A Fossombrone l'assolo di Ben Healy, Zana è 3°. Roglic fa paura a Evenepoel e guadagna 14"

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A Fossombrone l'assolo di Ben Healy, Zana è 3°. Roglic fa paura a Evenepoel e guadagna 14"

Giro d'Italia, ottava tappa: mentre la fuga davanti si gioca il successo di giornata, è sloveno ad accendere finalmente la miccia tra i big, andandosene nel finale con Geoghegan Hart e Thomas. Il campione del mondo cede sul muro dei Cappuccini, Leknessund ancora in rosa per 8" sul belga che avrà a suo favore la cronometro di domenica.

Non era successo nulla ieri sul primo arrivo in salita a Campo Imperatore, ben di più si è visto quest'oggi sui muri marchigiani, per l'ottava frazione di un Giro che, sui 207 km da Terni a Fossombrone, si è riacceso con l'attacco di Primoz Roglic a mettere paura a Remco Evenepoel.

Partiamo dal vincitore, però, ovvero uno straripante Ben Healy (EF-EasyPost) che arriva in perfetta solitudine dopo un attacco di quasi 50 km per staccare gli altri 12 compagni di fuga, con i quali se n'era andato dopo 70 km di battaglia pura per centrare l'azione che avrebbe permesso di giocarsi poi la tappa. L'irlandese già rivelazione della primavera, se pensiamo che dopo il successo di Larciano sono arrivati due secondi posti in corse come Brabante e Amstel, ma anche il 4° alla Liegi, al debutto in un grande giro è subito vincente, dopo aver salutato la compagnia sul primo dei due passaggi ai Cappuccini, mentre alle sue spalle (con quasi 2 minuti di ritardo) si giocavano il 2° posto Gee, Zana e Barguil.

Il canadese della Israel ha anticipato il tricolore del vicentino, ottimo terzo, con il transalpino quarto davanti a Verona e Mattia Bais (6° a 24 ore dall'impresa del fratello Davide), ma il finale di giornata è stato tutto degli uomini di classifica.

Ci ha pensato la Bora-Hansgrohe ad approcciare a tutta l'ultima ascesa (un paio di km al 10%), ma è stato Roglic a creare la differenza, con Evenepoel che ha provato a rientrare sul rivale sloveno prima di “saltare”; negli ultimi 500 mt di salita, l'iridato si è letteralmente piantato, saltato e staccato dai capitani della Ineos, con Geoghegan Hart e Thomas piombati su “Rogla” per volare assieme al traguardo.

Il terzetto, arrivato a quattro minuti e mezzo da Healy, ha guadagnato 14” nei confronti di Evenepoel, Caruso (brillante in salita), Haig, Almeida e Vine, coppia UAE parsa un po' in difficoltà, Dunbar e Sivakov. Ancora più indietro Carthy, con il leader dell'EF a 24” da Roglic, Geoghegan Hart e Thomas, mentre ne hanno pagati 34 Leknessund, che ha salvato per un soffio la maglia rosa, Kamna e Vlasov (al di sotto delle attese i fari della Bora) ma anche Buitrago, con un minuto pieno perso da altri uomini di classifica come Pinot, Pozzovivo e Paret-Peintre, che ha perso il 3° posto in una generale comandata sempre dal norvegese Leknessund, ma con soli 8 secondi su Evenepoel che domenica, lungo i 35 km totalmente pianeggianti della cronometro da Savignano sul Rubicone a Cesena, quasi certamente tornerà in rosa.

Il belga della Soudal-Quick Step, che ammetterà nel post tappa di aver sbagliato a provare a seguire Roglic, ha 30 secondi su Roglic, 32 su Almeida, 44 e 48 rispetto a Thomas e Geoghegan Hart che, va ricordato, da oggi non hanno più a disposizione Pippo Ganna, risultato positivo al Covid e non partito per questa 8^ tappa.

 

GIRO DI UNGHERIA

 

Tappa decisiva, la penultima delle cinque in programma, per un Giro di Ungheria sempre più nelle mani di Marc Hirschi.

In trionfo ieri a Pecs, lo svizzero della UAE Emirates ha controllato benissimo nella giornata decisiva, con il secondo arrivo in salita a Dobogoko: in particolare, ci hanno provato gli uomini Ineos, con un pimpante Egan Bernal e lo stesso Ben Tulett, ma supportato da Fisher-Black e poi in prima persona nei 4 km conclusivi, Hirschi è stato perfetto per poi concedere il giusto spazio al connazionale Yannis Voisard.

Colpaccio per l'alfiere della Tudor, il primo a riprendere negli ultimi 2 km i fuggitivi di giornata, Lampaert e De Buyst che hanno visto spegnersi il sogno vittoria di tappa dopo una lunghissima azione; al secondo posto, un giovane di sicuro avvenire come Thibau Nys (Trek-Segafredo), secondo davanti all'altro belga Moniquet e allo stesso Hirschi, quarto e con la maglia gialla al sicuro, prima della comoda tappa di domenica a Budapest che strizza l'occhio ai velocisti.

Tulett è secondo a 10”, lo stesso Voisard 3° a 13, con due italiani nella top ten della GC con Matteo Fabbro (Bora-Hansgrohe) settimo e Davide Piganzoli (Eolo-Kometa) nono.

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