A Roubaix il capolavoro della carriera di Dylan Van Baarle: Van Aert stoico 2°, Ganna e Trentin amari

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A Roubaix il capolavoro della carriera di Dylan Van Baarle: Van Aert stoico 2°, Ganna e Trentin amari

Il neerlandese conquista l'inferno del nord, regalando un trionfo storico alla Ineos. Van der Poel crolla, mentre il grande rivale rientra con una prova maiuscola, ma deve accontentarsi nuovamente di un piazzamento. Il podio lo completa Stefan Kueng.

Una sorpresa? Solo parzialmente, visto che non era forse tra i primi cinque favoriti della vigilia, ma Dylan Van Baarle è un grande specialista delle corse del pavé e in tutti questi anni era sempre andato vicino alla grande vittoria.

La Parigi-Roubaix numero 119 corona una carriera, con il veterano in forza alla Ineos, settimo neerlandese a trionfare nell'inferno del nord, che regala al team britannico la prima pietra dopo oltre un decennio nel grande ciclismo, coronando una primavera straordinaria per i granatieri.

La terza classica monumento della stagione è stata la più veloce della sua storia, corsa a ritmi folli sin dal principio e con una corsa esplosa addirittura a 210 km dalla conclusione nel velodromo, con la stessa Ineos Grenadiers a spezzare il gruppo sfruttando anche un po' di vento laterale. E Filippo Ganna è stato grande protagonista della prima parte di Roubaix, anche per la sfortuna che ha colpito il colosso verbanese, sotto forma di due forature in momenti cruciali quando il gruppo principale con Van Aert e Van der Poel era lontano quasi 2 minuti.

TopGanna” ha regalato spettacolo attaccando nella Foresta di Arenberg, poi la luce si è pian piano spenta mentre si accendeva quella di Van Aert, al rientro dopo la positività al Covid e fantastico all'inseguimento del gruppetto che, nel frattempo, aveva portato via Matej Mohoric ad oltre 100 km dal termine assieme a Davide Ballerini (poi tradito da una foratura e... dalle gambe).

Lo sloveno vincitore della Sanremo è stato altrettanto splendido, subendo anch'egli una foratura ai -30 km e con il gruppo dei grandi, dal quale nel frattempo si era staccato Matteo Trentin (foratura più caduta per il capitano della UAE Emirates, ultima speranza italiana a quel punto della corsa), a riprenderlo per giocarsi tutto nel finale. L'attacco di Yves Lampaert si è rivelato quello decisivo, con Van Baarle e uno storico Mohoric a seguire il belga, prima che sul settore di Champin en Pevele andasse via il futuro vincitore, poi dilagante sul Carrefour de l'Arbre.

Van Baarle arriverà con quasi 2 minuti sui primi inseguitori, anche perchè alle spalle succede di nuovo di tutto, con Lampaert che colpisce una tifosa a bordo strada e finisce a terra (chiuderà decimo) quando si stava giocando il secondo posto con Mohoric, e Van Aert che sfrutta la situazione per rientrare con Kueng e giocarsi il podio con lo svizzero, regolato dal fuoriclasse della Jumbo-Visma che, con il suo secondo posto, è semplicemente da applaudire ma può avere ancora rimpianti per un sogno rinviato di un altro anno.

Stefan Kueng, appunto, è gran terzo e regala il podio alla sua Groupama-FDJ, mentre la Intermarché-Wanty Gobert può sorridere eccome per il fantastico 4° posto di Tom Devriendt, in fuga da lontano proprio con Mohoric, che chiuderà 5° alle spalle del belga, e per il sesto di Adrien Petit, che ha regolato Stuyven, Pichon e un deluso Mathieu Van der Poel.

Il grande favorito della vigilia chiude appena nono, mentre il miglior italiano alla fine sarà ancora Andrea Pasqualon, 19esimo in una volata di gruppo nella quale era presente anche Filippo Ganna, che ha concluso per la prima volta la Parigi-Roubaix, in 35esima piazza. E potrà tornare per giocarsela, pochi dubbi su questo.

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