La favola di Pinot finisce sul più bello, è bis Pogacar ma il Tour è di Vingegaard. Ciccone, pois che brillano!

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La favola di Pinot finisce sul più bello, è bis Pogacar ma il Tour è di Vingegaard. Ciccone, pois che brillano!

A Le Markstein l'ultima tappa di montagna che premia lo sloveno, dominante nello sprint ristretto su Gall e la maglia gialla, mentre i gemelli Yates festeggiano 3° posto (di Adam) e 4° (Simon) nella generale. L'abruzzese riporta la classifica dei GPM in Italia, 31 anni dopo Chiappucci.

L'orgoglio di due campioni, diversi ma amatissimi come Tadej Pogacar e Thibaut Pinot, il trionfo del nuovo dominatore sulle strade di Francia, un Jonas Vingegaard che conquista il suo secondo Tour de France consecutivo, e un italiano che riporta a casa la maglia a pois, con la bella impresa di Giulio Ciccone che ottiene l'obiettivo di questa edizione 2023, lui che aveva vestito per due giorni la maglia gialla 4 anni fa.

I verdetti di Le Markstein, nel cuore dei Vosgi, al termine di una ventesima e penultima tappa che viene conquistata, ed è il suo secondo successo in questa Grande Boucle (l'undicesimo in carriera sulle strade della corsa più importante al mondo) dopo quello di Cauterets, da un Pogacar tutto orgoglio dopo la crisi sul Col de la Loze.

Il fenomeno sloveno della UAE Emirates, che piazzerà due corridori sul podio finale di Parigi con Adam Yates gran terzo (a quasi 31 anni è la prima volta in top 3 in un grande giro per il britannico), regola un gruppetto di cinque corridori con uno sprint dominante davanti alla maglia gialla, che negli ultimi metri mollerà lasciando di fatto il 2° posto di tappa a Felix Gall, generosissimo e autore dell'azione decisiva sulle rampe del Platzerwasel, l'ultima vera salita di questo Tour.

Vingegaard chiude terzo davanti ai gemelli Yates, rientrati sul terzetto nei 5 km conclusivi (sul falsopiano dopo lo scollinamento del GPM ai -8 km), mentre a 33” troviamo Barguil, Pinot e Bilbao, con Hindley e Carlos Rodriguez, gli altri due corridori in lotta nella top 8, ad una cinquantina di secondi.

E' stata, come accennato, anche la giornata di Giulio Ciccone: per essere già certi della conquista della maglia a pois, che l'Italia non festeggiava dalla doppietta del “Diablo” Chiappucci (1991-1992), anche se nel 2009 Franco Pellizotti la vinse prima della squalifica e della revoca, era sufficiente conquistare i primi GPM di 2^ e 3^ categoria.

E così è stato, con un lavorone della Lidl-Trek sin dal Ballon d'Alsace per lanciare lo scalatore abruzzese, per la verità neppure contrastato da Felix Gall (alla vigilia a soli 6 pt da “Cicco”), prima di andare direttamente in fuga (col gruppo maglia gialla mai oltre il minuto e mezzo di distacco) e poter stare al sicuro, festeggiando a braccia alzate scollinando il quarto GPM sul Col de la Schlucht.

Giulio ha provato a giocarsi anche la tappa, ma sul forcing di Thibaut Pinot ai -30 km scalando la penultima difficoltà di giornata, il Petit Ballon, non c'è stato niente da fare. E qui è nata la favola, durata una ventina di km, del padrone di casa che, all'ultimo tappone di montagna della carriera in un GT, ha regalato emozioni uniche ai suoi tifosi, davanti ad un pubblico pazzesco tutto per lui.

Il transalpino della Groupama-FDJ è stato prima ripreso, a metà del Platzerwasel, dai compagni di fuga Pidcock e Barguil, ma nel frattempo Pogacar aveva già attaccato portando via, di fatto, il gruppetto giusto con Gall e Vingegaard, sino alla soluzione allo sprint.

Nella classifica finale, da ratificare domenica con la passerella sugli Champs-Elysees (a proposito, oltre alla maglia bianca di Pogacar ci sarà anche festa per Jasper Philipsen con la sua prima maglia verde, e il belga sarà il favoritissimo per la cinquina di tappa), Vingegaard precede Pogacar di 7'29”, mentre Adam Yates chiude terzo a 10'56”, quasi un minuto e mezzo meglio del gemello Simon, al miglior risultato in carriera al Tour, 4° saltando all'ultima occasione Carlos Rodriguez.

Va detto che l'iberico è stato sfortunato in avvio di tappa, cadendo in discesa con Kuss e procurandosi una ferita importante al volto: ha tenuto duro il classe 2001 della Ineos Grenadiers, regalandosi comunque un bel 5° posto in GC davanti a Pello Bilbao, che l'ha staccato nei km finali ma è rimasto 6°, davanti a Hindley, Gall, Gaudu e Martin, con la Francia che piazza lo stesso Pinot 11° davanti a Kuss, che ha perso 20 minuti ed è sceso sino al 12° posto, davanti a Thomas Pidcock 13°.

Il miglior italiano è proprio Ciccone, 32°, a quasi due ore e mezza da Vingegaard. Sul fatto che il movimento tricolore abbia da lavorare eccome, specialmente sugli uomini da corse a tappe, non è certo una novità.

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