Fabio Aru, che shock: "La Vuelta Espana sarà l'ultima corsa della mia carriera"

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Stradal'annuncio

Fabio Aru, che shock: "La Vuelta Espana sarà l'ultima corsa della mia carriera"

Il sardo annuncia il ritiro al termine del GT che gli regalò la gioia più grande, con la maglia roja del 2015. Nonostante la competitività ritrovata con il bel 2° posto a Burgos, Fabio ha deciso di lasciare il ciclismo. La sua lettera piena di emozione.

Uno shock, proprio quando ci si aspettava la sua ripartenza, se non autentica rinascita visto che al 2° posto nella classifica generale della Vuelta a Burgos avrebbero dovuto fare seguito altri risultati di peso.

Ce ne sarà solo una di corse, nel finale di carriera di Fabio Aru: la prossima Vuelta Espana, al via sabato da Burgos, sarà infatti l'ultima gara della carriera per il 31enne sardo, che ha annunciato a sorpresa la sua decisione oggi pomeriggio a mezzo social. “Vorrei dire tante tante cose in questo momento, ma preferisco godermi ogni singola emozione di quello che chiude un capitolo così importante della mia vita – spiega l'alfiere della Qhubeka NextHash svelando l'addio all'agonismo - Con il passare dei giorni e del tempo avrò la possibilità di raccontare tutti quelli che sono stati i momenti più belli e brutti della mia carriera sportiva professionistica. Ma ora il punto è un altro.

Ho riflettuto a lungo su quale fosse la decisione giusta da prendere, notti insonni, pianti e quant'altro. Ma se devo essere sincero ho imparato ancora di più ad amare il mezzo e lo sport che mi ha portato a raggiungere traguardi che mai avrei immaginato, lottare con i ciclisti più forti del mondo, viaggiare, conoscere nuove culture, partecipare ed essere protagonista alle Olimpiadi, etc...

E ad oggi nonostante sia qui a comunicarvi questa scelta importante della mia vita, posso gridare a gran voce che amo il ciclismo, amo ancor di più andare in bici, amo allenarmi e non ho nessuna intenzione di lasciarla in garage. Ma come tutti gli inizi c'è sempre una fine. Da quel lontano 5 maggio 2005 sono stato immerso in un sogno e viaggiato a 1000 all'ora; non rimpiango niente, anzi rifarei tutto, e con l'esperienza che ho adesso lo farei ancora meglio. La Vuelta sarà la mia ultima gara da ciclista professionista. Sono molto orgoglioso di ciò che ho fatto ma essendo un gran testardo avrei voluto fare tanto di più.

Una cosa però è certa: ho dato tutto me stesso, sino all'ultima goccia di sudore e lo darò nelle prossime tre settimane. Ora è giunto il momento di godermi un nuovo capitolo della mia vita, accanto alla mia famiglia. Per i ringraziamenti ci sarà tempo i prossimi giorni, ma un grazie speciale va a chi mi ha permesso con grandissimi sacrifici di diventare quello che sono. Mamma, papà, la mia compagna Valentina che mi ha regalato il dono più grande che potessi desiderare, la nostra piccola Ginevra.

Grazie per esserci sempre. Vi voglio bene”.

Nella speranza che Aru possa rimpianguare il bottino proprio nella sua ultima corsa, il palmares di un corridore che molti designavano quale erede di Vincenzo Nibali, considerati i grandi risultati ottenuti a neppure 24 anni, rimane comunque di tutto rispetto. Il trionfo alla Vuelta 2015 su tutti, ma pure i due podi finali al Giro d'Italia (3° nel 2014, 2° nel 2015) con maglia rosa indossata e la vittoria di tre tappe, il campionato italiano vinto a Ivrea nel 2017, poche settimane prima della perla a La Planche des Belles Felles, in quel Tour de France nel quale indossò per due giorni la maglia gialla e alla fine concluse al 5° posto (nel mezzo, anche la sesta piazza alle Olimpiadi di Rio 2016).

Da quel momento qualcosa si è rotto, tra problemi fisici e non solo, ma gli appassionati veri non possono che sperare in una chiusura degna del miglior Fabio Aru. Proprio nella “sua” Vuelta Espana.

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