L'inchino rosa (e quella borraccia donata) di Tadej al suo primo Giro. Pogacar è già leggenda: "Che avventura in Italia"

L'inchino rosa (e quella borraccia donata) di Tadej al suo primo Giro. Pogacar è già leggenda: 'Che avventura in Italia'
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Stradagiro d'italia 2024

L'inchino rosa (e quella borraccia donata) di Tadej al suo primo Giro. Pogacar è già leggenda: "Che avventura in Italia"

Parola alla maglia rosa che, trionfando con quasi 10 minuti di margine su Dani Martinez, ha riscritto tanti record e ora punta alla doppietta con il Tour 26 anni dopo Pantani. Tiberi e Pellizzari le grandi speranze per il futuro di un movimento tricolore che ora può sorridere: resta la volatona di domenica a Roma con Milan atteso per il possibile poker di tappe.

Uno show per salutare il suo primo Giro d'Italia alla maniera dei grandi, che ormai per lui in termini di paragone sono Merckx, Hinault e... chi altro?

Tadej Pogacar, sul traguardo di Bassano del Grappa, è arrivato con oltre 2 minuti di vantaggio sui primi inseguitori, ancora una volta per la sesta gemma personale in una corsa rosa nella quale ha sfiorato il record di Merckx 1973 e Bugno 1990, ovvero comandare la classifica dalla prima all'ultima tappa.

Battuto a Torino da Narvaez e Schachmann, ma dopo aver attaccato già in quella giornata inaugurale di 3 settimane fa, il fenomeno sloveno si è ripreso poi tutto con gli interessi, dominando in maniera paurosa un Giro n° 107 che vedrà Dani Martinez e Geraint Thomas, domani sera a Roma, sul podio al suo fianco ma con distacchi pazzeschi: basti pensare che i 9'56” sul colombiano della Bora-Hansgrohe non si vedevano dagli oltre 11 minuti di Adorni su Zilioli nell'edizione del 1965, ovvero 59 anni fa.

Sei centri in termini di tappe, bisogna tornare al 2004 di Petacchi (ma lo spezzino era un velocista, tutt'altra storia) che arrivò addirittura a nove per trovare qualcosa di meglio nel nuovo millennio, ma ora “Pogi” è atteso ad un altro appuntamento con la storia.

Firmare la doppietta Giro-Tour 26 anni dopo Marco Pantani, e ci sarà di nuovo l'Italia nel suo destino visto che, per la prima volta, la Grande Boucle partirà dal nostro paese, il 29 giugno da Firenze; intanto, a quasi 3 anni dalla sua seconda maglia gialla, il leader della UAE torna a vincere un grande giro dopo aver messo in bacheca, nel frattempo, la bellezza di sei classiche monumento (3 Lombardia, 1 Fiandre e 2 Liegi, la prima Doyenne arrivò tra i due Tour de France vinti).

Il movimento tricolore, in attesa di vedere se Jonathan Milan riuscirà a fare poker domani nella capitale (le altre due tappe italiane le hanno vinte Ganna e Vendrame), può già brindare ad un Giro positivo, perchè i segnali sono stati tanti anche in prospettiva, dallo splendido Pellizzari del Monte Pana (secondo dietro a Pogacar) e della doppia scalata odierna al Grappa, dove solo l'azione della maglia rosa ha impedito che il ventenne marchigiano potesse davvero farcela, al 5° posto finale con maglia bianca di miglior giovane per Antonio Tiberi.

E' vero, il classe 2001 della Bahrain-Victorious non aveva nascosto di puntare anche al podio, ci credeva e forse la possibilità, vista la concorrenza alle spalle di Pogacar, c'era pure ma quei due minuti persi causa doppio cambio di bici salendo verso Oropa, alla 2^ tappa, sono stati fatali. Il quinto posto, lottando per la prima volta tra i “grandi” dopo due Vuelta Espana corse di fatto da gregario, vale comunque tantissimo per il laziale.

Abbiamo seguito il nostro piano – ha commentato invece Pogacar dopo l'ennesima impresa, come riportano i colleghi di “Spazio Ciclismo” - Un lavoro perfetto della squadra, Molano e Rui Oliveira hanno controllato la fuga all'inizio, poi gli altri ragazzi hanno contenuto e sulla prima scalata il ritmo era già alto. In discesa siamo stati tranquilli (dopo l'attacco di Pellizzari, ndr), poi abbiamo accelerato di nuovo in salita. Ho provato emozioni indescrivibili anche grazie al pubblico.

Forse non era così importante vincere oggi, ma avevamo la maglia rosa dalla seconda tappa, volevamo dimostrare ancora qualcosa. Per me era anche un ulteriore test in vista di questa estate, volevo finire il Giro con lo spirito giusto e in forma, ora mi godrò il post e poi sarà solo preparazione verso il Tour”.

La grande rivincita con Vingegaard, in attesa di capire se il danese potrà davvero esserci tra poco più di un mese, è già nei pensieri ma tra poche ore ci sarà la passerella. “Non sono mai stato a Roma, sicuramente me la godrò e speriamo che non piova. Vedremo se riusciremo ad aiutare Rui e Molano per la volata, la cosa più importante è superare la giornata e spero di poter tornare presto a casa. E' stata una grande avventura in Italia, con così tanti tifosi, ma anche amici e famiglia”.

E Tadej ha reso felice un ragazzo in particolare, colui che sullo strappo conclusivo, nel mezzo della discesa dal Grappa quando la maglia rosa era già in perfetta solitudine al comando della tappa, ha ricevuto dal più grande campione del ciclismo moderno la borraccia dello sloveno che, in quel momento, ha reso l'ultima grande giornata di montagna di questo Giro ancora più bella.

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