Le 3 pietre di MVDP, un Pogacar di nuovo clamoroso, la sfortuna e il sogno di Pedersen: le voci post Roubaix

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Le 3 pietre di MVDP, un Pogacar di nuovo clamoroso, la sfortuna e il sogno di Pedersen: le voci post Roubaix

L'Inferno del Nord ha regalato un'altra grande classica da brividi con il terzo duello in serie, dopo Sanremo e Fiandre, tra l'olandese e lo sloveno che ora sono pari anche nel numero delle monumento in bacheca (8). Van der Poel furioso per la borraccia che gli è stata lanciata addosso: "E' tentato omicido, se non interverrà l'UCI lo faremo noi". Il campione del mondo pronto a tornare, dopo un debutto pazzesco: "In quella curva dove sono caduto ho semplicemente sbagliato entrando troppo forte".

Le voci post Roubaix, dopo una regina delle classiche da sogno, ancora una volta.

Il nuovo duello a livelli clamorosi tra Mathieu Van der Poel e Tadej Pogacar, ma non solo per la 122esima edizione sulle pietre dell’Inferno del nord, è stato qualcosa di magnifico sino all’episodio che ha deciso tutto, ovvero la caduta del campione del mondo ai -38 km dall’arrivo, per poi doversi accontentare del 2° posto ad oltre un minuto dall’olandese dell’Alpecin-Deceuninck, al tris consecutivo nel velodromo come solo Lapize e Moser in passato.

L’ottava monumento in bacheca, la seconda stagionale dopo la Sanremo, significa eguagliare “Pogi” in questa speciale graduatoria guidata, naturalmente, da sua maestà Eddy Merckx a quota 19. Tanta gioia per MVDP, che ha esaltato la qualità di Pogacar al debutto (“un avversario incredibile, può vincere anche la Roubaix e l’ha dimostrato oggi”), ma ha parlato anche in maniera netta e decisamente arrabbiata dell’episodio che ha visto un presunto tifoso, che di certo non è tale, lanciargli addosso una borraccia. “Mi avesse colpito sul naso l’avrebbe probabilmente rotto, si tratta di tentato omicidio ed è una cosa che non può essere lasciata passare così – ha spiegato Van der Poel a “Sporza” – Se non interverrà l’UCI, lo faremo direttamente noi”.

Mentre l’organizzazione di ASO non ha ancora commentato l’accaduto, da parte dell’Unione Ciclistica Internazionale si attende una denuncia prima di avviare un procedimento.

E Pogacar? Beh, la sua prima volta alla Roubaix è stata immaginifica, ancora una volta, con la sensazione che l’iridato potesse anche battere il re delle pietre prima di quell’errore di valutazione che gli è costato il contatto con MVDP e di fatto la corsa, per poi effettuare un altro cambio bici quando il distacco era già attorno ai 30 secondi. Ad ogni modo, 50 anni dopo Merckx il vincitore in carica del Tour sale sul podio della regina delle classiche, ma in casa UAE Emirates un po’ di rimpianti ci sono, come nel post Sanremo. “Negli ultimi 20 km ero cotto, è stata una delle gare più dure della mia vita – la prima analisi del fuoriclasse sloveno, come riporta Spazio Ciclismo – La caduta? Semplicemente sono entrato troppo veloce, ho sbagliato la valutazione, ma non credo a quel punto che avrei avuto molte chances di vittoria”.

Mads Pedersen sembrava poter essere nel giorno giusto, lui che ha preparato proprio questo obiettivo da mesi e ci arrivava nella miglior forma della carriera, per lottare con i due giganti. Sul primo vero attacco di Pogacar ai -70 km dal velodromo, però, il danese ha forato e perdendo praticamente un minuto è svanito lì il sogno di vincere la prima monumento della carriera per l’ex iridato, alla fine però comunque terzo come nel 2024 per replicare tra l’altro lo stesso podio del Fiandre di una settimana prima, seppur a posizioni invertite.

“Non potremo mai sapere come sarebbero andate le cose senza la foratura – ha detto il leader della Lidl-Trek dopo la corsa - Di certo stavo bene e la squadra è stata straordinaria: ci riproverò ancora tra un anno, per il mio sogno di vincere una monumento”.

Una l’ha conquistata, la Sanremo del 2020, ma Wout Van Aert aveva puntato di nuovo tutto su Fiandre e Roubaix e lascia la campagna del nord (anche se disputerà l’Amstel domenica prossima) con due quarti posti. Ieri c’erano tante attese sul fiammingo della Visma Lease a Bike, ma dalla Foresta di Arenberg in poi, WVA non è mai stato realmente nella lotta con Van der Poel e Pogacar: “Sì, puntavo a qualcosa di più anche se per questa Roubaix non abbiamo rimpianti. Sono buoni risultati, di sicuro non il massimo”.

Per vederlo di nuovo alzare le braccia al cielo, forse bisognerà attendere il prossimo Giro d’Italia, che Van Aert disputerà per la prima volta in carriera dopo la dolorosa rinuncia del 2024.

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