A Montréal c'è solo un enorme Pogacar: dominio totale del fenomeno, Zambanini centra un'altra top ten

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A Montréal c'è solo un enorme Pogacar: dominio totale del fenomeno, Zambanini centra un'altra top ten

Nella seconda classica canadese del WT, l'asso del Team UAE Emirates corona l'enorme lavoro dei compagni partendo a 23 km dalla conclusione per una cavalcata in solitaria, con Bilbao e Alaphilippe a completare il podio.

Da netto favorito non ha tradito, per l'ennesima volta, sobbarcandosi l'intero peso della corsa e dominando da fuoriclasse qual è.

Miglior test, verso il grande obiettivo della maglia iridata da provare a conquistare tra due settimane a Zurigo, non poteva esserci per Tadej Pogacar che si prende per la seconda volta in carriera il GP de Montréal, che risolse in una volata ristretta nel 2022 battendo Van Aert, questa volta arrivando in perfetta solitudine al termine dell'edizione 13 della classica World Tour che fa il paio con quella di Québec City andata in scena venerdì.

Timbro n° 22 in stagione per il fenomeno sloveno (che festeggerà 26 anni tra pochi giorni), che ha fatto il vuoto con facilità disarmante a 23 km dal traguardo, sull'erta più dura dell'impegnativo circuito che caratterizzerà in buona parte anche il campionato del mondo 2026, i 1700 metri verso la Cote de Camillien-Houde. Enorme il lavoro di tutti i compagni del Team UAE Emirates (che ha chiuso su Leonard, Gelders e De Bondt, fuggitivi di giornata, così come su Mohoric che ci aveva provato prima dei due giri finali), a chiudere Novak e Majka prima della sparata di “Pogi”, che in un amen ha guadagnato quei 20 secondi già decisivi.

Dietro è stato bravissimo Pello Bilbao ad andarsene in salita all'ultima tornata, quando mancavano 10 km all'arrivo, per conquistare un gran bel 2° posto. Alle spalle del basco di casa Bahrain-Victorious, è stato sprint combattutissimo per salire sul podio e Julian Alaphilippe, che in qualche modo aveva provato a rispondere a Pogacar nel momento decisivo, ha portato a casa il terzo posto con le unghie e con i denti, beffando nell'ordine Van Gils, Ion Izagirre, Skujins e Benoot, con la Visma in parte delusa anche con Jorgenson.

Nona piazza, tra il campione canadese Woods e un discreto Hindley, per Edoardo Zambanini di nuovo in top ten come al GP de Québec e che dovrebbe essersi conquistato una maglia azzurra per Zurigo 2024. Ha lanciato un buon segnale, finalmente, anche Andrea Bagioli che ha attaccato ai -3 km per cercare il podio e sarà 14°, deludente e staccato già a 60 km dal gong il tricolore Alberto Bettiol.

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