"The end", l'annuncio di Giovanni Visconti che si ritira con effetto immediato: "Soffro da troppo tempo"

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"The end", l'annuncio di Giovanni Visconti che si ritira con effetto immediato: "Soffro da troppo tempo"

Lasciata la Tirreno-Adriatico dopo i nuovi problemi di salute emersi, a 39 anni il siciliano ha deciso di dire basta. La sua lettera piena d'amore per il ciclismo.

Un siciliano nato a Torino e di stanza in Toscana, un veterano del ciclismo italiano, una promessa tra i dilettanti che ha poi vissuto una bellissima carriera tra i pro, seppur qualcuno dica che gli è mancata una grande classica per coronarla. Le tappe al Giro d'Italia, i tre titoli tricolori, l'ultima perla di alto livello al Giro dell'Emilia 2017: gli ultimi anni difficili e ora, a sorpresa visto che siamo appena all'inizio di una nuova stagione, Giovanni Visconti ha deciso di lasciare con effetto immediato il mondo dell'agonismo.

A 39 anni, il corridore della Bardiani CSF Faizanè rinuncia ad un contratto (importante) con il team dei Reverberi perchè, semplicemente, non riesce più ad esprimersi come vorrebbe. La goccia che ha fatto traboccare il vaso, il ritiro dalla Tirreno-Adriatico nella prima tappa in linea, nella “sua” Toscana, martedì scorso; con una lettera sui social dal titolo eloquente, “The end”, Visconti ha detto basta.

“Non so se reputarmi un debole o se invece sentirmi forte in questo preciso istante. Non so cosa penserete tutti e non so cosa aspettarmi, una cosa però la so bene: da mesi e mesi soffro sulla bici e soffro giù dalla bici. non sono di certo diventato un campione ma credo di essere stato un buon corridore – le parole di Giovanni - Ho vinto ciò che il mio fisico e la mia testa mi hanno permesso di vincere e se mi guardo indietro posso avere solo qualche rammarico, nessun rimorso. La mia non è stata una carriera semplice ma non è il momento dei vari “se” e “ma” e soprattutto non è questo lo scopo di questa lettera.

Sapete cosa dico da anni? Dico che io non voglio essere quel corridore che si trascinerà dietro la bici quando ormai la sua carriera sarà al tramonto, quello che sta lì in mezzo al gruppo quando va bene ma che rimane anonimo, quello che viene dimenticato nonostante la sua presenza. Lo dico da anni eppure da tempo chiudo gli occhi, provo a non ascoltarmi e vado avanti imperterrito seppur pieno di dubbi e paure, convinto che domani andrà meglio. Poi domani accade la stessa cosa di oggi, sprofondo nuovamente, sembro mollare una volta per tutte e poi dopo qualche ora si riaccende la fiammella. E così via...

Ascolto tutti tranne me. Perché? Cos'altro devo dimostrare? Ho già detto che non sono un campione e di certo non lo diventerò a 39 anni, allora perché non volersi un po' più bene e trovare la forza di dire basta? Forse è solo la paura di ciò che sarà e di ciò che lascerò. Se ci penso bene però non posso che essere fiero di me stesso e di quello che sono riuscito a raggiungere. Il ciclismo mi ha dato tutto quello che ho, mi ha dato Katy, Thomas e Noemi. Che sono la mia vita. Il ciclismo mi ha dato anche voi che siete stati l'essenza in ogni metro di strada in salita, in discesa, sotto la pioggia o la neve, sotto il sole cocente. Voi che ci siete sempre stati nelle vittorie e nelle sconfitte. Vorrei sentire sempre tutto l'appoggio che mi avete dato in questi meravigliosi anni e non dimenticare mai ogni momento in cui, correndomi accanto ed incitandomi, mi avete trasmesso adrenalina, fierezza, orgoglio, emozione pura...

Ci ho provato con tutte le mie forze, a tornare a buon livello. Nonostante i miei tanti problemi, devo dire grazie alla famiglia Reverberi e a tutta la Bardiani CSF Faizané per la possibilità che mi hanno dato e per avermi “aspettato e rinfrancato” più volte. Avrei voluto tornare sul campo per ringraziarvi come si deve e per chiudere meno anonimamente, ma alla mia età ci vuole tempo per tornare ad alti livelli e basta un attimo per finire sotto terra, così per l'ennesima volta mi trovo ad un bivio: sinistra o destra ciclismo, diritto vita. Ho girato ormai troppe volte da una parte e dall'altra credendo di potercela fare, ma alla fine sono sempre qui, al bivio. Non sono più in grado di girare, devo serenamente prendere atto. Si dice che quando lasci la strada vecchia per la nuova sai quello che lasci e non sai quello che trovi. E' lì che subentra il coraggio e nonostante la paura immensa che provo oggi, vado dritto amici miei.

E poi chissà, magari troverò qualche altro bivio e mi soffermerò ancora un po'. Grazie a tutti, grazie CICLISMO. Mi mancherete, mi manchi già”.

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