Il mondo del ciclismo ricorda Davide: si cerca l'autista del camion di targa tedesca per la morte di Rebellin

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Il mondo del ciclismo ricorda Davide: si cerca l'autista del camion di targa tedesca per la morte di Rebellin

Mentre l'intero movimento (e tutto lo sport italiano) si stringe attorno alla famiglia, all'indomani del dramma vissuto con l'incidente stradale che ha portato via il campione vicentino, le indagini portano ad una certezza. L'autista si è accorto dell'impatto e si è dileguato dopo qualche minuto.

Un mondo intero, quello del pedale, che piange un simbolo del nostro ciclismo.

Davide Rebellin, ucciso ieri dall'impatto con un camion all'altezza di Montebello Vicentino, è già stato ricordato da migliaia di addetti ai lavori, ex colleghi e appassionati semplicemente increduli per quanto successo in quel maledetto mezzogiorno sulle strade di casa per un campione che, ancora una volta, si stava godendo un'uscita in bicicletta, nonostante avesse smesso da qualche settimana con l'agonismo, dopo la sua meravigliosa e incredibile parabola tra i pro, durata trent'anni.

Mentre RCS Sport ha deciso di cancellare un evento come la presentazione della nuova maglia rosa, previsto a Milano nella giornata di mercoledì, dall'ex ct Davide Cassani all'attuale guida della nazionale azzurra, Daniele Bennati, i messaggi di cordoglio e di ricordi davvero bellissimi sono stati un'infinità.

D'altronde, Rebellin era amato da chiunque nel suo ambiente, per la sua signorilità, la pacatezza e la correttezza di un uomo mite, oltre che un professionista a dir poco esemplare.

A meno di 24 ore dal dramma, gli inquirenti hanno sostanzialmente già ricostruito in buona parte quanto accaduto, con le telecamere di sorveglianza del ristorante vicino al quale è avvenuto l'impatto tra Davide e il camion che l'ha travolto, che hanno ripreso un tir rosso con targa tedesca entrare nel parcheggio del locale e ripartire, solo dopo qualche minuto e quando i soccorsi e la polizia erano già intervenuti. Non sarebbe quindi possibile, come si era ipotizzato ieri in un primo momento, che l'autista non si sia accorto di nulla.

L'autista è quindi ricercato con l'accusa di omicidio stradale e omissione di soccorso, mentre a raccontare parte di quanto successo è il fratello di Rebellin, Carlo: “Davide era partito la mattina su queste strade che ha fatto milioni di volte, le conosceva come le sue tasche – le sue parole riportare da cyclingpro.net – Anche se aveva appena chiuso la carriera, continuava ad allenarsi. Il ciclismo era la sua vita ed è morto facendo quello che ha sempre fatto e che amava. Non mi hanno fatto vedere il corpo, ma ho riconosciuto subito la sua bicicletta”.

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