Finale pazzesco al Tour Femmes, Niewiadoma trionfa per 4 secondi! Vuelta, che volata di Groves e Van Aert in rosso

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Finale pazzesco al Tour Femmes, Niewiadoma trionfa per 4 secondi! Vuelta, che volata di Groves e Van Aert in rosso

Clamorosa conclusione sulle rampe dell'Alpe d'Huez: Demi Vollering firma l'impresa, ma non riesce a conquistare la sua seconda maglia gialla per un soffio, con la stoica resistenza della polacca premiata. Realini da top 5. Alla Vuelta Espana, primo sprint e l'australiano rispetta i pronostici, con WVA secondo e nuovo leader. Polonia, è festa Visma con Kooij e Vingegaard, mentre il Giro di Danimarca è di Arnaud De Lie per 1" su Cort Nielsen.

Una tappa incredibile, la più bella nella storia del ciclismo femminile, probabilmente, e certamente in assoluto, Tour de France maschile compreso, la più emozionante del 2024.

La conclusione della Grande Boucle femminile ha regalato un “drama” pazzesco, grazie soprattutto ad una straordinaria Demi Vollering che, nonostante una condizione fisica non al top dopo la caduta di tre giorni prima che, di fatto, le è costata il bis al Tour, ha firmato una meravigliosa impresa in vetta all'Alpe d'Huez, stadio finale della 3^ edizione di una corsa che, dopo le olandesi con Annemiek Van Vleuten regina nel 2022 e appunto “Deminator” un anno fa, parla polacco.

Katarzyna “Kasia” Niewiadoma è riuscita a resistere per 4 secondi a Vollering, conquistando a 29 anni la vittoria più importante di una carriera ricca di piazzamenti, tanto che basti pensare come la punta della Canyon-SRAM, vincendo quest'anno la Freccia Vallone (sua seconda classica dopo l'Amstel Gold Race nel 2019), era tornata ad un successo dopo cinque anni di digiuno.

Kasia ha parlato di un disegno divino dietro a questo successo (dopo tante beffe per lei nel corso degli anni), e forse è davvero così visto che lei stessa ha ammesso come la sfortuna di Vollering sia risultata decisiva. Sfortuna, sì, ma anche una responsabilità enorme da parte della direzione di casa SD Worx, e di alcune stesse compagne della fuoriclasse orange: è sufficiente riascoltare le parole di Lorena Wiebes dopo la tappa di Amnéville, quando la sua capitana ha perso quasi due minuti per quel capitombolo a 6 km dall'arrivo e non è stata attesa, se non per un breve tratto da Mischa Bredewold (legata da un forte rapporto d'amicizia con Demi). “Ho visto qualcosa di giallo a terra”, aveva detto l'ex campionessa europea, che ha preferito tirare dritto per un 8° posto...

A Vollering non è bastato staccare tutte nell'ottava e ultima frazione, tranne Pauliena Rooijakkers, a 54 km dall'arrivo con un attacco coraggiosissimo negli ultimi km del Col du Glandon: le due olandesi sono arrivate a guadagnare quasi un minuto e mezzo sul gruppetto della maglia gialla, dove Niewiadoma, rimasta isolata visto che in casa Canyon-SRAM anche Bradbury non ha retto, ha trovato un aiuto chiave da Lucinda Brand che ha lavorato nei 15 km di pianura per Gaia Realini, riducendo a 40” il gap dalla testa ai piedi dell'Alpe d'Huez.

Rooijakkers, che in classifica si trovava pure 2” davanti a Vollering, non ha quasi mai collaborato con la dominatrice delle corse a tappe, cercando poi a poco più di 2 km dall'arrivo di staccarla per andare a vincere lei, clamorosamente, questo Tour. Il faro della SD Worx è riuscita a rispondere e sul rettilineo finale ha pure staccato di 4” la connazionale, vincendo la sua seconda tappa in questo Tour e poi attendendo per quel minuto eterno l'arrivo di Niewiadoma.

