Sonny Colbrelli a Roubaix, da lacrime! L'Italia riconquista dopo 22 anni la regina delle classiche!

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Sonny Colbrelli a Roubaix, da lacrime! L'Italia riconquista dopo 22 anni la regina delle classiche!

Straordinaria impresa del "Cobra", che piega Vermeersch e super Van der Poel nel velodromo. Quarto uno straordinario Moscon, fermato solo dalla sfortuna: che mazzata per Van Aert.

Una maschera di fango, una meravigliosa maschera di fango nel velodromo più bello del mondo.

Sonny Colbrelli, all'esordio assoluto nella regina delle classiche, si regala la prima monumento della carriera conquistando un'incredibile Parigi-Roubaix. Un'impresa a dir poco epocale, nel giorno del ritorno delle pietre a due anni e mezzo dall'ultima volta targata Philippe Gilbert.

L'edizione n° 118 parla azzurro, 22 anni dopo il 13esimo e ultimo trionfo nell'inferno del nord, quello di Andrea Tafi nel 1999. Pazzesco ciò che ha fatto il bresciano della Bahrain-Victorious, che ha seguito come un falco Mathieu Van der Poel in tutti i tratti decisivi di una corsa durissima, resa terribile da pioggia e vento, 257 km di una battaglia durata oltre 6 ore (a 42,8 km/h di media!) e risolta con uno sprint a tre da brividi.

Florian Vermeersch parte lungo, il belga della Lotto-Soudal (la vera sorpresa di giornata) sembra poter beffare tutti, ma il campione italiano ed europeo (che anno pazzesco per Sonny!) lo salta negli ultimi 50 metri, mentre Van der Poel deve chinare il capo e conclude “solo” terzo, anch'egli alla sua prima Roubaix. Un esordiente, pensate, non vinceva questa corsa da 68 anni. La gioia di Colbrelli, letteralmente impazzito nel cuore del velodromo, dice tutto di una giornata storica.

Al 4° posto un commovente Gianni Moscon, eroe di giornata con un assolo partito ad oltre 50 km dalla conclusione e che sembrava poter essere risolutivo, prima che una foratura e una caduta rallentassero in maniera decisiva il trentino. Un giorno, questa corsa che ha nell'anima, il “trattore della Val di Non” la vincerà.

La Deceuninck si deve accontentare della sola quinta piazza di Yves Lampaert, che regola il gruppetto alle spalle di Moscon, ad oltre 1'15” dal trio che si è giocato la corsa, con Laporte sesto e il vero grande deluso di giornata, Wout Van Aert solo 7° e ancora a mani vuote.

Una Roubaix caratterizzata da tanta pioggia (soprattutto nella prima parte di gara) e da una maxi fuga di 30 uomini che ha rischiato di fare saltare il banco, partita già a 215 km dal gong con Ballerini, Oss, Affini, Mozzato e proprio Moscon rappresentanti dell'Italbici. Nella foresta di Arenberg, ai -95 km dal velodromo, ecco la prima frustata di Van der Poel, seguito da un Colbrelli che sembra già pimpante. Van Aert si stacca una prima volta, rientra ma ai -70 è ancora MVDP a scatenare il vero inferno, raggiungendo un gruppetto con lo stesso Sonny che si era avvantaggiato in precedenza.

Moscon, nel frattempo, stacca gli ultimi fuggitivi dell'azione del mattino e rimane solo al comando, aumentando da 45” a quasi un minuto e mezzo il margine nei confronti del gruppo chiave, quello che comprende appunto Van der Poel, Colbrelli e Vermeersch. Ai -30 il primo shock per il trentino della Ineos Grenadiers (che lascerà nel 2022 per l'avventura in Astana), che fora e perde almeno una trentina di secondi, poi a 25 km dal termine pure una caduta su un settore di pavé e in un lampo gli inseguitori sono vicinissimi.

Gianni verrà raggiunto ai -15, quando sul Carrefour de l'Arbre riparte Van der Poel, ma Colbrelli e un Vermeersch pazzesco gli rimangono a ruota. La collaborazione è totale, mentre Moscon si difende per salvare almeno la quarta piazza e Van Aert e gli altri guerrieri di questa Roubaix folle sono ormai lontani.

Poi lo sprint nel velodromo, che fa già parte della storia di questa corsa meravigliosa e della storia dell'Italbici.

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