La cancellazione della corsa tra Abruzzo, Puglia e Calabria, avvenuta a meno di 24 ore dal via e con buona parte delle squadre già presenti in loco, scatena una guerra tra Lega Ciclismo e l'organizzazione guidata dall'ex iridato. Con la Federazione nel mezzo e ancora una volta nella bufera...
La quinta edizione dell'Adriatica Ionica Race, ormai è ufficiale da giovedì sera, quest'oggi non comincerà e il calendario del ciclismo italiano perde un appuntamento che stava diventando una tradizione importante, dopo aver cominciato nel 2019 un'avventura che vide un certo Remco Evenepoel dominare la scena.
Tre tappe, da Corropoli per lo start nel cuore dell'Abruzzo, sino a coinvolgere Puglia e Calabria, dopo che negli scorsi anni si era quasi sempre corso al nord. Nulla di tutto ciò per la AIR2023, cancellata in maniera clamorosa alla vigilia della partenza e tra mille polemiche, per quella che rimarrà come una macchia per tutti, ovvero un movimento nazionale già in grave difficoltà sotto vari punti di vista.
La maggior parte delle squadre era già in Abruzzo, con i direttori sportivi che si sono regolarmente presentati ieri sperando che l'organizzatore Moreno Argentin trovasse una soluzione in extremis per correre, avendo tra l'altro portato alla sua gara due team World Tour come Astana e Intermarché, ma anche tante Professional di qualità, visto che oltre a Eolo-Kometa, Green Project Bardiani CSF Faizané e Corratec-Selle Italia, erano presenti pure Tudor, Euskaltel, Q36.5...
Si è parlato di mancati pagamenti, ma in generale si è fatta una gran confusione rimbalzandosi le responsabilità, con lo stesso Argentin che nella serata di ieri ha tuonato nel corso di “Radio Corsa”, la trasmissione settimanale di approfondimento dedicata al pedale, mostrando pure il bonifico (da 41mila euro) effettuato per ottemperare alle scadenze, entro i termini che la Lega Ciclismo gli aveva imposto. L'ex campione del mondo ha parlato di “una politica sportiva che ci ha fermati, con la volontà di fare la guerra a coloro che hanno criticato questo sistema”, tirando in ballo l'avvocato Cesare Di Cintio e Cordiano Dagnoni.
Parliamo rispettivamente del commissario straordinario della Lega, che qualche mese fa aveva segnalato alla Federazione una mail di Argentin che aveva definito Dagnoni “il grande burattinaio”, e appunto dello stesso numero 1 della FCI, di nuovo nella bufera dopo quanto già accaduto poche settimane fa con i campionati del mondo Gravel clamorosamente tolti all'organizzazione della realtà guidata da Pippo Pozzato (anche se pure in quel caso, il rimbalzo di decisione e responsabilità è stato continuo).
Si è parlato di mancata sicurezza, con il coinvolgimento del Prefetto de L'Aquila per fermare tutto, anche se proprio Argentin ieri sera ha dichiarato che avrebbe poi ottenuto le necessarie autorizzazioni dal Prefetto stesso, con la società Sportunion guidata dall'ex corridore veneto che ha annunciato una conferenza stampa nei prossimi giorni per rendere noti tutti i comportamenti documentabili dei diversi soggetti che hanno determinato questa situazione e che hanno “causato un ulteriore danno al mondo del ciclismo italiano”.
La Lega del Ciclismo Professionistico ha risposto a tono: “In merito al provvedimento di non approvazione della manifestazione denominata Adriatica Ionica Race, programmata dal 22 al 24 settembre, al fine di evitare personalistiche ricostruzioni dei fatti, con stravolgimento degli accadimenti e dei comportamenti, intende fornire alcuni elementi (oggettivi) di chiarezza. Prima del provvedimento, assunto, con grande rammarico, in data 20 settembre e in conseguenza delle numerose proroghe accordate all'Organizzatore, la Lega ha adottato altre tre delibere commissariali, tutte orientate a sostenere lo svolgimento della manifestazione, ovviamente nel pieno rispetto di tutte le vigenti normative riferite alle gare ciclistiche del professionismo su strada.
Le scadenze previste dalla normativa, sportiva e non, di riferimento, tanto quelle di natura economica, quanto quelle più propriamente tecnico-regolamentare, proprio per agevolare l'Organizzatore nello spirito della più ampia assistenza e sostegno in funzione del perseguimento del comune obiettivo quello del concreto ed effettivo svolgimento dell'evento, venivano così sistematicamente aggiornate. Si citano, tra tutti, per completezza dell'informazione in oggetto, alcuni passaggi della delibera commissariale del 12 settembre scorso. Alla data odierna non risulta pervenuta alcuna comunicazione da parte della ASD Sportunion, né tantomeno la conferma e dimostrazione dell'assolvimento degli adempimenti previsti dal punto 14 del Regolamento ufficiale di gara, nonché della regolarizzazione della posizione nei confronti del Ministero dell'Interno.
La Lega del Ciclismo Professionistico, specie nella prospettiva della salvaguardia delle manifestazioni del Ciclismo Professionistico ed a tutela degli stessi interessi della ASD Sportunion e delle eventuali iniziative organizzative e/o negoziali già poste in essere dalla medesima, nonché a tutela del lavoro svolto e degli impegni eventualmente già assunti da terzi ai fini della realizzazione della manifestazione denominata Adriatica Jonica Race, ha concesso un ulteriore, ultimo, spazio e termine per l'assolvimento degli adempimenti posti a carico della ASD Sportunion.
Successivamente, il termine del 17 settembre veniva ulteriormente prorogato al 20 settembre, ore 12, nel tentativo estremo di tutelare una importante manifestazione ciclistica, nel più ampio ambito della salvaguardia del patrimonio ciclistico italiano. In tale data, tuttavia, la Lega si vedeva costretta a prendere atto che nessuno degli adempimenti prescritti risultavano assolti, tra tutti e in particolare, le necessarie condizioni di sicurezza stradale per lo svolgimento delle gare professionistiche su strada (considerando la sicurezza degli atleti che partecipano alla gara, unitamente a quella degli spettatori, requisito imprescindibile per procedere ad una conseguente autorizzazione della gara).
A ciò è da aggiungersi la comunicazione pervenuta nel contempo alla Lega delle dimissioni di due direttori di corsa designati alla sicurezza in gara e la comunicazione del venir meno del servizio scorte e motostaffette che coadiuva la Polstrada e l'organizzazione. Conseguentemente, non risultando soddisfatti tutti i necessari adempimenti prescritti e richiesti dallo Statuto e dai vigenti Regolamenti nei termini ampiamente e ripetutamente prorogati nella prospettiva della salvaguardia delle manifestazioni del Ciclismo Professionistico, la Lega non poteva che disporre la non autorizzazione alla gara, al contempo disponendo l'immediata trasmissione della presente deliberazione alla ASD Sportunion e al suo Presidente e Legale Rappresentante sig. Moreno Argentin, per tutti i connessi profili di competenza e responsabilità, onerando detta Associazione e il suo Legale Rappresentante di darne pubblicità nelle forme e nelle modalità ritenute più opportune”.
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