Il dramma ciclistico del Belgio, senza ori nel Mondiale di casa. Evenepoel: "Ora le classiche italiane"

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Il dramma ciclistico del Belgio, senza ori nel Mondiale di casa. Evenepoel: "Ora le classiche italiane"

Che delusione per Van Aert, come sempre onesto nel post gara: "Non avevo le gambe per diventare campione del mondo". Non mancano le polemiche, da parte di Lefevere e dei grandi ex: si poteva utilizzare il ragazzo prodigio in maniera differente?

Il Mondiale dei Mondiali, atteso da 19 anni dopo Zolder 2002, ha rappresentato un dramma sportivo per il popolo belga, che ha spinto in ogni modo Wout Van Aert e compagni verso quel titolo che manca da nove anni.

Ha vinto il pubblico (impressionante, quasi 1 milione e mezzo di persone in strada tra Anversa e Leuven), non la nazionale del ct Sven Vanthourenhout, alla fine solo quarta con Jasper Stuyven che ha perso pure lo sprint per argento e bronzo, mentre il bilancio finale del team belga dice di un clamoroso “zero” nella casella dei titoli, proprio nella rassegna iridata di casa.

Avevo già capito sullo Smeysberg (il muro replicato quattro volte nel circuito “lungo”) di non avere le gambe giuste, ma non ero così male e, con il percorso più semplice verso Leuven, speravamo di poterci sistemare in una situazione ideale. In realtà, non ho avuto la condizione per diventare campione del mondo”, ha spiegato lo stesso Van Aert nel post gara, aggiungendo di “aver detto a Jasper (Stuyven, ndr) di non avere le gambe per vincere, speravo quindi potesse ottenere almeno una medaglia. Alaphilippe è stato il più forte, ha attaccato a ripetizione sino a quando non ha staccato tutti”.

Non mancano le polemiche, in Belgio e non solo, per l'utilizzo di colui che alla vigilia della gara, pur trattandosi della seconda miglior carta per la nazionale, era stato attaccato pure da Eddy Merckx in persona. Parliamo ovviamente di Remco Evenepoel, che si è speso attaccando già a 180 km dalla conclusione, per poi sacrificarsi completamente in favore di Van Aert sino a 25 km dalla conclusione. “Wout non ha dovuto dire nulla quando è rientrato sulla fuga, ho subito capito che dovevo iniziare a fare il lavoro e ho tirato a tutta per aumentare il gap sugli inseguitori – l'analisi dello stesso 21enne di Schepdaal – E' difficile dire se ho avuto una giornata super e se c'era la possibilità di vincere, io ho fatto il lavoro che mi era stato assegnato alla vigilia.

Ora spero di concludere la stagione con una bella vittoria nelle classiche italiane, che si adattano bene alle mie caratteristiche”. Appuntamento in questo caso al Giro dell'Emilia di sabato prossimo e alla grande rivincita al Lombardia del 9 ottobre.

Sull'utilizzo di Remco, però, i commentatori tv e alcuni ex come Jan Bakelants hanno parlato di una tattica belga che avrebbe potuto preservarlo maggiormente, così come Patrick Lefevere (boss della Deceuninck nella quale corre Evenepoel) ha spiegato a “Sporza” che lui avrebbe “utilizzato Remco in maniera un po' diversa, non attaccando direttamente così lontani dal traguardo”.

E il ct Vanthourenhout? Ha ammesso di “aver saputo tardi che Wout non era al 100% per vincere, altrimenti sarebbe rimasto con Alaphilippe e la nostra tattica avrebbe funzionato. Chiaro, avremmo mosso le pedine in maniera differente, ma ormai era troppo tardi e a quel punto il più forte è andato a vincere il Mondiale”.

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