L'Italia vuole provarci per i Mondiali su strada, ma il tempo stringe e l'UCI non abbassa le pretese

Il Giro d'Italia non avrà Colbrelli e Caruso al via nel 2022: sì di Landa e Carapaz, ma anche Pidcock
Stradacampionati del mondo 2020

L'Italia vuole provarci per i Mondiali su strada, ma il tempo stringe e l'UCI non abbassa le pretese

Secondo quanto confermato da "La Gazzetta dello Sport", sarebbero ben otto le candidature tra le varie regioni, con l'ipotesi Emilia-Romagna in pole con... Imola. Decisione entro il 1° settembre.

Poco più di dieci giorni alla scadenza del bando e sapremo se avremo davvero i campionati del mondo su strada in questo pazzo 2020, con quale formula (solo gare in linea dei professionisti?) e soprattutto in quale sede, nella settimana che va dal 20 al 27 settembre.

L'UCI non sembra voler abbassare le pretese economiche per l'organizzazione dell'evento iridato, al quale ha rinunciato Aigle-Martigny e che molti vorrebbero, ma a condizioni... accessibili: si parla di 4-5 milioni di euro e tempi chiaramente strettissimi, ma l'Italia vuole provarci seriamente e le soluzioni sarebbero molteplici. Oggi “La Gazzetta dello Sport” ha rilanciato la candidatura di ben otto diverse organizzazioni, con Imola (ricordate il Mondiale 1968 vinto da Vittorio Adorni, con la salita dei Tre Monti fulcro del circuito sul Santerno?) in vantaggio rispetto ad altre soluzioni, tra le quali ha preso piede con grande convinzione la possibilità di un bis a Varese, 12 anni dopo il trionfo di Ballan.

Anche in Piemonte si sta provando a spingere per organizzare il Mondiale nel cuore del territorio del Barolo, e poi ci sarebbe il Friuli con San Daniele, già protagonista con la tappa del prossimo Giro d'Italia, la Toscana sia con Peccioli-Pontedera che attraverso l'ipotesi Mugello-Firenze, oltre alle suggestioni Abruzzo e Sardegna.

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