Il Tour "faro" della ripresa ciclistica: da Bernal a Roglic, tutte le stelle per la Grande Boucle

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Il Tour "faro" della ripresa ciclistica: da Bernal a Roglic, tutte le stelle per la Grande Boucle

Fissato per il 29 agosto il via da Nizza, con l'atteso duello tra Team Ineos e Jumbo-Visma e una concorrenza spaventosa. Nibali, invece, punterà sul Giro.

E' stato scelto dall'UCI, ma in generale dall'intero movimento ciclistico, come il faro del nuovo calendario attorno al quale far ruotare tutti gli altri grandi appuntamenti per la ripresa.

Ovviamente non possono esserci ancora certezze assolute sulla sua disputa che, ad ogni modo, si vuole con il pubblico presente sulle strade, ma il Tour de France viaggia lanciato verso l'edizione 2020, riprogrammata dal 29 agosto al 20 settembre. Un percorso atipico, con una sola cronometro il penultimo giorno di gara, tra l'altro con arrivo durissimo in vetta alla Planche des Belles Filles, e tante salite inedite lungo un tracciato che, considerata anche l'anomalia del lungo stop che vede i corridori fermi dalla Parigi-Nizza dei primi giorni di marzo, potrà regalare mille sorprese.

Ci sono però tante certezze in termini di partecipazione: ancor più che in passato, visto che Giro e Vuelta coincideranno in buona parte con le classiche, la Grande Boucle vedrà al via il meglio del ciclismo mondiale con una sfida diretta già pre annunciata da mesi, ben prima che arrivasse la pandemia.

Team Ineos vs Jumbo-Visma, ovvero la squadra che ha vinto sette delle ultime otto edizioni (l'unica eccezione, il Tour di Nibali del 2014) con quattro corridori diversi, dal poker di Froome ai successi di Wiggins, Thomas e Bernal, contro gli olandesi che hanno investito moltissimo per schierare un super tridente come quello formato da Primosz Roglic, Tom Dumoulin e Steven Kruijswijk (l'unico dei tre a non aver vinto un GT, ma sul podio del Tour 2019).

Ineos che proporrà quindi gli ultimi tre vincitori, Froome, Thomas e Bernal nell'ordine, ma con le voci di mercato che riguardano proprio il keniano bianco, in caccia del quinto trionfo dopo il terribile infortunio dello scorso anno al Delfinato, ma dubbioso sulla possibilità che la “sua” squadra possa garantirgli il ruolo di capitano.

Alle spalle di questi sei potenziali vincitori, però, c'è una schiera di campioni in grado di giocarsela eccome almeno per il podio finale: da Emanuel Buchmann, 4° nel 2019, ai francesi Pinot e Bardet, sempre protagonisti sulle loro strade, passando per un Nairo Quintana già brillantissimo in avvio di stagione e più volte sul podio di Parigi, pur senza aver coronato sinora il sogno giallo. E poi il duo della Trek-Segafredo composto da Porte e Mollema, quello probabile della UAE che farà esordire Tadej Pogacar (3° all'ultima Vuelta nel suo primo grande giro) e vuole rilanciare Fabio Aru, la miglior carta da giocare per l'Italia a livello di classifica, visto che Vincenzo Nibali ha optato per andare all'assalto del suo terzo Giro d'Italia.

Da non dimenticare anche la Movistar con Enric Mas e l'eterno Alejandro Valverde, ma soprattutto due scalatori come Mikel Landa (Bahrain-McLaren) e Miguel Angel Lopez (Astana), la coppia di gemelli britannici Adam e Simon Yates, che dovrebbero guidare la Mitchelton-Scott, oltre a Rigoberto Uran, Ilnur Zakarin, Daniel Martin e quella mina vagante che risponde al nome di Julian Alaphilippe.

Il fuoriclasse transalpino, 5° lo scorso anno dopo aver sognato in maglia gialla sino a due tappe dalla fine, capirà in corso d'opera se poter lottare ancora per la generale o puntare alle tappe, come faranno gli altri specialisti che poi ad ottobre mireranno dritto sulle classiche, tra Ardenne e pietre del nord: parliamo di Peter Sagan, Matteo Trentin, Michael Matthews, Greg Van Avermaet, Wout Van Aert, Philippe Gilbert, Tiesj Benoot, Jasper Stuyven e tanti altri. E poi la pattuglia dei velocisti, composta da Caleb Ewan (plurivincitore nel 2019 con tre tappe), Sam Bennett all'esordio con la Deceuninck-Quick Step, Fernando Gaviria (UAE) e due frecce tricolori quali Elia Viviani, alla sua prima stagione con la Cofidis e vincitore lo scorso anno della sua prima tappa in Francia, e Niccolò Bonifazio, già trionfatore in una frazione della Parigi-Nizza. Proprio l'ultima corsa pre Covid-19.

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