Tadej, fenomeno in rosa! Altro numero eccezionale di Pogacar sul Mottolino, brutta giornata per Tiberi

Tadej, fenomeno in rosa! Altro numero eccezionale di Pogacar sul Mottolino, brutta giornata per Tiberi
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Tadej, fenomeno in rosa! Altro numero eccezionale di Pogacar sul Mottolino, brutta giornata per Tiberi

La 15^ tappa del Giro, quella regina sulle montagne di Livigno, vede il fuoriclasse sloveno staccare tutti sul Foscagno per riprendere Quintana negli ultimi 2 km e firmare il poker. Thomas e Martinez confermano la zona podio, dal quale si allontana Tiberi che paga 4 minuti ma salva la maglia bianca. Quattro Giorni di Dunkerque, dominio di Bennett, ad Anversa si impone Kristoff. Vuelta a Burgos femminile, Vollering si prende tutto.

Un'azione impressionante, cominciata quando mancavano 15 km alla conclusione, oltre 6 alla vetta del Foscagno, per andare a riprendere tutti i fuggitivi e firmare il poker di tappe in un Giro d'Italia semplicemente dominato.

Tadej Pogacar l'aveva fatto capire chiaramente, ci teneva eccome a conquistare la frazione più attesa, quella con l'arrivo ai 2387 mt di quota del Mottolino, al termine di 222 km devastanti (con 5200 metri di dislivello per oltre 6 ore di durata) con partenza da Manerba del Garda e arrivo nel sito olimpico dei Giochi di “Milano Cortina 2026”, praticamente sulle piste da sci del comprensorio sopra Livigno.

E' stato spettacolo puro quello offerto nuovamente dal campionissimo sloveno della UAE Emirates per chiudere la seconda settimana di una corsa rosa che ha un solo padrone, con un margine nella generale che ora sfiora i sette minuti sui primi inseguitori, che sono sempre Geraint Thomas e Dani Martinez.

Andiamo con ordine: è stata una giornata tutt'altro che facile da gestire per la squadra della maglia rosa, visto che sul primo GPM di Lodrino se ne sono andati oltre 50 corridori in fuga, arrivando ad accumulare mai più di 5 minuti di vantaggio sul plotone dei big. Sul Colle San Zeno e poi sul Mortirolo, il passaggio davanti a tutti di Christian Scaroni (Astana), poi sul Foscagno (15 km al 6,4%, la salita chiave di tappa) se ne va Nairo Quintana, con la UAE che non riesce ad abbassare sotto i 3' il margine del colombiano e degli altri fuggitivi ancora in quota, tra cui Storer e un ottimo Piganzoli, oltre a Valter e un commovente Steinhauser.

Così, poco dopo metà scalata la maglia rosa si trova costretta, per provare a vincere una tappa che altrimenti sarebbe nelle mani del vincitore del Giro 2014 che tenta la rinascita con la “sua” Movistar, a partire molto prima del previsto: il vuoto che fa “Pogi” è semplicemente pauroso, rifilando praticamente un minuto ai diretti avversari (se così possiamo chiamarli, la lotta per la classifica in realtà non c'è mai stata in chiave vittoria finale) in poco più di 2 km. L'asso di Komenda salta tutti, ma in cima al Foscagno il buon Quintana ha ancora 40 secondi sullo sloveno, così come a 4500 metri dall'arrivo quando si ricomincia a salire verso il Passo di Eira e poi il Mottolino: bastano i 2,5 km verso il bivio che poi indirizza ai 2 km finali al 10% di media, per fare sì che Pogacar piombi sul colombiano, staccandolo immediatamente quando mancano 1800 metri.

Alla fine, Quintana sarà secondo a 29”, il terzo di tappa è Georg Steinhauser (EF) a 2'32”, resistendo per un bel piazzamento a Romain Bardet (DSM-Firmenich), che riscatta alla grande una cronometro difficile e, partendo nel tratto finale del Foscagno, concluderà 4° a 2'47” davanti agli altri big di classifica, con Martinez (l'unico che ha provato a rispondere a Pogacar per qualche centinaio di metri, prima di rialzarsi) 5° a 2'50” assieme a Thomas, mentre O'Connor cede 8” nella sfida per il podio, tagliando il traguardo per ottavo appena alle spalle di Rubio.

