncino con camera d’aria? Quante volte ci siamo posti questa domanda, e quante discussioni animate sono partite durante i viaggi di andata e ritorno in macchina per raggiungere la partenza del lungo domenicale con gli amici della bici. Perché questo è argomento è quasi una fede religiosa, o addirittura politica. Proprio perché è difficile fornire una risposta certa e definitiva, poiché ogni tipologia di pneumatico ha pregi e difetti, e soprattutto perché è una questione soggettiva, il nostro intento non sarà dunque quello di fare cambiare idea a chi le idee le ha ben chiare, ma di provare ad analizzare in maniera imparziale le differenze e dare qualche consiglio in base alle singole esigenze in termini di prestazione.
TUBELESS VS COPERTONCINO
Il componente tubeless apre scenari diversi sia alla strada sia alla Mtb. La gomma tubeless non prevede l’uso della camera d’aria ma necessita, ovviamente, di una ruota specifica.
In pratica, si tratta dello stesso sistema utilizzato per i pneumatici delle auto e che si è ormai affermato da anni nella Mtb. Ma a tal proposito, l’argomento merita un approfondimento.
Se osservate gli ultimi modelli di ruote introdotte sul mercato dai principali brand, noterete che sono tutte, o quasi, tubeless o tubeless ready. Nel mondo delle bici da strada il tubeless ha fatto il suo timido ingresso ormai oltre 10 anni fa, senza riscuotere, a dire la verità, un grande successo.
E’ solo negli ultimi due anni che ha cominciato a diffondersi, probabilmente anche grazie ai miglioramenti tecnici che le aziende stesse sono state in grado mettere in campo. Ma capirete in seguito cosa ne pensiamo a riguardo.
In Mtb capita molto più spesso di bucare perché tendenzialmente si viaggia su superfici accidentate con tante asperità; spine e rovi che bucano la gomma sono le noti dolenti per chi pratica fuoristrada. In MTB la foratura più frequente è causata da spina, che generalmente rimane infilzata all’interno del copertone fungendo quasi da tappo; succede che la parte marginale del foro viene sigillata all’interno dal lattice che a sua volta viene spinto all’esterno dalla pressione della gomma e uscendo crea una specie di emulsione che asciugandosi funge da guarnizione. In questa condizione, quasi non ci si accorge di avere bucato: entra la spina, esce una “svampata” di lattice che sigilla e si va avanti a pedalare. Senza lattice ci si sarebbe dovuti fermare e cambiare la camera d’aria. In questo caso, il lattice rende la vita più facile. Attenzione però perché il buco che il lattice riesce a riparare ha un diametro ridotto. Se si taglia, il lattice non ripara. E allora si che diventa complicato uscire da una situazione del genere.
Nella foto qui sopra il dettaglio in evidenza. La rottura del deragliatore anteriore, in seguito all'inceppatura della catena sulla guarnitura, ha causato il taglio del copertone che era latticizzato; l'inserimento della camera d'aria ha, in qualche modo, risolto il problema.
Pertanto il consiglio è: se non sei agonista – dove sì il tubeless può fare la differenza in caso di foratura, permettendoti di proseguire la gara e portare a casa il risultato - ci sentiamo di suggerire a chi utilizza la Mtb copertone e camera d’aria. Soprattutto per questioni soprattutto di praticità.
Per gli “stradaioli”, la premessa per l’utilizzo del tubeless è che non si buca così spesso come nella Mtb, se buchi, nella maggior parte dei casi è colpa di detriti trovati sull’asfalto, spesso vetri che producono tagli di varia entità; questo aspetto sommato alla superiore pressione di gonfiaggio di un pneumatico da strada determina che, se buchi in corsa mentre la ruota sta girando a velocità elevate, il lattice fuoriesca improvvisamente sporcando telaio e “pilota”. Inoltre, in caso di foratura, non riparatosi autonomamente dal lattice, togliere e rimettere il pneumatico è più complicato e richiede maggiore tecnica e forza rispetto al copertoncino per via dello specifico disegno dei fianchi del cerchio e dei talloni delle gomme, pertanto la gomma latticizzata non risulta essere la soluzione più pratica.
La minore praticità è indiscussa. Montare una gomma tubeless non è difficile, ma richiede attrezzatura specifica e parecchia manualità in più rispetto al copertoncino. Inoltre, per far tallonare la gomma alle spalle del cerchio durante il primo montaggio serve un forte getto di aria a pressione, quindi non è possibile utilizzare una pompa tradizionale. Sarà necessario l’uso del compressore o di pompe specifiche con una camera di accumulo.
L’incognita lattice. Il tubeless prevede l’utilizzo di liquido sigillante che va “rabboccato” periodicamente per evitare che si asciughi. Il tipo di lattice utilizzato fa la differenza perché più il prodotto è rapido nell’essicazione, più ripara il buco rapidamente. Un lattice con caratteristiche di asciugatura rapida all’interno del copertone, allo stato liquido dura poco; lentamente tende ad asciugarsi costringendo a rabbocchi più o meno mensili che però, a lungo andare, portano a un aumento di peso della gomma. Un lungo periodo di inutilizzo del mezzo per altro, può portare alla perdita completa di pressione costringendo il ripetersi dell’iter di montaggio dall’inizio. Per questo, chi utilizza la bici da strada in modo saltuario, farà bene ad optare ancora per la camera daria.
