Evenepoel è già nella storia: ecco il Mondiale dopo Liegi e Vuelta, Trentin 5° sfiora la medaglia

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Evenepoel è già nella storia: ecco il Mondiale dopo Liegi e Vuelta, Trentin 5° sfiora la medaglia

A Wollongong l'assolo del fenomeno belga, che riporta il titolo iridato su strada a casa 10 anni dopo Gilbert. Argento per Laporte, bronzo Matthews davanti a Van Aert e al migliore degli azzurri, ma che beffa per Rota. Clamoroso epilogo per Van der Poel: denunciato dopo una lite in hotel, parte ma si ritira dopo 30 km.

Il più giovane campione del mondo nella prova su strada 29 anni dopo Lance Armstrong a Oslo 1993.

Remco Evenepoel entra di diritto nella storia, e stiamo parlando di un classe 2000, conquistando la sua prima maglia iridata, dopo tre medaglie a cronometro, firmando un assolo straordinario, da fuoriclasse assoluto, nella corsa mondiale di Wollongong.

Dieci anni dopo Philippe Gilbert, che è sempre stato l'idolo del baby fenomeno vincitore in stagione già di Liegi, San Sebastian e Vuelta Espana, il Belgio riconquista l'iride più importante in una giornata che segna un'altra delusione incredibile per Wout Van Aert (alla fine 4°), il principale favorito della vigilia assieme a Tadej Pogacar e un Mathieu Van der Poel che ha vissuto una storia semplicemente incredibile, capace di rovinare il suo sogno ancor prima di partire.

Cominciamo infatti dal clamoroso episodio che ha visto coinvolto l'asso neerlandese nella notte australiana: disturbato da due teenager attorno alla mezzanotte, nell'hotel del team orange, MVDP è uscito dalla sua stanza e ci sarebbe stato un contatto fisico che ha portato alla denuncia, da parte dei genitori delle ragazze, nei confronti del corridore che è stato portato in commissariato e rilasciato solo poco prima delle 4 di notte. Mathieu è partito comunque, ma si è ritirato dopo appena 30 km e ora lo attende un primo processo, già nella giornata di martedì (il suo passaporto nel frattempo è stato sequestrato), per rispondere delle accuse.

La corsa poi si è accesa poco dopo l'addio di Van der Poel, con la Francia che ha acceso la miccia sulla salita più lunga di giornata, il Mt. Keira, ma l'episodio chiave si è sviluppato a 75 km dalla conclusione, quando un gruppone di 25 uomini ha guadagnato rapidamente un paio di minuti nei confronti del plotone principale. E là davanti, oltre ai vari Bardet, Lutsenko, Schmid, Tratnik e tre azzurri, con Battistella assieme a Rota e Conci, c'era proprio Remco Evenepoel assieme ai compagni Hermans, Dewulf e Serry.

Poi, a 35 km dal gong e appena prima di cominciare i due giri conclusivi, ecco l'attacco in pianura del futuro campione del mondo, al quale ha resistito per pochi km solo Alexey Lutsenko, mentre Lorenzo Rota dietro lottava come un leone almeno per la medaglia. Si è capito subito infatti che Evenepoel sarebbe stato imprendibile, mentre nei 5 km finali l'azzurro, assieme a Schmid e Skjelmose Jensen, andava a prendere il kazako.

Il finale, mentre Evenepoel trionfava con 2'20” di margine (in stile trionfo mondiale a livello juniores, nel 2018 a Innsbruck), risulterà beffardo per il bergamasco Rota (chiuderà 13°), visto che lo studio tra i quattro alle spalle di Remco ha permesso, ai 500 mt conclusivi, il rientro del gruppo composto da una trentina di uomini e regolato da Christophe Laporte, che ha salvato il bilancio di una Francia che ha corso alla garibaldina, ma non si può certo dire tatticamente nel modo giusto.

Il bronzo è andato all'idolo di casa, Michael Matthews, davanti a Van Aert, amarissimo 4°, e un altrettanto deluso Matteo Trentin, 5° dopo essere rimasto chiuso nello sprint per una medaglia che sarebbe stata la seconda, a livello mondiale, per il regista della nazionale che alla fine è risultato il migliore di una buona prima spedizione di Daniele Bennati, considerato che l'Italia è sempre stata nel vivo della corsa.

Ottavo posto, dietro a Kristoff e Sagan (chi si rivede, anche se è mancato il podio), per Alberto Bettiol che sullo strappo di Mt. Pleasant è parso brillantissimo marcando Van Aert e Pogacar (piazzatosi solo 19°), ma non ha potuto giocarsi le sue vere chances iridate con quella fuga così corposa che ha deciso tutto, ad oltre quattro giri dal termine di un Mondiale strano, particolare, ma che porta in cima un autentico fuoriclasse, che succede nell'albo d'oro a Julian Alaphilippe, non al meglio e generosissimo a spendersi nel finale per la medaglia di Laporte.

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