Il Mondiale dei fenomeni vede un azzurro opaco: Ganna salva il bilancio, Venturelli unica luce tra le ragazze

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Il Mondiale dei fenomeni vede un azzurro opaco: Ganna salva il bilancio, Venturelli unica luce tra le ragazze

La rassegna iridata di Glasgow è stata al di sotto delle attese per la nazionale, in particolare per la pista femminile e le prove su strada. Da Van der Poel a Pidcock, da Kopecky a Dygert e Ferrand-Prevot, lo spettacolo non è certo mancato.

Un “Super Mondiale” in tutti i sensi, anche per i fenomeni che hanno vinto nelle gare più attese.

Sì, Glasgow 2023 non ha deluso le attese e ci sentiamo anche di dire che la distribuzione degli eventi, nonostante la complessità di assegnare 200 maglie iridate in soli 11 giorni tra tutte le discipline del ciclismo (cross escluso), sia stata buona soprattutto a livello televisivo, mentre in termini sportivi certamente si poteva fare qualcosa di meglio tra pista e strada per gli uomini, con l'anomalia della gara dei pro anticipata alla prima domenica che ha escluso alcuni dei possibili protagonisti, Ganna e Milan in primis.

I primi campionati del mondo multidisciplina, che rivedremo nell'anno pre olimpico del 2027, in Alta Savoia, sono stati bellissimi soprattutto per i campioni che li hanno onorati visto che, salvo rare eccezioni, hanno vinto fuoriclasse assoluti delle rispettive specialità.

La regina di Glasgow è senza dubbio Lotte Kopecky, tre volte medaglia d'oro (e con un bronzo) tra pista e strada, coronando un percorso eccezionale con la maglia più importante, nella gara su strada che ha chiuso ieri i Mondiali. Al fianco della belga, però, c'è la bellissima rinascita di Chloe Dygert, con la statunitense che si è ripresa il titolo mondiale dell'Inseguimento individuale nel velodromo dedicato a Chris Hoy e poi quello a cronometro, quasi 3 anni dopo il gravissimo infortunio di Imola. Come non citare Pauline Ferrand-Prevot, capace come nel 2022 di firmare la doppietta short track-cross country in MTB, da assoluta dominatrice.

E tra gli uomini? Il sogno iridato è diventato realtà per Mathieu Van der Poel, il modo in cui ha vinto il Mondiale su strada, nonostante la successiva delusione in Mountain Bike, non può che mettere l'olandese tra i grandissimi protagonisti di Glasgow, assieme all'idolo di casa Thomas Pidcock, nuovo re del cross country piegando a duello il “GOAT”, Nino Schurter, ad un giovane fenomeno come il danese Albert Philipsen, juniores capace di vincere le gare regine su strada e in MTB, e all'unico vero “promosso” in casa Italia.

Filippo Ganna, infatti, ha sostanzialmente salvato il bilancio azzurro di un Super Mondiale comunque al di sotto delle attese, ad un anno dalle Olimpiadi di Parigi. Il fuoriclasse verbanese ha conquistato tre medaglie, in altrettante prove disputate, con un oro firmando un'impresa nell'Inseguimento individuale (che ha vinto per la sesta volta, sempre più nella storia della disciplina), e due argenti con il quartetto su pista e nel duello colossale con Remco Evenepoel a cronometro.

Difficile chiedergli di più, ben diverso il discorso per tutti i settori in generale. La pista è rimasta a secco con le ragazze, portando a casa altre due medaglie con i bronzi di Elia Viviani e Jonathan Milan, in specialità che non sono olimpiche (altro fattore da considerare). Tante le delusioni, da Fidanza (neppure troppo fortunata, va detto) a Paternoster, da Balsamo arrivata fuori condizione dopo l'infortunio al quartetto dell'Inseguimento, con il team femminile che difendeva il titolo 2022 e ha chiuso quarto.

Certo, nelle gare più importanti su strada le nazionali di Bennati e Sangalli non partivano in cima ai pronostici, in particolare con i maschietti, ma è evidente che il 10° posto di Bettiol e il 12° di Persico siano troppo poco. Le tre medaglie sono arrivate tutte a crono, con Federica Venturelli unico lampo azzurro tra le donne, visto che la giovanissima cremonese, già quarta nella prova in linea delle juniores, ha chiuso terza contro il tempo, mentre oltre all'argento di Ganna ecco la medaglia d'oro, la vera sorpresa del Mondiale italiano e tra le note più belle, di Lorenzo Milesi tra gli U23.

Il bergamasco ha poi chiuso 5° su strada, dove va rimarcata anche la buonissima gara di Juan David Sierra, che avrebbe meritato la medaglia tra gli juniores.

Undici le medaglie totali, con 2 ori e gli altri 9 piazzamenti divisi tra strada (3 allori, appunto), pista (quattro medaglie), BMX con il bronzo di Frizzarin tra gli jr e MTB con l'argento di Paccagnella nella stessa categoria dei più giovani, oltre a due podio nelle gare amatoriali di medio fondo.

Dal paraciclismo, invece, sono arrivate 19 medaglie con 7 titoli e il bilancio, ancora una volta, è molto buono considerata pure la crescita su pista, con quattro podi pur mancando l'oro.

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