Una Liegi da brividi e il bis sloveno: il mondo è di Tadej Pogacar. "Amo alla follia questa corsa"

Il Giro d'Italia non avrà Colbrelli e Caruso al via nel 2022: sì di Landa e Carapaz, ma anche Pidcock
Stradaworld tour 2021

Una Liegi da brividi e il bis sloveno: il mondo è di Tadej Pogacar. "Amo alla follia questa corsa"

La prima monumento del fenomeno di casa UAE, capace di beffare Alaphilippe, di nuovo ad un passo dalla Doyenne e quasi in lacrime. Le impressioni del post gara e la squalifica di Carapaz...

Il bis sloveno nella classifica più antica che segna sempre più il nuovo che avanza.

Sul podio lo scorso anno, vincente quest'anno alla sua terza partecipazione alla Liegi-Bastogne-Liegi. Tadej Pogacar scrive la storia con la sua prima monumento, a soli 22 anni e battendo nientemeno che il campione del mondo al termine di una corsa risolta, come lo scorso anno, da uno sprint ristretto. Strepitoso l'asso di Komenda, capace di vincere in ogni modo come ha dimostrato quest'oggi, saltando Alaphilippe negli ultimi 50 metri di una volata serratissima.

Sono senza parole, amo davvero questa corsa e volevo tanto vincerla – le prime parole di Pogacar nel post gara – Farlo davanti a nomi del genere è incredibile. Ho curato la ruota di Alaphilippe nel finale, non ero sicuro di poterlo rimontare, ma alla fine è andata bene e serviva anche un pizzico di fortuna. Io il nuovo riferimento del ciclismo? Non so davvero come rispondere, io vivo questo sport come un sogno e posso dire che oggi abbiamo corso come UAE anche con tanta voglia di rivalsa dopo non aver potuto partecipare alla Freccia (per il doppio caso di falsa positività nel team emiratino, ndr). I ragazzi sono stati grandi”.

Quasi in lacrime subito dopo la linea del traguardo, Julian Alaphilippe ha visto svanire ancora il trionfo nella monumento che forse più si adatta alle sue caratteristiche, ma che gli è sfuggita nuovamente e con la maglia di campione del mondo sulle spalle come nell'edizione dello scorso ottobre. “Sono venuto qui per fare il massimo, avevo detto che la Liegi era l'obiettivo principale della primavera – le parole dell'iridato – E' stata una gara molto dura, sulla Roche aux Faucons non ne avevo di più ma siamo riusciti ad andare via con un gruppetto. La volata? Nessun rimpianto, Tadej si è messo alle mie spalle ed è stato più forte, la sua è una grande vittoria”.

Mentre David Gaudu festeggia, a 24 anni, il suo primo podio in una grande classica (“volevo fare meglio del 6° posto di due anni fa, ci sono riuscito chiudendo alle spalle di due super campioni”), è arrivata la notizia della squalifica di Richard Carapaz, che aveva concluso nelle retrovie dopo aver attaccato in solitaria a poco più di 20 km dal traguardo. Il motivo? La posizione supertuck assunta nella sua azione in discesa tra la Cote des Forges e la Roche aux Faucons, punibile dall'UCI dallo scorso 1° aprile. Siamo alle solite: se il vincitore del Giro 2019 avesse concluso davanti, o magari sul podio, sarebbe stata assunta la stessa decisione?

© RIPRODUZIONE RISERVATA
15
Consensi sui social