Pogacar eroe sfortunato alla sua prima Roubaix, è tris leggendario per Van der Poel davanti al campione del mondo

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Pogacar eroe sfortunato alla sua prima Roubaix, è tris leggendario per Van der Poel davanti al campione del mondo

Nuova, straordinaria sfida tra i due fenomeni nella "regina delle classiche", ma che peccato la caduta dello sloveno a 38 km dalla conclusione che apre la strada all'asso olandese, capace della doppietta con la Sanremo come nel 2023 e ad una serie storica come solo Lapize e Moser. Completa il podio Mads Pedersen, sfortunatissimo con una foratura chiave, battendo Van Aert ancora 4°: amari Ganna e Ballerini.

Il tris consecutivo da leggenda, un nuovo duello vinto con Tadej Pogacar per pareggiare proprio con lo sloveno il conto delle monumento in bacheca, 8 a testa.

Mathieu Van der Poel fa la storia conquistando la 122esima Parigi-Roubaix, che si aggiunge a quelle del 2023 e 2024 per diventare il terzo uomo in oltre un secolo ad infilare la serie dopo il francese Lapize, dal 1909 al 1911, e Francesco Moser dal ’78 all’80.

Rispetto alla cavalcata trionfale di un anno fa, questa volta il fenomeno olandese dell’Alpecin-Deceuninck deve soffrire eccome per piegare la resistenza di Pogacar, che al debutto nell’Inferno del Nord è semplicemente immenso, fa la grande selezione e viene fermato solo da una caduta che, di fatto, decide tutto a 38 km dalla conclusione.

Peccato non aver visto il duello sino al leggendario velodromo francese, con i due distanziati di 1’18” e Mads Pedersen, oltre i 2 minuti di distacco da MVDP, che si prende un altro podio dopo il Fiandre battendo, nella volata per il 3° posto, i primi due belgi che sono Wout Van Aert, 4° come una settimana fa, e Florian Vermeersch, compagno di Pogacar in casa UAE Emirates e già secondo a Roubaix nel 2021 tra Colbrelli e Van der Poel.

Poi Rutsch, un coraggioso Bissegger, il norge Hoelgaard gran 8° su Wright e Rex, con Philipsen che crolla e finisce 11°, dopo le piazze d’onore delle ultime due edizioni alle spalle del compagno Van der Poel, resistendo alla volata di gruppo che Filippo Ganna regola per il 13° finale, miglior italiano ma con un po’ di amaro in bocca.

Il verbanese ha dovuto inseguire sin dal primo settore di pavé, ad oltre 160 km dalla conclusione: in testa con i suoi compagni della Ineos Grenadiers, Pippo ha subito forato e si è trovato a dover recuperare circa un minuto nei successivi 35 km di corsa, rientrando (con Philipsen, che era caduto) prima di una Foresta di Arenberg, a poco più di 90 dall’arrivo, che ha visto Van der Poel scatenarsi all’uscita del tratto più iconico, attaccando in un paio di occasioni e portando via il gruppetto buono, con Pogacar, Philipsen, Pedersen e Bissegger.

Ai -70 episodio chiave, con l’iridato che attacca e contemporaneamente Mads Pedersen, che sembrava volare, che fora e perde in un amen oltre 1 minuto, finendo fuori dai giochi come lo stesso Bissegger; Pogacar è una furia e su Mons-en-Pevele, a poco più di 45 km dal gong, se ne va con Van der Poel a ruota, mentre Philipsen salta completamente. I due fenomeni si danno cambi regolari, ma ai -38 dopo un nuovo attacco sul pavé, l’asso sloveno cade in curva a destra, cambia bici e perde quei 20 secondi che proverà a recuperare per oltre 15 km, prima di una nuova sostituzione del mezzo e della bandiera bianca alzata ancora prima del Carrefour de l’Arbre, dove MVDP fora quando ormai, però, la corsa era vinta.

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