Nono un gran Arensman in supporto a Thomas, poi Hirt che continua a fare una buona classifica per la Soudal, e mentre Filippo Zana si difende abbastanza bene chiudendo a 3'35”, la delusione di giornata per i sogni italiani di podio a Roma è quella legata ad Antonio Tiberi: il leader della Bahrain-Victorious paga 4 minuti a Pogacar, a 1'09” dalla coppia Martinez-Thomas dopo aver ricevuto un gran aiuto da Damiano Caruso.

Ciò significa che il laziale rimane 5° nella generale, a 9'26” da Pogacar che ha 6'41” su Thomas, 6'56” su Martinez e 7'43” rispetto a O'Connor, ma anche in ottica maglia bianca Thymen Arensman è vicinissimo, 6° a 9'45” davanti a Bardet, Zana buon 8°, Rubio, Hirt e appena fuori dalla top ten, che ha perso oggi cedendo due posizioni, Lorenzo Fortunato. Buona la risalita, entrando nella fuga di giornata, per Davide Piganzoli 13° appena davanti a Domenico Pozzovivo, che oggi ha patito parecchio.

Per Pogacar anche la maglia azzurra dei GPM sembra in cassaforte, pur senza “cercarla”, mentre Jonathan Milan è solido in maglia ciclamino prima dell'ultimo riposo di lunedì, che precederà altri due tapponi come quelli di martedì, con arrivo a S. Cristina in Val Gardena, e mercoledì con la doppia ascesa al Passo del Brocon.

E' terminata quest'oggi la “Quattro Giorni di Dunkerque” (corsa categoria ProSeries), caratterizzata in maniera totale da Sam Bennett e dalla sua Decathlon AG2R La Mondiale: il velocista irlandese non si era mai imposto in stagione, nell'arco di questa settimana ecco arrivare quattro tappe e la classifica finale. L'ultima frazione, con traguardo proprio a Dunkerque, ha visto Bennett regolare nello sprint a ranghi compatti il belga Weemaes (Bingoal) e il tedesco Ackermann (Israel), mentre nella generale lo seguono Paul Penhoet della Groupama-FDJ, 2° a 38”, e un altro giovane come il belga Jenno Berckmoes (Lotto-Dstny), 3° a 41”.

In Belgio si è corsa la classica degli sterrati, la Antwerp Port Epic (categoria 1.1), con Alexander Kristoff che, due settimane dopo essersi sbloccato nel suo 2024 alla Elfstedenronde-Brugge, regala un altro successo alla Uno-X anticipando in uno sprint caotico il francese Emilien Jeanniere (TotalEnergies) e l'israeliano Oded Kogut (Israel), con Arnaud De Lie che aveva fatto la selezione ma, così come Biniam Girmay (al rientro in gara già ieri a Veenendaal dopo la caduta al Giro e oggi alla fine 9°), è stato raggiunto sul rettilineo finale e deve accontentarsi, lui grande favorito della vigilia, della quarta moneta.

E' terminata dopo quattro tappe e con il solito dominio della SD Worx-Protime e di Demi Vollering l'appuntamento del Women's World Tour sulle strade della Vuelta a Burgos: già vincitrice di questa corsa nel 2023, la superstar olandese ha fatto bis conquistando le due frazioni più impegnative.

Oggi “Deminator” ha fatto una differenza spaventosa sulle rivali verso il traguardo di Canicosa de la Sierra, arrivando con 51” di margine su Lucinda Brand (Lidl-Trek), che ha perso ogni chances di podio in classifica per la decisione della giuria di non abbonarle i 3 minuti persi nella 1^ tappa quando, a poche centinaia di metri dall'arrivo, si era fermata a soccorrere la compagna Elisa Balsamo, 1'14” su Evita Muzic e 1'38” su Karlijn Swinkels.

Proprio la transalpina della FDJ-Suez e l'olandese della UAE Team ADQ hanno terminato così alle spalle di Vollering nella generale, con Muzic a 1'28” e Swinkels a 1'59”, mentre Soraya Paladin è l'unica italiana in top ten, settima.

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