Il britannico, all'ultimo sprint in carriera nella corsa rosa, domina regalandosi una gioia a 15 anni dalla prima sulle nostre strade. Battuti Kirsch, Fiorelli e Dainese, niente da fare per Milan che conquista però la ciclamino. Il vincitore del Giro d'Italia è Primoz Roglic, davanti a Thomas e Almeida con Caruso quarto.
Un finale da favola, per lo scenario meraviglioso dei Fori Imperiali, nel cuore di Roma, con la prima volta di un Presidente della Repubblica alle premiazioni ufficiali del Giro d'Italia che vede Primoz Roglic diventare il primo sloveno della storia a portare a casa la maglia rosa finale, e Mark Cavendish scrivere un'altra pagina della sua leggenda, sei giorni dopo aver annunciato il ritiro a fine 2023.
Volata da campionissimo del britannico in forza all'Astana (successo fondamentale per il team kazako, ancora a secco), che trionfa quasi per distacco in uno sprint atipico, sui sampietrini davanti al Colosseo dove le energie rimaste al termine di una corsa di tre settimane durissima, contavano più che le specifiche caratteristiche.
Tanto che secondo chiude Alex Kirsch (Trek-Segafredo), davanti ai due migliori italiani di giornata (chiudiamo comunque con 4 successi di tappa), Filippo Fiorelli gran 3° per la Green Project Bardiani CSF Faizané e Alberto Dainese, costretto alla rimonta sino al 4° posto, dopo aver vinto la volata precedente a Caorle. L'uomo più atteso, Jonathan Milan, questa volta era nella posizione giusta, ma il friulano in maglia ciclamino (quella azzurra dei GPM è andata a Pinot, la bianca dei giovani sulle spalle di Almeida), la rivelazione di questo Giro n° 106 con una tappa e quattro piazze d'onore, non ne aveva proprio più ed è finito fuori dalla top ten.
Per Cavendish sono 17 successi di tappa sulle strade della corsa rosa, firmando un record (era di Gino Bartali) tra prima e ultima vittoria, oltre 15 anni da quella prima volatona nel 2008 a Catanzaro.
Bellissimo quanto fatto da Geraint Thomas nei 2 km conclusivi, con il campione della Ineos Grenadiers che, da secondo in classifica, ha affiancato Luis Leon Sanchez (al lavoro per Cavendish) e ha tirato in prima persona per il vecchio amico “Cannonball”, con il quale si è concesso un bellissimo e lunghissimo abbraccio dopo l'arrivo, mentre Pascal Ackermann si rialzava da terra dopo la brutta caduta che, a volata praticamente già decisa per il primo posto, si è innescata con il tedesco a pagarne le maggiori conseguenze.
Thomas secondo, quindi, a 14” da Primoz Roglic che si regala il suo quarto GT dopo tre edizioni della Vuelta, mentre Joao Almeida sale per la prima volta sul podio in una corsa di tre settimane, terzo a 1'15” dalla maglia rosa (la prima per la Jumbo-Visma).
E in quarta piazza nella generale troviamo Damiano Caruso, unico italiano da classifica di alta quota (ma Filippo Zana, che ha chiuso nei venti, con la perla in Val di Zoldo e un enorme lavoro di gregariato ha lanciato bellissimi segnali) e garanzia assoluta di rendimento a 35 anni. Quinto Thibaut Pinot, all'ultimo Giro della carriera e splendido seppur ancora sfortunato in termini di successo parziale, avendo sfiorato (con due secondi posti) la vittoria di tappa a Crans-Montana e proprio in Val di Zoldo alle spalle di Zana.
Sesto Arensman, ancora Ineos (che piazza pure De Plus 10°, con il belga encomiabile per il suo lavoro in favore di Thomas), in un Giro che ha perso strada facendo due dei grandi favoriti, Evenepoel e Geoghegan Hart, ha visto in Dunbar e Leknessund, 7° e 8° davanti a Kamna, due belle sorprese.
LE ALTRE CORSE
Giornata conclusiva alla Boucles de la Mayenne, con la quarta frazione (traguardo a Laval) che vede Oier Lazkano, giovane della Movistar già in luce nelle classiche del pavé, portarsi a casa senza problemi la classifica finale, mentre va in scena uno sprint di gruppo con Arnaud Demare e Axel Zingle, duo francese che chiuderà alle spalle di Lazkano in GC, battuti da Arvid De Kleijn, che regala un altro bel successo alla Tudor in questo gran 2023 della squadra svizzera.
Al Giro di Norvegia, terza e penultima tappa con tutto il talento di Thibau Nys che viene fuori: il belga figlio d'arte, classe 2002, ha sfruttato il gran lavoro della sua Trek-Segafredo e, sull'arrivo in lieve ascesa di Stavanger, ha saltato ai 100 mt Ramus Tiller (partito poco dopo l'ultimo km per sorprendere tutti), vincendo in maniera nettissima per la sua prima da pro a questi livelli. Secondo il connazionale Edward Planckaert, 3° il leader della generale Ben Tulett, che si prende pure 4 secondi di abbuono e domani dovrà solo difendersi, avendo vicino in classifica solo il compagno di team in casa Inoes, Magnus Sheffield, per conquistare la corsa che terminerà nella stessa Stavanger.
Passando al panorama del ciclismo femminile, volatona doveva essere e volatona è stata sulle strade di Londra, per la terza e ultima giornata di corsa della RideLondon Classique, appuntamento World Tour portato a casa da Charlotte Kool. Già in trionfo nella prima frazione, l'olandese del Team DSM ha bruciato allo sprint Chloe Dygert (Canyon-SRAM), seconda pure nella generale a 11”, con Lizzie Deignan (Trek-Segafredo) terza a 15”, mentre Eleonora Camilla Gasparrini è risultata la miglior italiana (nella tappa odierna buon 6° posto per una Chiara Consonni in ripresa), quarta e ai piedi del podio.
Dominio totale della SD Worx, ancora loro, al Lotto Thueringen Ladies Tour conclusosi in quel di Muehlhausen: Lotte Kopecky si prende la tappa finale e la classifica generale, arrivando in perfetta solitudine mentre la compagna di squadra Lorena Wiebes ha regolato nettamente il gruppo, concludendo pure seconda in GC dietro alla belga compagna di squadra, con il podio tutto dello squadrone olandese visto che Mischa Bredewold è terza, mentre Marta Bastianelli chiude dodicesima.
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