Pogacar, i numeri da record e l'obiettivo maglia iridata: "Dopo gli errori degli ultimi anni, è stato il Tour perfetto"

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Stradal'intervista

Pogacar, i numeri da record e l'obiettivo maglia iridata: "Dopo gli errori degli ultimi anni, è stato il Tour perfetto"

Poche ore dopo aver firmato la storica doppietta con il Giro d'Italia, il fuoriclasse sloveno ha confermato che non andrà alla Vuelta Espana, puntando prima alle Olimpiadi ma, considerato il percorso ben più adatto alle sue caratteristiche, soprattutto al Mondiale di Zurigo. "Sarebbe stato incredibile anche se avessi ottenuto solo la maglia rosa".

E' l'ottavo uomo della storia ad esserci riuscito, il primo nel nuovo millennio visto che dal 1998, nell'estate indimenticabile di Marco Pantani, nessuno aveva più firmato la doppietta Giro d'Italia-Tour de France.

Non poteva che realizzarla lui, Tadej Pogacar, il fenomeno del ciclismo moderno, capace di vincere i grandi giri e le classiche, se pensiamo che gli mancano solo Sanremo (e c'è andato già molto vicino...) e Roubaix tra le monumento, per un ragazzo di 25 anni che onora tutte le corse da marzo a ottobre, con gli ultimi tre Lombardia vinti proprio dal campionissimo di Komenda.

Con le sei tappe conquistate nella Grande Boucle terminata domenica a Nizza, “Pogi” è arrivato a quota 17 centri al Tour, praticamente già a metà del cammino record di Mark Cavendish, salito a 35 col suo ultimo timbro di questa edizione così speciale e che ha chiesto a Tadej, scherzando ma neppure troppo con la maglia gialla al termine di una tappa, di non toglierli il primato che il britannico ha realizzato superando Eddy Merckx.

A proposito del “cannibale”, si sprecano i paragoni tra Pogacar e il più grande e vincente corridore della storia, che nel 1974, come poi riuscì solo a Stephen Roche nel 1987, aggiunse la maglia iridata alla doppietta Giro-Tour (che Merckx aveva già messo assieme nel 1970 e 1972). Proprio i campionati del mondo sono il grande obiettivo della seconda parte di stagione del faro della UAE Emirates, che ad inizio 2024 ha già vinto Strade Bianche e Liegi-Bastogne-Liegi (oltre al Catalunya), che non disputerà la Vuelta Espana ma che tra due settimane sarà comunque protagonista della corsa olimpica di Parigi.

Il percorso della gara iridata di Zurigo a fine settembre, però, è molto più adatto della gara a cinque cerchi per un Pogacar che poi chiuderà l'anno col tentativo di poker consecutivo al Lombardia.

E nel 2025? Molti sognano che Jonas Vingegaard possa optare, visto che tra l'altro il danese salterà anch'egli la Vuelta Espana (lo rivedremo a San Sebastian e al Giro di Polonia, poi diventerà padre per la seconda volta tra fine agosto e settembre), per il Giro d'Italia dove, a quel punto, magari si presenterà di nuovo pure Pogacar per poi bissare la supersfida con l'eterno rivale della Visma Lease a Bike al Tour, che il prossimo anno partirà da Lille.

“Non so descrivere la mia felicità, dopo due anni duri con qualche errore commesso qui al Tour – le prime parole di Tadej dopo il trionfo coronato pure dal dominio totale nella crono conclusiva da Monaco a Nizza – Quest'anno è andato tutto alla perfezione, è la prima corsa a tappe in cui mi sono sempre sentito fiducioso, anche al Giro ricordo di aver avuto una brutta giornata, ma non dirò quale...

Mi sono divertito dal giorno uno fino ad oggi e ho avuto dietro di me un grandissimo supporto. Vincere Giro e Tour nello stesso anno è incredibile, non avrei mai pensato di riuscirci. Forse per qualcuno la corsa rosa poteva risultare un paracadute, nel caso non fossi riuscito poi a vincere la maglia gialla: posso dire che anche vincendo solo il Giro, sarebbe stato un anno stupendo, ma il Tour de France è un altro livello e vincerli entrambi è qualcosa di ancora più alto. Sono super contento e davvero orgoglioso”.

La testa andrà presto al Mondiale: “Van Der Poel sta proprio bene con la maglia di campione del mondo (i due tra l'altro sono molto amici, ndr), non vorrei prenderla proprio dalle sue spalle quest'anno, ma vorrei indossare l'iride da sempre. Per fortuna c'è ancora tempo prima di pensare a questo”.

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