A sorpresa c'è Lutsenko nell'Astana per il Giro. Il percorso? Duro, non durissimo e con oltre 70 km a crono

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Stradagiro d'italia 2024

A sorpresa c'è Lutsenko nell'Astana per il Giro. Il percorso? Duro, non durissimo e con oltre 70 km a crono

Il campione kazako ha scelto la corsa rosa, ci saranno anche il tricolore Velasco e Ballerini, oltre a Scaroni. Sabato il via col finale insidiosissimo di Torino, poi l'arrivo in salita ad Oropa e seguiranno tre possibili volate, prima della tappa con le strade bianche e la cronometro in Umbria. I tapponi? Livigno, Brocon e il gran finale col doppio Monte Grappa.

Giro d'Italia numero 107, -5 giorni.

Sabato il via della corsa rosa, che avrà tra le sue fila un elemento (tutt'altro che da sottovalutare) in più rispetto alle previsioni. Alexey Lutsenko, infatti, ha deciso di puntare sul primo GT stagionale anziché sul Tour come inizialmente programmato dall'Astana per il suo punto di riferimento: il campione del Kazakhstan, recente vincitore del Giro d'Abruzzo e 8° alla Liegi, si è ritirato dal Romandia dopo il cronoprologo iniziale ma è recuperato pienamente e così si è deciso di portarlo da faro al Giro, puntando probabilmente a fare classifica assieme a Lorenzo Fortunato, che in montagna virerà più verso i successi di tappa che non ad una potenziale top 10.

Il tricolore Simone Velasco sarà, assieme ad un Christian Scaroni molto positivo nel 2024, la freccia per le tappe mosse con arrivi “esplosivi”, mentre per gli sprint puri ecco l'accoppiata formata da Davide Ballerini e Max Kanter. Infine, l'eritreo Henok Mulubrhan, altro elemento dallo spunto decisamente veloce, e uno scalatore come Vadim Pronskiy.

Il percorso del Giro 2024 non è forse durissimo, ma si può definire decisamente equilibrato ed è chiaro che la presenza di Tadej Pogacar condizionerà comunque parecchio la corsa: già alla prima tappa, lo sloveno potrebbe accendere la bagarre nella seconda parte della Venaria Reale-Torino, 140 km con Superga, Colle della Maddalena e lo strappo cittadino, piazzato a neppure 3 km dall'arrivo, che non porteranno certamente ad uno sprint di gruppo troppo corposo.

Già il secondo giorno di corsa, domenica 5 maggio, l'arrivo in salita verso il Santuario di Oropa con i 161 km che prevedono la partenza da San Francesco al Campo e la decisione finale tutta sui 13 km dell'erta dove nel 1999 Marco Pantani firmò una delle sue imprese più belle.

Per Jonathan Milan e rivali, la vera chance d'apertura per uno sprint dovrebbe presentarsi nella terza frazione, 166 km da Novara a Fossano ma con uno “zampellotto” nei 3 km finali che rappresenta comunque una variabile. Idem o quasi il giorno successivo, 190 km da Acqui Terme ad Andora, 190 km abbastanza semplici ma con i 2 km del Capo Mele da scollinare ad appena 2500 mt dall'arrivo prima della picchiata verso il traguardo.

Quinta tappa da Genova a Lucca, con il Montemagno a poco più di 20 km dall'arrivo quale insidia per i velocisti, anche se difficilmente si sfuggirà dalla soluzione di gruppo compatto. Ben diversa la storia del sesto giorno con gli sterrati delle strade bianche, da Torre del Lago (con omaggio a Puccini) a Rapolano Terme, 180 km nel complesso ad anticipare i 40 contro il tempo della 7^ frazione, venerdì 10 maggio da Foligno a Perugia per una cronometro che proporrà gli ultimi 5 km in salita e farà grandi differenze tra i big per la generale.

Ottava tappa e secondo arrivo in salita, da Spoleto a Prati di Tivo per 152 km con gli ultimi 14 al 7% di media. La prima settimana terminerà con la Avezzano-Napoli, 214 km che strizzano l'occhio alle fughe, visto che il finale è frastagliato scalando, come nel 2022, il Monte di Procida prima di involarsi verso la città.

Giorno di riposo e per la decima frazione si salirà ancora: da Pompei a Cusano Mutri, arrivando in vetta a Bocca della Selva anche se il finale è tutt'altro che impossibile. Undicesima tappa da Foiano di Val Fortore a Francavilla al Mare, probabilissima volatona, poi alla dodicesima i 193 km da Martinsicuro a Fano con i muri marchigiani.

Piattone per la 13^ frazione, 179 km da Riccione a Cento, poi un terzo week-end cruciale con i 31,2 km a crono da Castiglione delle Stiviere a Desenzano del Garda, prima del vero tappone che “stapperà” il Giro: 220 km da Manerba del Garda al Mottolino, la montagna sopra Livigno per arrivare a quasi 2400 mt d'altitudine scalando prima il Mortirolo, il Foscagno e i 6 km conclusivi che diventano sempre più duri con i 2 km finali vicini al 10%. Ultimo riposo e da Livigno si ripartirà scalando lo Stelvio e poi con tantissima pianura per arrivare in Val Gardena, sul muro sopra Santa Cristina che propone 2500 mt all'11%.

Attenzione alla 17esima tappa, il giorno successivo da Selva di Val Gardena al Passo del Brocon, con doppia ascesa per una salita che torna protagonista della corsa rosa dopo tantissimi anni. I big potranno recuperare energie giovedì 23 maggio, con un'attesa volata da Fiera di Primiero a Padova, mentre la 19esima e la 20esima frazione chiuderanno i conti di nuovo con tanta salita.

Da Mortegliano a Sappada, arrivo non durissimo ma verso Cima Sappada, a poco più di 5 km dall'arrivo in falsopiano, ci saranno tratti attorno al 10%, mentre saranno tosti eccome i 184 km da Alpago a Bassano, con la doppia scalata al Monte Grappa e i 30 km finali tra discesa e il breve tratto di pianura finale. Domenica 26 maggio, la conclusione con la passerella, per il secondo anno consecutivo, a Roma con i 125 km che lanceranno l'ultima sfida, forse anche per la maglia ciclamino, tra i velocisti ancora in gruppo.

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