Un finale mai visto, pazzesco, con la polacca che ha dato tutto sino alla linea, pur anticipata da Muzic (terza di giornata) che le ha tolto 4 secondi di abbuono, concludendo a 1'01” e salvando così la sua gialla per 4”.

Gaia Realini, rimasta con le due sino ad un paio di km dall'arrivo, ha tagliato il traguardo quinta a 1'31” e la stessa posizione è dell'abruzzese della Lidl-Trek in una classifica generale che ha visto le prime tre in soli 10”, con Rooijakkers a sua volta ad un passo dal sogno, mentre Muzic ha terminato a 1'21” (con Realini a 2'19”). La maglia verde è rimasta sulle spalle dell'eterna e immensa Marianne Vos, la pois è andata a Justine Ghekiere, regina ieri della tappa di Le Grand Bornand, e quella bianca della miglior giovane a Puck Pieterse, in lotta per il podio sino alla tappa regina e che ha perso la top ten per un soffio, ma può sorridere eccome per una splendida Grande Boucle condita pure dalla perla di Liegi.

 

LE GARE MASCHILI

 

Dopo la cronometro inaugurale, ecco la prima tappa in linea della 79esima Vuelta Espana con l'atteso sprint, seppur preceduto da una caduta a 1,5 km che in parte ha condizionato il gran finale (dopo la lunghissima fuga di Maté e Ruiz in una frazione corsa a ritmi bassissimi anche per il forte vento contrario), sull'arrivo di Ourém.

Il grande favorito, Kaden Groves, ha subito timbrato per la sua Alpecin-Deceuninck rimontando un Wout Van Aert che, seppur costretto all'ennesima piazza d'onore, si consola conquistando quella maglia roja “costruita” con il terzo posto a crono, resistendo di misura a Corbin Strong (Israel), terzo. Il miglior italiano, Filippo Baroncini in decima posizione.

Il belga della Visma Lease a Bike, che ha vissuto una giornata agrodolce con il ritiro di un gregario chiave come Dylan Van Baarle, caduto al rifornimento, guida ora la generale con 3” di margine sull'ex leader Brandon McNulty, prima di un'altra probabile volata lunedì, al termine della Lousa-Castelo Branco (191 km), terza e ultima tappa in territorio portoghese.

E' terminato in questa domenica l'81° Giro di Polonia, rimanendo in ambito World Tour. A proposito di Visma Lease a Bike, è stata ancora festa grande per il team olandese con Olav Kooij che ha piazzato il bis (dopo lo sprint di Prudnik) dominando anche la volatona di Cracovia, davanti ai belgi Merlier e Thijssen, mentre Jonas Vingegaard e Wilco Kelderman hanno concluso al primo e al terzo posto della classifica finale. Tra di loro, un ottimo Diego Ulissi che ha due secondi posti di tappa, piegato solo da un super Thibau Nys (tris di successi per l'emergente belga della Lidl-Trek), e una piazza d'onore finale di prestigio a 13” dal campionissimo danese.

In casa Italia, da sottolineare pure il 7° di Edoardo Zambanini, dietro a Grégoire (4°), Sheffield (5°) e al compagno e capitano Mohoric, campione in carica del Polonia e alla fine 6°.

La conclusione del Giro di Danimarca, cinque tappe per la corsa categoria ProSeries, ha sorriso solo parzialmente ai padroni di casa: vittoria bis allo sprint per Tobias Lund Andresen (DSM-Firmenich), che all'arrivo di Gladsaxe ha battuto Enrico Zanoncello (VF Group-Bardiani CSF Faizané) e proprio quel Magnus Cort Nielsen che ha sfiorato il successo nella generale, arrivando ad un solo secondo da Arnaud De Lie.

Che brivido per il belga della Lotto-Dstny, che porta a casa la classifica finale grazie soprattutto agli abbuoni essendo stato anticipato dallo stesso leader della Uno-X nella tappa regina di Vejle, con altri due danesi, Foldager e Kragh Andersen, alle sue spalle al 3° e 4° posto. Ottavo Matteo Trentin, il migliore degli italiani.

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