Pedersen e la sua prima al Giro: "Tutta per la squadra". Milan sempre in ciclamino: "Si poteva fare meglio, ma..."

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Stradagiro d'italia 2023

Pedersen e la sua prima al Giro: "Tutta per la squadra". Milan sempre in ciclamino: "Si poteva fare meglio, ma..."

Parola ai primi due classificati della tappa di Napoli (ma anche ad Alessandro De Marchi, ad un passo dal colpaccio con Clarke), che non ha cambiato le carte in tavola tra i big del Giro pronti a sfidarsi tra qualche ora ai 2100 mt di Campo Imperatore.

Il Giro d'Italia entra nel vivo, con il Gran Sasso all'orizzonte, nel tappone abruzzese di venerdì, ma anche oggi a Napoli c'è stato spazio per le ruote veloci.

Terzo sprint di gruppo in questa edizione della corsa rosa, anche se c'è mancato un pelo perchè arrivasse la fuga di Alessandro De Marchi e Simon Clarke, ripresi a meno di 300 mt dalla linea d'arrivo. Il friulano ha confessato di non aver dato più cambi all'australiano nell'ultimo km “in quanto consapevole che Simon ha molta più qualità di me allo sprint, e oggi volevo rischiare per provare a vincere e non accontentarmi del piazzamento. Avevamo forse una possibilità su un milione, è mancato davvero poco”.

E' stata breve ma... durissima – le parole di Mads Pedersen ai microfoni di Rai Sport, dopo aver conquistato il suo primo successo al Giro d'Italia, lui che ora ha portato a casa almeno una tappa in ogni GT dopo Tour e Vuelta – Ho pensato che non avremmo ripreso i fuggitivi, ma ce l'abbiamo fatta e la squadra è stata super, lavorando tantissimo. A me piace quando le giornate sono così toste ed è una vittoria speciale, visto che ora ce l'ho fatta anche al Giro e in un luogo come Napoli”.

L'ex iridato è terzo nella graduatoria a punti, a -27 da Jonathan Milan che comanda ancora con la sua fiammante maglia ciclamino. Il secondo posto odierno, come 24 ore prima a Salerno, ci consegna un velocista che ha già dimostrato, a soli 22 anni, di poter essere continuo a questi livelli: la stessa sequenza di risultati, 1°, 2° e di nuovo 2°, è la stessa messa assieme da Mario Cipollini nel Giro 1989, quello dell'esplosione del fuoriclasse toscano. “Non lo sapevo – ha sorriso il “Toro di Buja” nell'intervista concessa a Stefano Rizzato – e sono contento di questi risultati, per me e per i ragazzi che hanno lavorato tanto anche oggi.

Andrea (Pasqualon, ndr) ha tirato sino agli ultimi 500 metri, io ho cercato di gestirmi nelle salite per giocarmela, ma oggi sapevo di avere le gambe... stanchine. Si cerca sempre di vincere, ma posso essere soddisfatto di aver mantenuto la maglia e vedremo giorno dopo giorno di combattere. Forse troppo agile allo sprint? Sì, è vero, ma come detto ero conscio di non arrivare alla volata al meglio, in fondo le gambe erano quelle”.

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