Tadej Pogacar è ad un passo dalla leggenda con la doppietta Giro-Tour, la sfida per il 2° posto ancora aperta

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Tadej Pogacar è ad un passo dalla leggenda con la doppietta Giro-Tour, la sfida per il 2° posto ancora aperta

"Ho vinto anche oggi, ma ero davvero al limite. Sabato proveremo a godercela, lasciando spazio alla fuga", le parole nel post tappa della maglia gialla, che ha firmato il poker a Isola 2000 scrivendo di fatto la parola fine a questa Grande Boucle. Tra Vingegaard, in calo dopo il recupero da marziano, e un pimpante Evenepoel ci sono sempre quasi 2 minuti, mentre Ciccone difende appena 10 secondi su Buitrago per la top ten. E domani si sale ancora...

Un monarca assoluto sul mondo del ciclismo, un dominatore che, lo dicono gli stessi due giganti che andremo a citare, ci riporta davvero ai tempi di Merckx e poi di Hinault.

Tadej Pogacar è già leggenda e parliamo di un ragazzo che deve ancora compiere 26 anni, ma che domenica a Nizza dovrebbe festeggiare, a meno di cataclismi nelle ultime due giornate di corsa, il suo terzo Tour de France dopo il 2020 e 2021, e i due bocconi amari mandati giù nelle edizioni successive con la piazza d'onore alle spalle di Jonas Vingegaard, e soprattutto la doppietta nello stesso anno con il Giro d'Italia. L'ultimo a riuscirci, va ricordato per l'ennesima volta, è stato Marco Pantani nel 1998.

Quello sulle rampe di Isola 2000 è stato il sigillo finale, anche perchè “Pogi” ha promesso che domani, per la Nizza-Col de la Couillole (132 km con quattro salite e la conclusione su un'ascesa simile a quella odierna), lascerà spazio ai fuggitivi come invece, con la sua UAE Emirates, oggi non ha fatto nella tappa regina. L'aveva di fatto preannunciato, anche perchè si correva sulle strade di tanti allenamenti e dell'ultimo raduno in quota svolto a giugno, e il piano è stato realizzato alla perfezione, per il poker personale in una Grande Boucle praticamente perfetta, da Firenze alla conclusione che avverrà tra meno di 48 ore.

Sono 5 i minuti di vantaggio su Vingegaard, che oggi avrebbe voluto tentare un ultimo disperato attacco dopo quello di Plateau de Beille, ma con la Visma che ha dovuto cambiare i piani in corsa, come ammetterà il ds Grischa Niermann nel post tappa viste le sensazioni negative del danese, andando quindi “all in” con Matteo Jorgenson (alla fine gran 2°) in fuga.

Remco Evenepoel è rimasto ad un paio di minuti dal bi campione in carica, che oggi ha scaricato tutta la sua delusione (ma Jonas ha disputato un grandissimo Tour visto quanto accaduto ad aprile all'Itzulia), e la lotta per il 2° posto è rimasta in qualche modo aperta come quella per la top ten che si complica per Giulio Ciccone, unico italiano da salvare nell'edizione n° 111 partita per la prima volta proprio dal nostro paese, sceso al 10° e con soli dieci secondi da conservare su Santiago Buitrago, che sulla carta sarà favorito rispetto allo scalatore abruzzese nella prova contro il tempo di domenica (quasi 34 km da Monaco a Nizza).

Questa era la tappa regina del Tour de France e ora posso confermare che il Col de la Bonette è una salita davvero... spaventosa da affrontare in gara – ha sorriso Pogacar nell'intervista post gara, come riporta “Spazio Ciclismo” - Sono super felice di aver avuto una buona gamba oggi, siamo stati qui ad allenarci per un mese intero dopo il Giro ed è stato un periodo duro, ma conosco queste salite molto bene e ci tenevo.

Coi compagni abbiamo fatto esattamente quello che ci eravamo detti ed è stato perfetto al 100%. Abbiamo fatto un buon ritmo all'inizio della Bonette e inizialmente pensavo che forse Jonas avrebbe provato ad attaccare su quella salita, ma poi abbiamo notato che anche quelli davanti stavano andando molto forte, quindi penso che l'obiettivo principale della Visma, oggi, fosse proprio la tappa”.

Eppure, Pogacar ammetterà di aver sofferto nel finale: “Ero abbastanza finito negli ultimi due km, già quando avevo superato Simon Yates e Carapaz ero al limite, ma quando ho visto che anche Matteo stava perdendo qualcosa ho cercato di spingere ancora e di superarlo con un po' di slancio. Questa cosa mi ha ucciso le gambe e pensavo che forse poteva tornarmi sotto, per quello mi sono girato spesso. Jorgenson è stato davvero forte oggi, complimenti a lui e a tutti i ragazzi all'attacco.

Domani? Posso semplicemente godermi la tappa, lasceremo andare la fuga e ci godremo le strade dove mi alleno da tutta la mia carriera, sperando che non accada nulla di grave”.

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