Un paio di giorni e venerdì, con la cronometro a squadre di Utrecht, dai Paesi Bassi prenderà il via il terzo grande giro stagionale. Lo sloveno, vincitore delle ultime tre edizioni, non può che essere il favorito ma il recupero post Tour è stato complicato; Evenepoel è la mina vagante, le speranze azzurre riposte sugli eterni Nibali (all'ultimo GT) e Pozzovivo. Il percorso? Tanti arrivi in salita, ma ci sono possibilità per tutti.
La Vuelta a Espana numero 77 è all'orizzonte, ormai vicinissima allo start che, con una sorta di prologo che è ormai tradizione, comincerà nella serata di giovedì con la sfilata sul palco di Utrecht delle 23 squadre iscritte.
Come per Giro (dall'Ungheria) e Tour (dalla Danimarca), anche il terzo GT del 2022 partirà dall'estero, con i Paesi Bassi ad ospitare la tre giorni che proporrà venerdì la cronometro a squadre (23,3 km) d'apertura, seguita da due probabilissime volate per dare spazio anche ai velocisti.
Sì, perchè dal ritorno in Spagna dopo il primo riposo, si comincerà subito a salire nel cuore dei Paesi Baschi, anche se il primo arrivo all'insù arriverà alla sesta tappa sull'inedito Pico Jano. All'ottava ecco poi un'altra erta poco conosciuta (ma non durissima) come Collau Fancuaya, mentre prima del secondo stop, alla nona frazione, ci sarà da ballare sui 4 km conclusivi oltre il 12% di media a Les Praeres.
Lungo trasferimento ed ecco alla decima la cronometro cruciale in quel di Alicante, 30,9 km che potrebbe scavare differenze importanti; terreno per gli scalatori ce ne sarà però anche e soprattutto in questa seconda settimana, con gli arrivi in quota di Penas Blancas (12^ tappa), Sierra de la Pandera (14^) e soprattutto il tappone della Sierra Nevada (15^), arrivando oltre i 2500 mt d'altitudine con gli ultimi 20 km quasi all'8% di media.
Ci si avvicinerà poi al consueto gran finale nella sierra madrilena (niente Pirenei quest'anno, ma non è una novità considerate le ultime edizioni), con il Piornal per un altro traguardo tosto alla 18esima tappa e il Puerto de Navacerrada, alla penultima giornata di corsa, giudice finale visto che domenica 11 settembre si chiuderà a Madrid con un'attesa volatona.
I favoriti? Colui che ha conquistato le ultime tre edizioni, considerata pure l'assenza di Tadej Pogacar (e del compagno di squadra e vincitore del Tour, Jonas Vingegaard), sarebbe il naturale favorito e parliamo ovviamente di Primoz Roglic. Il problema è che l'asso sloveno della Jumbo-Visma, che proporrà anche Edoardo Affini in organico, non arriva a questa Vuelta nella condizione ideale, vista la sua rincorsa post infortunio che l'ha costretto a lasciare la Grande Boucle.
Lunedì Roglic ha sciolto la riserva e ciò significa che sarà in gara per vincere, questo è l'unico obiettivo anche se la concorrenza comunque non mancherà. A partire da quella della Ineos Grenadiers, che rivuole la corrida iberica a 5 anni dall'ultimo trionfo di Chris Froome (che sarà in gara nella Israel che conta anche su Woods e il nostro Alessandro De Marchi), puntando quasi tutto su Richard Carapaz. “Quasi” visto che il campione olimpico, già 2° in Spagna nel 2020, un soffio alle spalle di Roglic, avrà al suo fianco uomini di supporto, ma anche alternative per la classifica, come Sivakov, Geoghegan Hart e l'enfant prodige iberico (e campione nazionali) Carlos Rodriguez.
A proposito di talenti spagnoli, Juan Ayuso (classe 2002) debutterà in un GT proprio sulle strade di casa, formando con Almeida, ma anche Soler e McNulty, un quartetto niente male per la UAE Emirates priva di Pogacar, ma che in particolare col portoghese punta dritta al podio. E cosa farà Remco Evenepoel? Seconda corsa di tre settimane della carriera per il baby prodigio belga, dominante a San Sebastian e pronto a stupire in questa Vuelta, partendo almeno inizialmente con l'obiettivo delle tappe e poi... provare a reggere.
Con lui nella Quick-Step che non porta ruote veloci, ecco il campione del mondo Alaphilippe e un italiano, il rientrante Fausto Masnada.
Bora-Hansgrohe e Bahrain-Victorious (anche se la seconda non ha ancora ufficializzato le scelte degli 8 corridori al via) propongono roster di qualità, come da tradizione. La squadra tedesca con la maglia rosa in carica, Jai Hindley, ma anche co-leader come Kelderman e Higuita, quella emiratina con Landa, parso però lontano dalla miglior condizione a Burgos, Mader e Buitrago.
All in su Simon Yates, come al Giro d'Italia poi chiuso con un ritiro (ma anche due vittorie di tappa), per il Team BikeExchange che sogna il bis del britannico trionfatore alla Vuelta 2018. Stuzzicante anche l'EF-EasyPost con Chaves, Carthy e Uran, mentre la Movistar ha due fari: Enric Mas per la classifica, Alejandro Valverde per inventarsi ancora qualcosa di grande, all'ultima Vuelta della carriera.
E sarà la gran chiusura a livello di GT anche per Vincenzo Nibali, come il “Bala” verso il ritiro a fine 2022: il messinese attaccherà per qualche tappa, lasciando a Miguel Angel Lopez l'incombenza della classifica (così, però, doveva essere anche al Giro...), con Battistella e Lutsenko altri uomini di qualità per i successi di giornata nel team kazako che cerca riscatto. E poi Nairo Quintana per l'Arkéa-Samsic e Thibaut Pinot (ma solo per le tappe di montagna) per la Groupama-FDJ, saranno uomini da tenere d'occhio nelle giornate più impegnative.
Altri italiani che possono fare bene? Se parliamo di GC, punta ad un'altra top ten Domenico Pozzovivo, leader della Intermarché-Wanty Gobert con Meintjes e Hirt, per le tappe ecco Vendrame e magari quel giovanissimo Antonio Tiberi che, nella Trek-Segafredo, affronta il suo primo grande giro.
Poi c'è Davide Cimolai, uomo veloce della Cofidis che dovrà scegliere di volta in volta tra il friulano e Coquard, in un parco velocisti non ricchissimo, ma che propone comunque big come Merlier, Ackermann, Mads Pedersen, Sam Bennett, Groves e Thijssen, quest'ultimo recente vincitore al Giro di Polonia.
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