Alaphilippe e "un sogno che si avvera". Italia, delusione relativa: "Non abbiamo rimpianti"

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Alaphilippe e "un sogno che si avvera". Italia, delusione relativa: "Non abbiamo rimpianti"

Il Mondiale di Imola ha rispecchiato in pieno i valori in campo, ma quanta delusione nelle parole di Van Aert. Caruso e Nibali in coro: "Abbiamo dato il massimo".

Julian Alaphilippe, Wout Van Aert, Marc Hirschi. Erano i tre nomi indicati quali favoriti per il campionato del mondo su strada di Imola e, seppur con il belga in pole position alla vigilia e alla fine battuto, la sfida iridata odierna ha rispettato in pieno i valori su un percorso così esigente.

Chi è uscito dal Tour de France ha avuto qualcosa in più, visto che davanti il solo Jakob Fuglsang è riuscito a giocarsela senza aver disputato la Grande Boucle (e con un grande Giro d'Italia nel mirino del danese...), ma la maglia iridata di Julian Alaphilippe brilla davvero di luce propria e verrà indossata per un anno da un campione assoluto come il transalpino.

Un sogno che si avvera per il classe '92 di St. Amand Montrond, come ha confermato lui stesso nel post gara: “Non posso che ringraziare tutti i compagni di squadra e coloro che hanno creduto in me. Sono senza parole, non ero mai salito sul podio pur andando molto vicino al Mondiale. Questo è davvero un giorno da sogno”.

Dopo l'argento nella crono alle spalle di Filippo Ganna, per Wout Van Aert è arrivata un'altra piazza d'onore che lascia decisamente più amarezza all'asso belga, dominatore di un 2020 che non è riuscito a coronare con la maglia iridata: “Avevo le gambe giuste, ma non siamo riusciti a chiudere su Alaphilippe in cima alla salita”. Marc Hirschi, bronzo a 22 anni e 24 mesi dopo quel titolo mondiale tra gli Under 23, ha confermato una crescita fenomenale e si è detto molto felice “di aver lottato per un Mondiale assieme a tutti i big che erano lì. Mi dà tanta fiducia per il futuro”.

L'Italia di Davide Cassani non ha raccolto, dopo l'oro di Ganna e il bronzo di Longo Borghini, quella medaglia che oggettivamente era difficile pronosticare alla vigilia. E alla fine non c'è delusione nelle parole di Damiano Caruso e Vincenzo Nibali, le punte azzurre che se la sono giocata nel finale chiudendo rispettivamente al 10° e al 15° posto: “Abbiamo provato a fare qualcosa, ma contro il ritmo del Belgio era difficile – ha detto il corridore della Bahrain-McLaren già in top ten all'ultimo Tour – Su una salita finale così esplosiva, sapevamo che sarebbe stata dura, ma non abbiamo rimpianti”.

E anche Nibali, che da sabato prossimo comincerà la caccia al suo terzo Giro d'Italia, ha spiegato ai microfoni Rai di aver “provato ad anticipare il finale, ma in quel momento (l'attacco in cima al falsopiano della salita di Mazzolano, ai -20 km) Van Aert non ci ha creduto, anche se Alaphilippe e altri erano staccati”.

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