E' un Tadej Pogacar d'altri tempi: lo sloveno chiude già il Tour, la prima tappa alpina è di Teuns

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E' un Tadej Pogacar d'altri tempi: lo sloveno chiude già il Tour, la prima tappa alpina è di Teuns

A Le Grand Bornand trionfa il belga della Bahrain-Victorious, ma è il campione in carica a distruggere tutta la concorrenza, prendendosi la maglia gialla con distacchi abissali. Resistenza stoica di Van Aert, crollano Alaphilippe, Nibali, Thomas e Roglic.

Semplicemente impressionante.

Siamo solo all'ottava tappa, la prima sulle Alpi, e Tadej Pogacar ha già entrambe le mani (e le gambe!) sul suo secondo Tour de France. Lo sloveno stacca tutti sul Col de la Romme, ad oltre 30 km dalla conclusione di Le Grand Bornand, e fa il vuoto su qualsiasi rivale per la maglia gialla, che va ad indossare con ampio margine su uno splendido Wout Van Aert.

La vittoria di giornata la porta a casa Dylan Teuns (sua 2^ vittoria al Tour dopo la Planche des Belles Filles 2019), con la Bahrain-Victorious che fa il bis 24 ore dopo Matej Mohoric a Le Creusot, ma il protagonista assoluto è il fenomeno del Team UAE Emirates.

Una tappa durissima, 150 km tutti sotto la pioggia con la fuga di giornata (che risulterà decisiva) che parte praticamente dopo quasi metà tappa corsa a velocità folli e che costa, sin dai primi km, l'intero Tour a Geraint Thomas e Primoz Roglic, che alzano bandiera bianca dopo le cadute dei giorni scorsi e chiudono nel gruppetto dei velocisti (a 35'). Vanno via in 17, più un Wout Poels che si fa parecchi km da solo e conquista la maglia a pois, mentre Michael Woods stacca tutti sul Col de Romme, ad oltre 35 km dalla conclusione.

E la penultima salita di giornata è quella dove Tadej Pogacar scatena l'inferno, ponendo in testa al gruppo un super Davide Formolo che fa un ritmo indiavolato prima dello scatto dell'asso sloveno; Richard Carapaz tiene alla prima botta, poi salta per aria alla seconda. La maglia bianca, che diventerà con il passare dei km gialla mentre Van der Poel e Van Aert (ma che resistenza del belga!) si staccano, va a riprendere uno ad uno tutti i fuggitivi, sino ad arrivare a poco più di 10 secondi da Teuns, che nel frattempo ha ripreso e staccato Woods, in cima alla Colombiere.

I 15 km finali in discesa vedono il belga esaltarsi, mentre Pogacar non rischia nulla e arriva al traguardo di Le Grand Bornand, a poco meno di 50 secondi dal vincitore, assieme a Ion Izagirre (Astana-Premier Tech) che si piazza secondo davanti allo stesso Michael Woods (Israel Start-Up Nation).

Dietro succede che Richard Carapaz venga ripreso nel finale da tutti gli altri uomini di classifica, ovvero Vingegaard (sempre più rivelazione il giovane danese della Jumbo-Visma), Uran, Mas, Gaudu, Lutsenko, Kelderman. Per loro, un distacco di 4'09” da Teuns e di 3'20” da Pogacar, arrivando appena alle spalle di Mattia Cattaneo (Deceuninck-Quick Step), nono di tappa e miglior italiano ora nella classifica generale con la 19esima piazza, visto che Vincenzo Nibali cede di netto sulla Romme e, come dichiarato più volte, si rialza completamente con l'obiettivo di provarci per una tappa nei prossimi giorni. Quasi 22 minuti il distacco del siciliano, al traguardo assieme a Van der Poel, che saluta il simbolo del primato dopo sei giorni strepitosi, e ad un Miguel Angel Lopez che saluta definitivamente ogni ambizione di classifica.

Come il campione del mondo Julian Alaphilippe, a quasi 19 minuti da Teuns, per una nuova classifica generale che vede Pogacar padrone, con 1'48” su Wout Van Aert, che a questo punto le proverà comunque tutte per giocarsi un piazzamento di alto livello, avendo ancora buon margine su tutti gli altri “big”. Lutsenko è terzo a 4'38” (attenzione al kazako...), poi Uran a 4'46”, Vingegaard a 5 minuti netti e con pochi secondi nei confronti di Carapaz, Kelderman e Mas, mentre Gaudu e Bilbao completano la top ten.

Domenica il primo arrivo in salita di questo Tour (incredibile a dirsi, visto quanto accaduto sinora...), con Col du Pré e Cormet de Roselend a precedere l'eterna ascesa finale verso i 2100 mt di Tignes. Ventuno km tutt'altro che impossibili, con pendenza media al 5,6%, ma in questa Grande Boucle guai a dare qualcosa per scontato.

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