Il Tour difficilissimo dell'Italbici: il ritiro di Aru scatena la polemica, Saronni è furioso...

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Stradatour de france 2020

Il Tour difficilissimo dell'Italbici: il ritiro di Aru scatena la polemica, Saronni è furioso...

Dopo Nizzolo e Rosa, ha alzato bandiera bianca anche il sardo (e nel post tappa Pozzovivo). L'attacco in diretta Rai da parte di Beppe Saronni: "C'è un problema caratteriale, ma ha sbagliato chi l'ha portato al Tour".

E' un Tour de France difficilissimo per l'Italbici, che sognava di potersi giocare almeno qualche successo di tappa con corridori di altissimo profilo come Elia Viviani, Giacomo Nizzolo e Matteo Trentin.

Dopo nove frazioni e il primo giorno di riposo all'orizzonte, il bilancio indica solo un terzo posto parziale dello stesso campione europeo in carica, poi costretto ieri al ritiro nel primo tappone pirenaico per i guai al ginocchio già emersi nella prima tappa di Nizza. Pochi minuti più tardi, dai 16 corridori in gara in Francia non c'era più traccia anche di Diego Rosa, costretto ad alzare bandiera bianca per una caduta costata la frattura della clavicola allo scalatore piemontese.

E oggi è stato Fabio Aru a lasciare la corsa, già staccato dopo i primi km di corsa e in crisi nera ancor prima di salire verso l'Hourceré. Formolo non sembra avere la condizione mostrata tra Strade Bianche e Delfinato, l'unico davvero in condizione è Damiano Caruso che, però, è totalmente votato alla classifica del compagno di squadra Mikel Landa. In serata, inoltre, è arrivata la notizia dell'addio al Tour di Domenico Pozzovivo, dolorante al gomito sinistro sin dalla caduta del primo giorno a Nizza; la NTT ha scelto di mandarlo a casa per non compromettere completamente il finale di stagione, riprogrammando per il lucano la partecipazione al Giro d'Italia ("spero proprio di esserci") anzichè la prevista Vuelta.

Nel giorno del trionfo del compagno di squadra Tadej Pogacar, verso lo stesso Aru sono piombate parole pesantissime da parte di uno dei dirigenti storici del suo team, la UAE, con la quale ha un (ricco) contratto in scadenza e, a questo punto, l'avventura è ormai al capolinea. “Aru non ha la condizione che lui, che noi e i suoi compagni di squadra ci aspettavamo almeno per aiutare un corridore importante come Tadej Pogacar – ha dichiarato Beppe Saronni in diretta Rai, pochi minuti dopo il ritiro del corridore sardo - Questo ci dispiace tantissimo, ma è chiaro che è già da qualche settimana che Fabio non è in forma.

Per l'ennesima volta ci ha deluso, in un momento in cui avevamo tanto bisogno di lui visto che abbiamo un corridore in lotta per il Tour. Problemi dal punto di vista mentale? Quando fisicamente e muscolarmente l'atleta si trova a soffrire, alcuni trovano la lucidità e la forza per reagire, Fabio invece non fa così. Sotto l'aspetto del carattere non è fortissimo e nelle difficoltà lui crolla mentalmente e moralmente”.

Saronni, però, non lesina critiche agli stessi tecnici (Matxin in primis, evidentemente) che hanno scelto di portare Aru al Tour, programmando poi anche la partecipazione alla Vuelta Espana. “Quando hai un corridore che è in queste condizioni fisiche, è chiaro che al Tour non può aiutare la squadra, quindi io credo che qualche responsabilità dovrà essere cercata anche in chi ha portato comunque Fabio.

E' vero, lui voleva andare in Francia, ma è altrettanto vero che c'è chi è deputato a capire se questo corridore è in grado di correre una corsa difficile e importante come il Tour”.

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