Sul muro di Huy brilla sempre più la stella di Marc Hirschi: primo trionfo in una classica

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Sul muro di Huy brilla sempre più la stella di Marc Hirschi: primo trionfo in una classica

Lo svizzero domina il finale della Freccia Vallone, piegando Cosnefroy e Woods. Per l'Italia buon esordio di Bagioli: 19°.

Un campioncino che, a 22 anni come quel Tadej Pogacar del quale è coetaneo, sta dimostrando al mondo un talento enorme.

Marc Hirschi si prende la prima classica della carriera, trionfando in cima al Muro di Huy in una Freccia Vallone priva (causa calendario intasato, dopo il Mondiale e pensando alla Liegi) di Julian Alaphilippe e Alejandro Valverde, che negli ultimi anni avevano dominato sull'iconico arrivo della corsa belga, ma che non per questo dà meno valore all'impresa dello svizzero, al secondo hurrà in carriera dopo la tappa di Sarran allo scorso Tour de France e bronzo mondiale solo domenica scorsa ad Imola.

La classe e la sicurezza con la quale lo svizzero di casa Sunweb ha conquistato il traguardo con l'ultimo km oltre il 10% di pendenza media, sono state davvero impressionanti visto che Hirschi ha curato prima la ruota di Richie Porte, che ha provato ad accelerare ai -350 metri, poi quella di Michael Woods (EF), partito ai 200 metri e saltato sia dall'elvetico che da Benoit Cosnefroy (AG2R), gran secondo davanti proprio al canadese.

Hanno ceduto invece nel finale Michal Kwiatkowski, superato anche da Barguil (4°) e da un redivivo Dan Martin (5°), e Tadej Pogacar alla fine 9° e pronto comunque a giocarsi le sue carte in una corsa più adatta alle sue caratteristiche come la Liegi-Bastogne-Liegi di domenica prossima. Una Freccia Vallone che ha vissuto sul tentativo generosissimo del belga Vansevenant, talento di casa Deceuninck-Quick Step che, dopo quasi 200 km di fuga (prima assieme a 3 compagni, poi in solitaria), è caduto in discesa ai -4 km, ma è stato ripreso solo ad un km e mezzo dal termine assieme a Rigoberto Uran, nel frattempo uscito dal gruppo.

Pochi gli italiani al via, solo 7, ma si è segnalato davanti l'esordiente Andrea Bagioli che, a 21 anni, ha avuto la personalità di mettere Devenyns a fare il ritmo sino a 500 metri dal traguardo, prima di cedere e concludere 19°. Ma il futuro del valtellinese è lì che brilla...

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