Presentati a Roma i percorsi dell'edizione maschile numero 108, con lo storico start (9 maggio) dall'Albania e la conclusione nella capitale (1 giugno), dopo aver affrontato poco più di 40 km a cronometro e tante salite, anche se con pochi arrivi in quota. Dal 6 al 13 luglio la corsa femminile, con la prova contro il tempo di Bergamo che inaugurerà la sfida che terminerà a Imola.
Un Giro d’Italia 2025 duro, forse più di quello precedente, ma anche particolare visto che di arrivi in salita di un certo livello se ne vedono pochi.
E’ stato alzato il sipario, all’Auditorium della Musica Ennio Moricone di Roma, sull’edizione numero 108 della corsa rosa, in programma dal 9 maggio all’1 giugno, ma anche sulla prossima del Giro Women, che andrà in scena dal 6 al 13 luglio di nuovo lungo otto tappe.
Partiamo dal settore femminile, con la seconda edizione targata RCS Sport che ripartirà da Elisa Longo Borghini, l’ultima vincitrice (al termine del fantastico duello nel 2024 con l’iridata Lotte Kopecky) che ha già confermato, ieri presente sul palco della presentazione, che tornerà all’assalto della maglia rosa prima di andare anche al Tour. La prima tappa sarà una cronometro, sostanzialmente piatta, di 13,6 km lungo le strade di Bergamo. Poi una seconda frazione particolare con arrivo all’Aprica, ma senza affrontare le storiche salite attorno al paese della Val Camonica, con un arrivo quindi in leggera salita che potrebbe vedere protagonista un gruppo corposo.
Atteso sprint a Trento (partenza da Vezza d’Oglio) il terzo giorno, mentre sarà molto impegnativo il traguardo in quota di Pianezze (11 km al 7%) per la prima grande selezione in classifica. Velociste ancora protagoniste a Monselice, poi la sesta tappa da Bellaria-Igea Marina a Terre Roveresche (Pesaro) passando da San Marino e con un’altimetria frastagliata prima della giornata decisiva. Come lo scorso anno, la penultima frazione proporrà una salita dura nel cuore dell’Italia: dal Blockhaus 2024 al Monte Nerone (già visto al Giro maschile) nel 2025. Infine, da non sottovalutare anche l’ottava con Cima Gallisterna, l’erta decisiva del Mondiale 2020, prima della picchiata su Imola col traguardo posto proprio all’Autodromo Enzo e Dino Ferrari.
Il Giro d’Italia degli uomini, come noto, partirà per la prima volta dall’Albania con la tre giorni decisamente movimentata con la Durazzo-Tirana che proporrà subito strappi in serie e l’ultimo, ad una decina di km dal gong, che dovrebbe tagliare fuori i velocisti puri. Poi la cronometro nella capitale, una quindicina di km non troppo impegnativi ma che daranno una prima fisionomia alla classifica, prima di viaggiare verso Valona con una salita di oltre 10 km (al 7% di media) da scollinare ai -35 dal traguardo, con gli attaccanti di nuovo favoriti.
Ecco quindi che per gli sprinter puri potrebbero esserci tre chances in serie al ritorno sulla penisola: da Alberobello a Lecce solo il vento potrebbe scompaginare i piani, 5^ tappa da Ceglie Messapica a Matera con un finale più mosso, poi per il quarto anno consecutivo l’arrivo di Napoli, partendo da Potenza per 226 km con qualche insidia specialmente nella prima parte.
Settima frazione da Castel di Sangro a Tagliacozzo, nel cuore della Marsia per il primo arrivo in quota: salita morbida, al 4-5%, sino agli ultimi 3 km abbondanti che superano invece il 9% di media. Poi la Giulianova-Castelraimondo con i muri marchigiani, con il giorno di riposo preceduto dalla Gubbio-Siena, con 30 km di strade bianche (già proposte nel 2024, ma in versione ridotta), Colle Pinzuto potenzialmente decisivo a pochi km dall’arrivo in Piazza del Campo come nella classica di marzo, affrontando in quel meraviglioso finale il muro di via S. Caterina.
Dopo lo stop, ecco la 10^ tappa chiave con 28,6 km contro il tempo da Lucca a Pisa, per specialisti e con gli scalatori costretti a difendersi.
L’undicesima sugli Appennini sarà probabilmente giornata da fuga, visto che si tornerà dopo 25 anni sul San Pellegrino in Alpe, ma dallo scollinamento al traguardo mancheranno quasi 90 km, anche se poi si sale ancora a Toano e di nuovo a 5 km dalla conclusione di Castelnovo ne’ Monti.
Totalmente piatta la 12^, da Modena a Viadana, poi ecco il Monte Berico sopra Vicenza nella 13^ tappa che strizza l’occhio agli scattisti, come in parte anche il giorno successivo da Treviso a Nova Gorica, con lo scollinamento in Slovenia per l’omaggio alle ultime due maglie rosa, Roglic (che ci sarà nel 2025) e Pogacar (che invece virerà su Tour e Vuelta).
Da Fiume Veneto all’Altopiano di Asiago per la 15^ frazione che chiuderà la seconda settimana, forse in parte deludente come domenica da “tappone”, anche se ad una cinquantina di km dall’arrivo ci sarà il Monte Grappa.
Ultimo riposo e poi una tappa davvero dura verso San Valentino-Brentonico: l’ultima erta non è durissima, ma ci sono quasi 5000 mt di dislivello con il Santa Barbara a precedere la scalata conclusiva. Il giorno successivo, da San Michele all’Adige a Bormio verrà proposto sì il Mortirolo in una tappa di soli 154 km con il Tonale dopo aver risalito Val di Non e Val di Sole, ma dal versante più “morbido” di Monno e quando mancheranno oltre 50 km, visto che poi da Grosio sarà tutta leggera ascesa sino allo strappo delle Motte (3 km attorno al 7%) prima dell’arrivo. Difficile che gli uomini di classifica possano affrontarsi a viso aperto, ma dipenderà anche dalla situazione nella generale che poi non vivrà scossoni alla 18esima tappa con atteso sprint a Cesano Maderno.
Le ultime due giornate di alta montagna: da Biella a Champoluc, con le salite valdostane per 166 km e 5000 mt di dislivello, con in serie Col Tzecore, Saint-Pantaleon, Col de Joux e l’erta più morbida di Antagnod prima dei 7-8 km finali in falsopiano. Il giorno successivo, la tappa più dura da Biella a Sestriere, con lo sterrato del Colle delle Finestre, complessivamente 19 km di salita al 9% di media: picchiata e subito risalita verso i 2000 mt del Colle.
Infine, la passerella di Roma che per il terzo anno consecutivo ospiterà la conclusione con una volatona nella capitale.
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