Un mostro sulle pietre, anche Van der Poel deve inchinarsi: Tadej Pogacar e il suo secondo Fiandre, che meraviglia

Un mostro sulle pietre, anche Van der Poel deve inchinarsi
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Un mostro sulle pietre, anche Van der Poel deve inchinarsi: Tadej Pogacar e il suo secondo Fiandre, che meraviglia

Come due anni fa, sull'Oude Kwaremont il campione del mondo stronca letteralmente MVDP, che poi chiude 3° tra Pedersen e Van Aert (4°, ma che gran corsa) nello sprint per la piazza d'onore. Ottimo 8° posto di Pippo Ganna, per tanti km in fuga con Ballerini e Trentin.

L’ottavo dipinto di un artista, il fenomeno dei fenomeni in questa generazione d’oro.

Tadej Pogacar vince un’altra monumento, prendendosi una rivincita clamorosa della beffa di Sanremo, per il suo secondo Giro delle Fiandre in bacheca dopo quello del 2023, vinto praticamente alla stessa maniera di due anni fa ma stavolta pure con la maglia iridata sulle spalle per uno spettacolo unico.

Ovvero stroncando letteralmente la resistenza di Mathieu Van der Poel nel punto più duro dell’Oude Kwaremont, a 18 km dalla conclusione di Oudenaarde, per arrivare con un minuto netto di margine nei confronti dello stesso MVDP, poi battuto nella volatona a quattro per la piazza d’onore da Mads Pedersen, ancora secondo come nel 2018 (e fu terzo nel 2023) e capace di una corsa di grande tenacia come Wout Van Aert, che chiude quarto davanti all’altra punta Lidl-Trek, Jasper Stuyven, ma anche in chiave Roubaix ha lanciato ottimi segnali.

Una gara esplosa una prima volta a 130 km dalla conclusione, quando Van der Poel è stato coinvolto in una caduta, apparentemente senza conseguenze (come confermerà l’ex iridato nel post gara), ma che ha costretto l’olandese dell’Alpecin-Deceuninck a recuperare una cinquantina di secondi, seppur aiutato dalla squadra.

Anche la UAE Emirates ha perso ben presto uomini con Wellens e Narvaez finiti a terra, ma Bjerg, Morgado e Politt hanno portato comunque Pogacar nella situazione ideale per il primo grande attacco sul secondo dei tre passaggi all’Oude Kwaremont, quando mancavano 55 km all’arrivo. A più riprese, il campione del mondo ha allungato con Van der Poel, mentre il trio Visma Lease a Bike (Van Aert, Jorgenson e Benoot) inseguiva con la coppia Lidl-Trek, ma sempre a distanza ravvicinata prima dell’ultimo aggancio ai piedi dell’ultima ascesa al muro simbolo del Fiandre.

A quel punto, Van Aert ha anticipato guadagnando 6-7 secondi, ma la progressione di “Pogi” è stata irresistibile, sino a costringere MVDP a chinare il capo e doversi inchinare, perdendo in un lampo quella decina di secondi che ancora prima del Paterberg sono diventati più di 20, con l’assolo irresistibile dello sloveno di casa UAE proseguito in pianura.

Alle spalle dei cinque che hanno caratterizzato la corsa nella fase decisiva, lo sprint per il 6° posto (a quasi 2’ da Pogacar) ha visto Benoot anticipare Kung, mentre a 2’19” ecco arrivare ciò che restava del plotone con Filippo Ganna dominante allo sprint per un 8° di assoluto livello in una corsa così dura.

Come nel caso di Van Aert, in ottica Parigi-Roubaix di domenica prossima si può sorridere per il verbanese della Ineos Grenadiers, rimasto in fuga dai -110 km sino ai -45 dal gong, quando poi sul Koppenberg i big sono volati via. Assieme a Pippo, anche Davide Ballerini e Matteo Trentin sono entrati in quell’azione d’anticipo, con il canturino della XDS Astana poi decimo per sigillare una gran bella corsa, mentre il leader della Tudor ha chiuso appena al di fuori della top 20.

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