Un altro caso di "falso positivo": è quello di Leonardo Basso. Hanno senso i test fatti in questo modo?

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Un altro caso di "falso positivo": è quello di Leonardo Basso. Hanno senso i test fatti in questo modo?

Come riporta Giulia De Maio su "tuttobiciweb.it", il corridore del Team Ineos fermato prima del campionato italiano spiega. "Tutti gli esami indicano che non ho mai avuto il Coronavirus".

Un altro caso di falsa positività, dopo quelli di Hugo Houle, Larry Warbasse (e in casa AG2R ci sono dubbi anche sui test di Silvan Dillier) e Oscar Gatto. Poche ore dopo la notizia dello stop imposto a Giulio Ciccone, per essere risultato positivo al tampone effettuato lo scorso 31 agosto, è Leonardo Basso a spiegare alla collega Giulia De Maio di “tuttobiciweb.it” come il suo test pre campionato italiano, che l'ha costretto a saltare la sfida tricolore e a finire in quarantena come i suoi compagni del Team Ineos, Puccio, Moscon e Ganna, sia stato un falso allarme.

I controlli a cui mi sono sottoposto provano che non ho mai avuto il Coronavirus”, confessa il corridore veneto, aggiungendo che “non è vero, come riporta qualche sito, che mi sono allenato con Ciccone prima del campionato italiano”.

Basso entra nel dettaglio della sua vicenda, che diventa importante per capire come tutto il sistema possa risultare decisamente inaffidabile: “Lunedì 24 agosto mi sono sottoposto ad un secondo tampone, risultato negativo, con lo stesso esito per familiari, fidanzata e i miei contatti in squadra. Venerdì 28 ho fatto un terzo tampone e il sierologico ha provato l'assenza di anticorpi al virus nel mio corpo. In sostanza, la prima positività è un errore: ho saltato il campionato italiano, sono stati 11 giorni chiuso in casa e ho costretto chi mi sta vicino a tutto questo stress”.

A questo punto, ci chiediamo se abbia davvero senso basarsi su una normativa, a rischio, che può falsare completamente situazioni e corse, pensando soprattutto ad un Tour de France che rischia di fermarsi per positività che potrebbero non essere tali; a proposito dei falsi positivi, l'Associazione Internazionale dei Corridori (CPA) si è rivolta all'UCI e al dottor Xavier Bigard, che ha chiarito come i test PCR utilizzati nel mondo del ciclismo siano i più attendibili, essendo quelli di riferimento dell'OMS. “Non so se esistano test più efficaci di quelli a cui ci stiamo sottoponendo – ha spiegato ancora Basso nell'intervista a tuttobiciweb.it – ma forse una buona idea sarebbe fare un doppio controllo con un campione A e uno B, come avviene per i test antidoping.

Non ho le competenze per dirlo e so che abbiamo a che fare con una situazione davvero complicata”.

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