Cipollini attacca anche Cassani: "Un burattino in mano al sistema, come ct non insegni nulla"

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Stradal'intervento

Cipollini attacca anche Cassani: "Un burattino in mano al sistema, come ct non insegni nulla"

L'ex iridato di nuovo durissimo sui social contro l'attuale direttore delle nazionali azzurre. Un attacco a 360°.

Un altro attacco durissimo, dopo quelli precedenti al sistema del ciclismo italiano, dagli organizzatori alla federazione.

Ora Mario Cipollini si scaglia contro Davide Cassani, coordinatore tecnico di tutte le nazionali azzurre, nonché ct dei professionisti dal 2014; “Re Leone”, sui suoi profili social, ha scatenato tutta la propria rabbia partendo da un'accusa che l'ex corridore e tecnico romagnolo gli avrebbe rivolto nel 2013, dopo la pubblicazione esclusiva, da parte de “La Gazzetta dello Sport”; delle prove sul presunto coinvolgimento del campione del mondo di Zolder 2002 nell'ambito dell'inchiesta doping denominata “Operacion Puerto”.

Per me fu come Madonna di Campiglio per Marco (Pantani, ndr) – spiega Cipollini nel video diffuso – Due persone parlarono di questa situazione: il presidente federale Di Rocco, annunciando una valutazione se ci fossero gli estremi per potermi togliere la maglia iridata, e proprio Davide Cassani che lavorava ancora in Rai. Fece un post sui social, poi rimosso ma sempre rimasto nella mia mente, dicendo che ero il cancro del ciclismo e avevo deluso migliaia di bambini.

A questo punto, chiedo a Cassani se può giurare di non essere mai risultato positivo ad un controllo antidoping: io posso farlo”.

E poi ancora: “Parliamo di un burattino in mano al sistema, un ct che non insegna nulla di ciclismo. Penso solo ai Mondiali di Moscon e Trentin, nel 2017 e nel 2019, alla gestione di un uomo che non è mai stato un vincente. Un ct con più sponsor sulla maglia rispetto a chi gareggia e vince, d'altronde i corridori si dividono tra leoni e pecore; e tu Davide sei una pecora”.

Cipollini contesta a Cassani i vari ruoli in seno al mondo del ciclismo e non solo: “Presidente dell'Apt in Emilia-Romagna, testimonial di aziende più che direttore delle nazionali, ma la cosa più schifosa è l'ultima legata alla possibile partenza del Tour de France dall'Italia. La gente lo sa quanti milioni ci vogliono per tutto questo? Con quei soldi sapete quante cose potrebbero fare Emilia e Toscana, non solo nell'ambito ciclistico?”.

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