Alaphilippe da leggenda: è bis mondiale a Leuven! Che delusione per il Belgio, Colbrelli 10°

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Alaphilippe da leggenda: è bis mondiale a Leuven! Che delusione per il Belgio, Colbrelli 10°

Come a Imola, il fuoriclasse transalpino se ne va negli ultimi 20 km e trionfa in solitaria: argento Van Baarle, bronzo Valgren, giù dal podio Stuyven, Van Aert e Van der Poel. L'Italia si deve accontentare solo di una top ten.

Semplicemente da leggenda. Julian Alaphilippe scrive la storia a Leuven, andando a prendersi in perfetta solitudine, proprio come a Imola 12 mesi fa, il suo secondo campionato del mondo consecutivo.

Un'impresa straordinaria, con la Francia che ha atteso per 23 anni un iride, dopo il titolo di Laurent Brochard a San Sebastian nel 1997, e nel giro di un anno ha festeggiato due volte con un campione assoluto, che arrivava anche a questa rassegna iridata in Belgio a fari spenti, non avendo brillato troppo dal Tour de France in avanti.

Oggi, però, Julian ha semplicemente dominato, forse ancor di più rispetto a Imola, staccando tutti a 17 km dalla conclusione e precedendo di 32 secondi una sorpresa come Dylan Van Baarle, d'argento per i Paesi Bassi, e Michael Valgren che regala un bronzo meritato alla Danimarca, beffando sulla linea Jasper Stuyven, rimasto giù dal podio dopo aver rincorso i rivali, lasciando di fatto Wout Van Aert nel gruppo alle spalle in compagnia di Van der Poel, Pidcock e la punta azzurra, Sonny Colbrelli.

Il “Cobra” ci ha provato a rientrare almeno nella lotta per il podio, sempre rintuzzato sino a doversi accontentare della decima piazza, appena davanti al grande deluso e principale favorito della vigilia, appunto WVA, e dietro a Van der Poel che si è piazzato ottavo, preceduto a sua volta da Powless, Pidcock (rincorsa tardiva per il britannico, peccato) e Stybar.

Una gara semplicemente bellissima, visto che a parte i 60 km in linea del tratto iniziale, è successo di tutto grazie anche e soprattutto a Remco Evenepoel: il baby fenomeno ha scatenato l'inferno, nella bolgia di un pubblico clamoroso (oltre un milione di persone in strada), proprio poco dopo la caduta che ha condizionato subito la corsa dell'Italia, con Trentin e Ballerini a terra.

Mancavano 180 km e il belga ha portato via una fuga con Cosnefroy e Cort Nielsen, prima che rientrassero tra gli altri Asgreen e Roglic, con gli azzurri che si sono incaricati dell'inseguimento con lo stesso Trentin a sacrificarsi assieme al “Ballero” (stoico nonostante i dolori alla schiena), De Marchi, Moscon e Ulissi. Quasi 50 km prima di chiudere, poi il Belgio ha preso in mano la corsa, ma ai -90 un altro gruppo di 11 ha dato vita all'azione preludio a quella poi chiave.

Evenepoel di nuovo davanti, dentro anche Bagioli, ma ai 60 km Alaphilippe ha acceso la bagarre vera sul Bekestraat: a quel punto, sono rimasti in 17 con tre azzurri dentro, il giovane valtellinese e il duo Colbrelli-Nizzolo. Evenepoel si è sacrificato completamente per Van Aert, mettendo da parte ogni tipo di ambizione e polemica, poi gli attacchi infiniti di Alaphilippe, tra cui quello risolutivo ai -17, appena prima che cominciasse l'ultimo giro. Nizzolo (alla fine 15°) si è messo a totale disposizione di Colbrelli, ma ormai non c'era più nulla da fare.

E l'iride di Imola si trasforma in quello di Leuven.

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