Mercoledì scatta il Giro di Ungheria con tante squadre WT e un bel po' di italiani. Torna la Vini Zabù

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Mercoledì scatta il Giro di Ungheria con tante squadre WT e un bel po' di italiani. Torna la Vini Zabù

La corsa a tappe magiara, che terminerà domenica a Budapest, vede al via molti velocisti di qualità, tra i quali Dainese, Mareczko, Pacioni, Malucelli e, tra gli stranieri, Bauhaus, Halvorsen e Kooij.

Cinque giorni di gara, dalla volata attesa domani nell'apertura di Kaposvar a quella di domenica prossima a Budapest. Al penultimo giorno, sabato sull'arrivo di Gyongyos Ketesteto, la tappa più importante per delineare la classifica generale di un Giro di Ungheria che propone tante squadre World Tour al via e anche un bel po' di tricolore.

Dall'Astana-Premier Tech di Davide Martinelli e Manuele Boaro, passando per la Trek-Segafredo di Antonio Tiberi e di ruote veloci come Liepins e Theuns, ma anche la Bahrain-Victorious guidata dallo sprinter tedesco Phil Bauhaus. E poi ancora la BikeExchange, con la freccia australiana Kaden Groves e gli italiani Konychev e Colleoni, oltre alla Israel Start-Up Nation di Rudy Barbier e, per quanto riguarda uno dei potenziali favoriti per la generale, il belga Ben Hermans.

In tema di volate, attenzione alla Bora-Hansgrohe di Jordi Meeus, alla Uno-X con Kristoffer Halvorsen, ma anche al Team DSM con il padovano Alberto Dainese e alla Jumbo-Visma del duo neerlandese formato da Kooij e dal rientrante Teunissen.

In casa Italbici, non mancheranno le varie formazioni Professional, con la Eolo-Kometa che punterà sugli sprint di Luca Pacioni, così come la Androni-Sidermec con Matteo Malucelli e la Giotti Victoria guidata da Andrea Guardini. Infine il ritorno della Vini Zabù, dopo lo stop per la squalifica rimediata dall'UCI in seguito al caso doping di Matteo De Bonis: sarà “Kuba” Mareczko, già in luce sulle strade ungheresi nell'edizione 2020 (disputata eccezionalmente a settembre), dove firmò una tripletta di successi e conquistò la maglia della classifica a punti, il faro del team di Angelo Citracca.

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