Insomma, l’utilizzo della gomma latticizzata viene spinto forse più per le novità immesse dalle aziende a riguardo che per praticità e performance. Nonostante molti vedano sempre più capillare la diffusione del tubeless, ci sentiamo di spingere a considerare come soluzione più pratica: copertone con camera d’aria.
Analizzando i vantaggi del tubeless possiamo dire che la sua struttura e l’assenza della camera elimina quasi completamente il rischio di pizzicatura, evenienza molto frequente con le strade piene di buche. Innegabile poi l’effetto estetico della ruota che risulta decisamente molto piacevole. Inoltre, la particolare struttura della gomma tubeless permette di utilizzare una pressione inferiore rispetto al copertoncino migliorando il livello di comfort - influenzato dalla sezione e varia da modello a modello - e l’assorbimento delle vibrazioni provenienti dalla strada.
Il TUBOLARE
E’ una questione prestazionale. Con il tubolare, il rotolamento e il trasferimento della coppia motrice dalla ruota verso l’asfalto sono garantite in modo assoluto, rispetto a qualsiasi altra soluzione. E’ considerato il pneumatico da competizione per eccellenza e ancora oggi è la scelta preferita dai professionisti, anche per il risparmio di peso che l’abbinamento gomma+ruota garantiscono. Per il resto del mondo su due ruote risulta essere una soluzione complicata. Obiettivamente ingestibile.
Rispetto al copertoncino e al tubeless, il tubolare ha una struttura completamente chiusa (tubolare appunto) che dev’essere incollata alla ruota tramite mastice o nastro biadesivo. Anche la forma del cerchio, ovviamente, deve essere dedicata.
I vantaggi? La leggerezza indiscussa. Il peso ridotto rappresenta il principale vantaggio del tubolare, che lo rende così amato dai professionisti.
La leggerezza, in realtà, non è dovuta tanto al pneumatico in sé (un tubolare ha circa lo stesso peso di un tubeless ed è di poco inferiore all’insieme copertoncino + camera d’aria), ma all’accoppiata tubolare+ruota.
La ruota per tubolare, infatti, non necessita delle spalle laterali per la ritenzione di copertoncino e tubeless, poiché il tubolare viene direttamente incollato sul cerchio, e questo permette un grosso risparmio di peso a livello del cerchio. La differenza di peso tra uno stesso modello di ruota, montata con tubolare o tubeless/copertoncino, è spesso superiore ai 300 grammi.
La confidenza di guida. Il tubolare è incollato al cerchio e questo cambia comportamento e resa rispetto al copertoncino. E’ possibile gonfiarlo a pressioni più elevate, senza per questo perdere comfort e feeling di guida in curva, poiché non si verifica la deformazione delle spalle tipica del copertoncino.
Le noti dolenti del tubolare sono sicuramente la scarsa praticità d’uso e di montaggio.
Montare un tubolare richiede competenza, per questo anche i ciclisti più esperti spesso si rivolgono al proprio meccanico di fiducia. Il lavoro va fatto bene, sia per non impiastricciare gomma e cerchio, sia per evitare rischi durante la pedalata. Il limite principale, però, è rappresentato dalla scarsa praticità in caso di foratura. Il tubolare di ricambio è ingombrante e quasi nessuno è disposto a portarselo dietro.
Si può ricorrere alle bombolette di gonfia e ripara, ma se il taglio è troppo grosso si rimane a piedi e non resta che chiamare a casa.
Anche il costo non volge a favore del prodotto. Il costo è nettamente superiore rispetto a copertoncini e tubeless, con cifre che spesso superano i 100 euro l’uno. Il vero problema, poi, è che in caso di foratura non si può semplicemente cambiare la camera d’aria, ma va direttamente buttato il pneumatico.
Insomma, è la scelta perfetta se fate uscite brevi ma intense, se la velocità è il vostro pane quotidiano, se dovete fare una granfondo o una qualsiasi gara amatoriale.
IN CONCLUSIONE
Tutti quelli che macinano chilometri su strada la scelta copertoncino+camera d’aria è vincente.
Il mondo del ciclismo su strada è piuttosto restio ai cambiamenti e alle novità (come sta succedendo per il freno a disco), richiedono tempo per affermarsi, soprattutto tra i professionisti.
Insomma, quale sarà il pneumatico più diffuso in futuro? Se il tubolare, come oggi, resterà una scelta di nicchia destinata ai Pro’, agli agonisti evoluti e ai “grammomaniaci”, per il resto del popolo in sella difficile da dire, e anche se la maggior parte degli indizi portano in direzione del tubeless, noi ci sentiamo di affermare che il copertoncino+camera d'aria rimane la scelta più adatta per chi si avvicina alla bici per la prima volta, per chi non ha grande manualità e va in bici solo in modo occasionale, per tutti coloro che macinano chilometri e si sentono "Pro’ dentro", per chi mira a una comodità basata sulla praticità, come ad esempio cambiare il pneumatico montando quello più appropriato alle condizioni meteo, o a seconda che si esca per un allenamento o per una gara.
E se siete un mix di tutte le categorie?
Semplice: una coppia di cerchi per copertoncino e una per tubolari, così potrete decidere giorno per giorno.
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