Magnus Cort Nielsen completa la collezione: prima vittoria al Giro, ma è caos Covid e lascia anche Vlasov

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Magnus Cort Nielsen completa la collezione: prima vittoria al Giro, ma è caos Covid e lascia anche Vlasov

Premiata la fuga nella 10^ tappa da Scandiano a Viareggio, con il danese che regola Gee e un commovente De Marchi. Pedersen regola il gruppo, Milan chiude 7° e mantiene la maglia ciclamino. Protesta dei corridori in mattinata, tantissimi i ritiri.

Un'altra giornata durissima al Giro, quasi interamente trascorsa dai corridori sotto la pioggia, in una Scandiano-Viareggio, 196 km per la decima frazione della corsa rosa, che finisce nel paniere di Magnus Cort Nielsen (secondo successo in questa edizione per l'EF-EasyPost).

Dopo Tour (due sigilli di tappa) e Vuelta (ben sei volte ha fatto centro), il passistone danese conquista la sua prima vittoria anche al Giro, completando la collezione esattamente come ha fatto a Napoli, pochi giorni fa, il connazionale Mads Pedersen.

Proprio il leader della Trek-Segafredo ha regolato il gruppo arrivato ad una cinquantina di secondi dai tre strepitosi protagonisti di una fuga di oltre 170 km arrivata sino al traguardo: assieme a Cort Nielsen, sono stati super anche il canadese Derek Gee (Israel), secondo come a Fossombrone e di nuovo alle spalle di un alfiere EF (sabato scorso fu Ben Healy a staccarlo), e un Alessandro De Marchi che nell'ultimo km e mezzo non ha avuto più le energie per giocarsela, ma è stata un'autentica locomotiva sfiorando il capolavoro dopo la grande azione di Napoli.

Terzo posto per il friulano, poi come detto Pedersen davanti a Pascal Ackermann, Stefano Oldani 6° e la maglia ciclamino di Jonathan Milan in 7^ posizione, con il corazziere della Bahrain-Victorious che prima ha allungato in discesa dal Passo delle Radici assieme ai compagni di team Caruso e Pasqualon, è caduto ma ha continuato a lottare, arrivando ad ottenere altri punti e in una top ten con Cavendish, Maestri e Fiorelli alle sue spalle.

E' stata, però, anche la tappa delle polemiche e della ripartenza senza colui che aveva vestito l'ultima maglia rosa prima del giorno di riposo, Remco Evenepoel che ieri ha abbandonato la carovana dopo la positività al Covid emersa domenica sera.

Il virus, purtroppo, è stato ancora protagonista con ritiri in doppia cifra tra mancate partenze da Scandiano e addii in corsa, il più “pesante” quello di Aleksandr Vlasov, uno dei candidati al podio finale di Roma: non tutti causa Covid, tanto che la stessa Bora-Hansgrohe ha confermato che per il russo i test hanno dato esito negativo, ma la preoccupazione è tantissima e prima dello start nel paese in provincia di Reggio Emilia, tanti corridori hanno chiesto all'organizzazione e al direttore del Giro, Mauro Vegni, di ridurre la tappa o neutralizzarla sino al Passo delle Radici, dove si è arrivati a temperature vicine allo 0°.

Alla fine si è corso regolarmente e in condizioni decenti, ma in gruppo l'allarme è costante e tante squadre sono già decimate: tra le altre, la Israel ha perso capitan Domenico Pozzovivo, risultato positivo, e l'Intermarché il norvegese Bystrom, fermato dopo aver “confessato” di aver corso sapendo di aver contratto il virus, e l'estone Taaramae.

Primo giorno in rosa (della carriera) tutto sommato senza troppi problemi per Geraint Thomas, che in classifica generale precede di 2” Primoz Roglic e di 5 il compagno di team Tao Geoghegan Hart, con Almeida a 22 (Caruso è 6°, tra i due il norvegese Leknessund che oggi ha lasciato 13” e ha già dichiarato di puntare ad una tappa più che alla GC) e il secondo leader della UAE Emirates, Jay Vine, oggi saltato completamente.

L'australiano è caduto scendendo dal Radici e, dopo non essere riuscito a rientrare sul gruppo principale nonostante l'aiuto dei compagni di squadra, ha pagato oltre 11 minuti di distacco all'arrivo di Viareggio.

Mercoledì l'undicesima frazione, la più lunga della corsa rosa 2023 con i suoi 219 km da Camaiore a Tortona, adatti alle ruote veloci e probabilmente (e finalmente...) con un meteo più clemente.

Prima tappa quest'oggi sulle strade di Francia, con la Quattro Giorni di Dunkerque che si apre nel segno di Olav Kooij.

Volata di grandissima potenza da parte del giovane velocista della Jumbo-Visma, dominante sul traguardo di Abbeville per piegare Max Walscheid (Cofidis) e Paul Penhoet, talento della Groupama-FDJ reduce dal primo successo in carriera. Uno sprint di gruppo compatto condizionato in parte dalle cadute, con Arnaud De Lie e Cees Bol tagliati fuori, mentre il miglior italiano è risultato Matteo Malucelli, buon sesto.

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