Il caos alla Tre Valli, l'Italia che ci rimette sempre e Pogacar che ci mette la faccia: "Torneremo nel 2025"

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Il caos alla Tre Valli, l'Italia che ci rimette sempre e Pogacar che ci mette la faccia: "Torneremo nel 2025"

La cancellazione della classica varesina fa ancora discutere, con il campione del mondo che ha spiegato le ragioni del gruppo, anche se stridono i confronti con quanto accaduto, e dovrebbe risponderne Adam Hansen, in altri appuntamenti a livello World Tour. Domani il Gran Piemonte, sabato Il Lombardia n° 118 con lo stesso "Pogi" che punta al poker leggendario per chiudere la stagione perfetta.

E' stato uno stop dolorosissimo, in primis per la SC Alfredo Binda di Renzo Oldani, storica organizzatrice della Tre Valli Varesine che ieri, per la sua 103esima edizione, ha visto concludersi regolarmente solo la corsa femminile, privando gli appassionati (e sponsor, partner etc) della grande sfida tra Pogacar, Evenepoel e gli altri campioni presenti per l'appuntamento di chiusura del Trittico Lombardo, a causa delle condizioni meteo estreme che hanno portato i corridori, sostanzialmente, a cancellare di loro iniziativa la competizione.

Certo, il segnale per una volta è arrivato dal gruppo e questo è un bene in termini di sicurezza, visto quanto accaduto negli ultimi anni e, se pensiamo ai recenti Mondiali di Zurigo, alla povera Muriel Furrer nella corsa juniores femminile con la morte della giovanissima svizzera.

Dall'altro lato, le polemiche non mancano perchè la coesione tra corridori, il loro stesso sindacato, gruppi sportivi, organizzatori e UCI è tutto fuorché tale: Adam Hansen, discusso presidente del CPA (il sindacato internazionale dei corridori, ndr) per le sue decisioni prese, pensiamo alle recenti edizioni del Giro d'Italia con tappe mozzate, scelte all'ultimo minuto e richieste quantomeno curiose, è stato laconico con il suo classico tweet ieri pomeriggio, dopo la cancellazione della Tre Valli, spiegando che quanto creatosi in strada, con le abbondantissime precipitazioni nelle ore precedenti, era troppo pericolosi per i corridori.

Tutto vero, ma una decina di minuti dopo lo stop avvenuto alle 14.10, su Varese ha smesso di piovere per un paio d'ore, proprio come le previsioni indicavano, tanto che alcuni direttori sportivi avevano proposto di fermarsi in attesa di condizioni migliori, magari accorciando ulteriormente la corsa (già privata di un paio di giri, ovvero 32 km in totale rispetto ai 200 previsti).

Nell'immediato post, Tadej Pogacar si è fatto portavoce del gruppo presentandosi in sala stampa e spiegando le ragioni del gruppo (mentre Romain Bardet, a mezzo social, contestava invece la decisione dei suoi colleghi, lui che tra l'altro era in fuga e si è trovato costretto a fermarsi), raccontando che “non si vedeva neppure l'asfalto, la situazione era estrema e, oltre ad una ventina di forature e varie ruote rotte, la caduta era dietro l'angolo. Non posso che ringraziare l'organizzazione che ha capito, io stesso prometto sin d'ora che ci sarò nel 2025 per onorare questa splendida corsa”.

Il fuoriclasse sloveno della UAE Emirates tornerà in gara sabato nel 118° Lombardia, per tentare il poker consecutivo (come solo Fausto Coppi nella storia) nella classica delle foglie morte, in maglia iridata e da netto favorito lungo i 252 km da Bergamo a Como che chiuderanno, anche se poi a livello WT ci sarà ancora il Tour of Guangxi in Cina dal 15 al 20 ottobre, una stagione sinora perfetta per il campione del mondo.

Giovedì, però, la prossima classica italiana del calendario è il Gran Piemonte numero 108, con arrivo previsto a Borgomanero e un percorso che strizza l'occhio alle ruote veloci, con lo stesso Filippo Ganna che sulle strade di casa terminerà il suo anno, avendo deciso di saltare i Mondiali su pista.

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