Il sorriso di Fortunato, la maturità di Bernal, il crollo di Nibali: le voci dallo Zoncolan

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Stradagiro d'italia 2021

Il sorriso di Fortunato, la maturità di Bernal, il crollo di Nibali: le voci dallo Zoncolan

Giro 2021: sul "Kaiser" friulano la maglia rosa ha rafforzato il primato, nel giorno del trionfo del giovane bolognese ("Basso me l'aveva detto"), ma Yates ora è in fiducia. "Mi sento molto meglio".

Voci dalla nebbia dello Zoncolan, dopo la battaglia odierna sul mostro della Carnia che, almeno per la sfida tra i big, non ha deluso le attese con l'attacco di Simon Yates, la risposta eccezionale di Egan Bernal e alcuni cedimenti inaspettati.

E' stato spettacolo anche là davanti, però, ovvero tra i fuggitivi di giornata che si giocavano un successo prestigiosissimo su una montagna simbolo della corsa rosa: alla fine ha esultato un 25enne arrivato da Castel de Britti, terra bolognese di un certo Alberto Tomba. Lorenzo Fortunato, per la sua prima gemma da pro, si è regalato il massimo: “Sono partito convinto di potermela giocare se avessi centrato la fuga – ha detto col suo candore l'alfiere della Eolo-Kometa, nell'intervista post gara in casa Rai Sport – Già nei giorni scorsi avevo capito che in salita stavo bene, mi staccavo dai migliori solo nel finale.

Oggi Albanese si è sacrificato per me, sapevo che gli ultimi 3 km duri sarebbero stati quelli importanti e lì ho staccato Tratnik, ma non ci credevo davvero sino a quando non ho proprio passato la linea d'arrivo, considerato che non conoscevo la situazione alle spalle. Stamattina Ivan (Basso, ndr) mi aveva detto di andare in fuga che la tappa l'avremmo potuta vincere, d'altronde in ammiraglia abbiamo tecnici che di successi se ne intendono. Vinsi l'ultima volta nel 2016, da dilettante, e anche quel giorno in fuga con me c'era Albanese”.

E' una maglia rosa sempre più... rosa, quella che Egan Bernal ha vestito sul palco delle premiazioni dopo aver resistito all'attacco di Simon Yates, staccando poi di 11” il britannico negli ultimi 300 metri. “Era un test importante ed è un'altra giornata buona per noi, anche perchè non ho avuto dolori alla schiena e questa posizione privilegiata mi ha permesso di seguire i rivali che avevano interesse a fare corsa dura. Ho sempre pensato che, su una salita del genere, Yates sarebbe venuto fuori ma non è l'unico rivale. Prima si parlava di Evenepoel, poi di Vlasov, ce ne sono ancora tanti”.

E lo stesso 28enne britannico preannuncia nuova battaglia, pur ritrovandosi ora a 1'33” dal colombiano, ma già al 2° posto della generale: “Ci abbiamo provato, io mi sento molto meglio della prima settimana e sapevo che qui mi sarei giocato la prima vera opportunità per recuperare in classifica. E' andata bene così”.

Se Damiano Caruso è l'altro volto felice dell'Italbici, con il siciliano ancora 3° in classifica dopo essersi difeso come un leone (“se lo Zoncolan è duro da questo versante, figuriamoci l'altro...”, ha sorriso nell'immediato post tappa), per Vincenzo Nibali è stata la giornata dell'addio ad ogni ambizione di classifica, con il fuoriclasse della Trek-Segafredo attardato di 12 minuti dal vincitore. “Non ero in giornata, semplicemente. Ora non saprei come potrebbe cambiare il mio Giro, vedremo...

Di certo non ho la gamba dei giorni migliori”, ha tagliato corto davanti ai microfoni.

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