Cavendish fa 31 e scoppia in lacrime: "Molti non credevano più in me". Colbrelli: "Sciopero inutile"

Tredici anni dopo la prima volta, a cinque dall'ultima e per la 31esima volta in carriera, a soli tre successi di tappa dal recordman di ogni epoca, un certo Eddy Merckx...

Oggi Mark Cavendish ha scritto una delle pagine più belle della sua carriera, battendo tutti nello sprint sul traguardo di Fougères che riporta il 36enne britannico a vincere una corsa di primissimo livello, nell'anno della sua rinascita in maglia Deceuninck-Quick Step, dopo che lo scorso ottobre “Cannonball” aveva sostanzialmente annunciato il suo ritiro, al termine dello Scheldeprijs.

Sullo stesso arrivo dove vinse nel 2015, il campione dell'Isola di Man ha versato lacrime di gioia ed è stato letteralmente sommerso dai compagni di un team, quello belga, dove tutto diventa un po' più facile se sei un velocista. “Tutta la squadra ha fatto un lavoro perfetto – le prime parole di Cavendish nel post tappa ai microfoni dell'organizzazione – Abbiamo perso Ballerini nel finale, ma quando ti ritrovi un campione del mondo (Alaphilippe) che fa questo lavoro per te, devi fare qualsiasi cosa per provare a vincere”.

Lo sprinter ex iridato e vincitore della Sanremo 2009 ha parlato degli ultimi anni difficili: “In tanti avevano smesso di credere in me, ma in questa squadra e con questi ragazzi ho capito che la fiducia era totale. Mai avrei pensato di tornare a giocarmi le tappe in un grande giro, è bello avere un po' di fortuna dopo quanto successo ultimamente”.

Sonny Colbrelli, 11° al traguardo, era particolarmente deluso dal risultato: “Non era una volata per me, ho perso tante posizioni nel finale e praticamente non ho sprintato – ha dichiarato il bresciano ai microfoni di Rai Sport – Lo sciopero di inizio tappa? Solo scena, non serve praticamente a nulla”.