Next Gen da vergogna: 24 corridori squalificati dal Giro per essersi attaccati ad ammiraglie e moto sullo Stelvio

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Sara Cavallini

Stradagiro next gen 2023

Next Gen da vergogna: 24 corridori squalificati dal Giro per essersi attaccati ad ammiraglie e moto sullo Stelvio

Clamoroso quanto successo nel tappone di ieri: in tarda serata, la giuria ha comunicato l'esclusione dopo aver visionato le immagini che indicano chiaramente quanto accaduto. E tornano in mente le polemiche dei ds italiani lo scorso anno, in merito alla durezza del percorso...

Una figuraccia, da parte di corridori e direttori sportivi, ma anche dei mezzi al seguito di una corsa, il Giro Next Gen, chiamata a lanciare i talenti del futuro.

Alcuni stanno facendo vedere cose straordinarie, dalla crono super del belga Alec Segaert alla volata di Luke Lamperti sino alla stoccata, tappa e maglia, del norvegese Johannes Staune-Mittet ieri sulle rampe dello Stelvio (ma anche i migliori giovani italiani si sono fatti vedere, pensiamo a Busatto, De Pretto, Bruttomesso e Martinelli in primis).

Proprio la tappa regina, con la scalata al gigante tra Lombardia e Alto Adige, ci ha fatto vedere però anche il peggio, ed è clamorosa la notizia dell'esclusione dalla corsa per 24 corridori, in gran parte italiani (ahinoi, va sottolineato), per essersi attaccati alle ammiraglie al seguito, ma come si vede da alcuni filmati amatoriali anche alle moto della polizia in servizio.

Corridori che pensavano di farla franca (come spesso è capitato in passato, inutile nasconderlo) visto anche il deserto di pubblico attorno a loro, e pure su questo tema il nuovo organizzatore RCS Sport dovrebbe interrogarsi, visto che la salita più attesa dell'intera settimana è stata completamente ignorata dagli appassionati.

I video sono chiarissimi e oggi, per la quinta tappa con traguardo in lieve ascesa a Manerba del Garda, non saranno più in gruppo Blake Agnoletto (ARA), quattro corridori del Sissio Team, ovvero Riccardo Bregoli, Luca Franzosi, Giovanni Gazzola e Tommaso Marocchi, poi Matteo Freddi (BTC), Jacopo Di Silvestro, Pietro Ferrari e Lorenzo Ghirardi della Ciclistica Rostese, Frank Aron Ragilo (DDS), Kevin Pezzo Rosola (GEF), Alfred Hobbs (CGF), Marco Manenti (Hopplà-Petroli Firenze), Tijl De Decker (LDD), Lorenzo Magli e Alessandro Venturini (Mastromarco), Alessio Portello (Q3C), Joshua Amos Gudnitz e Lorents Magnus Nielsen (TCQ), Riccardo Perani (Team Interregionale), Luca Collinelli, Matteo Montefiori e Gidas Umbri (TER), Simen Evertsen-Hegreberg (TIR).

Squalificati, senza possibilità di sostituzione del veicolo al seguito del team, anche quattro direttori sportivi: si tratta di Matthew Wilson (ARA), Marco Toffali (Sissio Team), Giuseppe Damilano (Ciclistica Rostese) e Dario Dal Canto della Mastromarco.

Tornano così alla mente le polemiche, innescate da una discreta fetta dei ds italiani presenti allo scorso Giro d'Italia dei giovani, targato sino al 2022 ancora dall'organizzazione di Selleri e Pavarini, sulla durezza del percorso proposto, tanto che lo stesso Davide Cassani, che ha contribuito a far rinascere la corsa rosa dedicata ai talenti, sottolineò con amarezza come le nostre squadre dovessero fare uno step anche a livello di mentalità, non solo di programmazione e di confronto a livello internazionale con le realtà che stanno dominando.

Un anno dopo, le parole dell'ex ct azzurro rimangono attuali e drammaticamente realistiche sulla situazione del nostro ciclismo.

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