Il ciclismo post lockdown e i mille incidenti: si rischia un Tour zoppo, anche se Bernal e Roglic...

Il Giro d'Italia non avrà Colbrelli e Caruso al via nel 2022: sì di Landa e Carapaz, ma anche Pidcock
Stradainfortuni

Il ciclismo post lockdown e i mille incidenti: si rischia un Tour zoppo, anche se Bernal e Roglic...

Dai drammi di Fabio Jakobsen e Remco Evenepoel (che nelle prossime ore tornerà in Belgio) al clamoroso incidente di Schachmann, sino alle tante cadute del Delfinato. E Quintana ha di nuovo dolore al ginocchio...

Il ciclismo post lockdown ci ha regalato perle meravigliose, dalla doppietta di Van Aert tra Strade Bianche e Sanremo, l'assolo di Fuglsang al Lombardia e le meravigliose galoppate di Evenepoel tra Burgos e Polonia. E' altrettanto vero che gli incidenti, per diversi motivi e dinamiche, sono stati molti e hanno coinvolto corridori di primo piano.

La Deceuninck-Quick Step ha pagato un prezzo carissimo alla malasorte, dalla tragedia sfiorata di Jakobsen a Katowice, in quella maledetta volata della prima tappa del Giro di Polonia, all'altrettanto pericolosa caduta di Remco Evenepoel, che scendendo dal Sormano ha rischiato la carriera, se non la vita con quel volo per vari metri nel dirupo sotto al ponte. Giungono buone notizie sul fenomeno belga, che rientrerà nelle prossime ore in Belgio dopo aver attrezzato un volo speciale visto che Remco deve rimanere in posizione supina: il medico del suo team, Yvan Van Mol, ha parlato di un pieno recupero già per il training camp verso la prossima stagione, che si terrà attorno al mese di dicembre, visto che lo stop assoluto per Evenepoel sarà di un paio di mesi, prima di poter riprendere con calma per tornare in sella. “Sarà come prima, anzi meglio”, ha dichiarato il dottore belga.

Dal Lombardia è uscito con una clavicola rotta Maximilian Schachmann, a causa del clamoroso “buco” organizzativo che ha permesso ad un Suv di entrare sul percorso di gara (a 2 km dall'arrivo!), con il successivo taglio della strada ai danni del corridore tedesco che, fortunatamente, non dovrà essere operato e potrebbe farcela per prendere il via, come previsto da mesi, del prossimo Tour de France.

Al Delfinato è successo davvero di tutto, dalle cadute nella seconda tappa di Daniel Martin e Sergio Higuita (il primo ritiratosi con una lesione vertebrale e a rischio Tour, il secondo ha concluso la corsa con tante abrasioni e dolori), al sabato disastroso con il mega incidente che ha portato al ritiro di Kruijswijk, con una spalla lussata e la Grande Boucle che si allontana (il neerlandese è rientrato a casa saltando il raduno con la squadra a Tignes) per uno degli assi di una Jumbo-Visma che ha perso anche la maglia gialla Primoz Roglic, forse il principale favorito del Tour 2020 prima del ritiro a causa delle ferite riportate. Lo sloveno dovrebbe recuperare senza particolari problemi, ma non è certo l'avvicinamento ideale al grande obiettivo stagionale, così come un discorso simile vale per Egan Bernal, che non era partito per quella quarta tappa a causa di dolori alla schiena.

E poi c'è Emanuel Buchmann, capitano della Bora-Hansgrohe, ai box per qualche giorno dopo le profonde ferite rimediate nella caduta che l'ha costretto al ritiro, così come il compagno di team Gregor Muehlberger. Domenica ha alzato bandiera bianca anche Nairo Quintana, in questo caso per il riacutizzarsi del dolore al ginocchio colpito nell'incidente in Colombia di inizio luglio, per non parlare delle crisi colossali di Porte e Landa su tutti, in una ripartenza chiaramente anomala anche sul piano della preparazione, e del mancato rendimento di Thomas e Froome in casa Ineos. E allora, ecco che al Tour de France potrebbe davvero succedere qualsiasi cosa...

167
Consensi sui social