Che sorpresa nella prima del Tour "italiano": a Rimini la DSM-Firmenich beffa tutti e trionfa con Romain Bardet

Che sorpresa nella prima del Tour 'italiano': a Rimini la DSM-Firmenich beffa tutti e trionfa con Romain Bardet
Info foto

Spazio Ciclismo

Stradatour de france 2024

Che sorpresa nella prima del Tour "italiano": a Rimini la DSM-Firmenich beffa tutti e trionfa con Romain Bardet

All'ultima Grande Boucle della carriera, il transalpino corona il sogno della prima maglia gialla arrivando col compagno Van den Broek per pochi secondi sul gruppo, regolato da Van Aert (3° amaro) e Pogacar. Bettiol è decimo, domenica doppio San Luca a Bologna.

Un avvio a sorpresa, per il Tour de France “italiano”, visto che alla 111esima edizione si è partiti per la prima volta dal bel paese con i 206 km della Firenze-Rimini.

Una prima tappa che vede la DSM-Firmenich piazzare un colpo sensazionale, con la doppietta aperta da Romain Bardet e chiusa da un monumentale Frank Van den Broek, decisivo in supporto al capitano che, a quasi 34 anni e all'ultima recita sulle strade della “sua” corsa (nella quale è salito due volte sul podio della generale), lui che dal giugno 2025 passerà definitivamente al mondo gravel, veste per la prima volta la maglia gialla con un capolavoro di tattica, gambe e coraggio.

Ad oltre 40 km dalla conclusione, il vice campione del mondo 2018 (quest'anno 2° alla Liegi e nella top ten della generale al Giro d'Italia) parte dal gruppo dei big e piomba sulla fuga di giornata, inizialmente composta da 9 uomini e che si riduce, dopo aver staccato anche l'ex campione francese Valentin Madouas, alla coppia Bardet-Van den Broek.

A quel punto, per arrivare a scollinare l'ultima salita di giornata verso San Marino, mentre da dietro ci prova un generoso Ben Healy che, però, di fatto vanifica il lavorone dell'EF-EasyPost, comincia una cronocoppie stile Trofeo Baracchi con il duo della DSM che riesce a mantenere un minuto e mezzo in vetta, a 25 km dall'arrivo, e negli ultimi 15 in pianura perde sempre più terreno, ma con quella decina di secondi alla flamme rouge riesce a firmare la sorpresona d'apertura della Grande Boucle, con Bardet a celebrare e ringraziare il giovane compagno tagliando la linea del traguardo.

Ad appena 5 secondi, ecco il gruppo con l'ennesima pagina amara per Wout Van Aert, che ha ricevuto poco supporto dai compagni (anche perchè Kelderman ha fatto il suo e c'erano solo Jorgenson e capitan Vingegaard con il belga) e ha dovuto contare sul lavoro di EF-EasyPost e Lidl-Trek per sperare che il suo sprint, decisamente di livello, potesse valere per la vittoria e non per la terza piazza.

Alle spalle di WVA, ecco Tadej Pogacar che comincia a tessere la sua tela per l'obiettivo maglia gialla, anche se oggi non guadagnerà nulla sui rivali, regolando Van Gils, Aranburu, Pedersen (bravissimo a tenere in salita, ma nella volata di una cinquantina di corridori non ne aveva più), un Evenepoel positivo, Bilbao e poi il campione d'Italia, Alberto Bettiol, là davanti come Ciccone e naturalmente Vingegaard e gli altri big, anche se qualche potenzialmente uomo da classifica è subito saltato, vedi Gaudu finito a quasi mezz'ora come il connazionale Vauquelin o lo stesso Poels. Si è salvato dal tempo massimo Mark Cavendish, così come Fabio Jakobsen, dopo essersi staccato sulla prima salita e aver rischiato davvero grosso, aiutato dai compagni dell'Astana che ha perso, però, Michele Gazzoli costretto subito al ritiro (rimangono solo 7 gli italiani in gara).

Domenica la Cesenatico-Bologna, con l'omaggio a Marco Pantani alla partenza e quasi 200 km di attesa battaglia nel circuito finale, visto che verrà affrontato due volte il San Luca con i suoi tostissimi 2 km al 10% di media, l'ultima volta scollinando a 12 km dalla linea d'arrivo.

© RIPRODUZIONE RISERVATA
55
Consensi sui social