La bruttissima storia di Tiberi, la Trek che lo sospende dopo aver ucciso un gatto e le scuse tardive

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Stradail caso

La bruttissima storia di Tiberi, la Trek che lo sospende dopo aver ucciso un gatto e le scuse tardive

Il caso del corridore laziale, capace di un atto ignobile: salterà la Tirreno-Adriatico e il team devolverà il suo stipendio alle associazioni di tutela degli animali. "Il mio è stato un gesto irresponsabile e tremendamente stupido, accetto le conseguenze e il biasimo nei miei confronti".

Aveva cominciato benissimo la stagione nella quale lo si attendeva ai primi risultati di peso a livello World Tour, lui considerato per le corse a tappe il “nuovo Nibali”, anche se parliamo di un classe 2001 che ha bisogno dei suoi tempi per crescere.

Antonio Tiberi dovrà crescere, tanto, anche a livello umano visto quanto dimostrato mesi fa, prima di aprire il suo 2023 con una doppia top ten a livello di classifiche generali in corse World Tour, miglior italiano al Tour Down Under e poi all'UAE Tour. Ieri è emerso il caso del corridore laziale, tramite un articolo del “Corriere della Sera”, che ha sparato ad un gatto e l'ha ucciso, con il proiettile di una carabina utilizzata dalla finestra del suo appartamento a San Marino, dove Tiberi risiede anche, evidentemente, per ragioni fiscali (come molti altri corridori e sportivi).

La pena? Quattromila euro di sanzione e il rischio di espulsione dallo stato sammarinese, visto che tra l'altro l'animale era stato adottato dal ministro (ex capo di stato) Pedini Amati, il primo a chiamare i carabinieri al momento del fattacio.

Il caso ha fatto parlare tantissimo, ed è sacrosanto che sia così vista la gravità dell'atto compiuto dal corridore della Trek-Segafredo, e lo stesso team italo-statunitense, da sempre decisamente sensibile a situazioni di questo tipo, avendo un codice etico interno molto importante, dopo qualche ora ha ufficializzato la sospensione (per venti giorni) di Tiberi, che avrebbe dovuto correre oggi il Trofeo Laigueglia e lunedì prossimo avrebbe preso il via, da capitano per la classifica generale, della Tirreno-Adriatico.

Inoltre, la squadra guidata da Luca Guercilena devolverà il suo stipendio ad associazioni legate alla tutela degli animali, così come lo stesso corridore si è impegnato in azioni di volontariato, mostrando sincero pentimento nel comunicato emesso in serata. “Sono profondamento pentito di quanto è successo, sparare al gatto è stato un gesto tremendamente stupido e irresponsabile, della cui gravità mi sono reso conto solo a posteriori – le sue parole - Non voglio trovare nessun tipo di scusa, di “se” e di “ma”, per commentare.

Accetto, con senso di responsabilità e pentimento, le conseguenze e il biasimo del mio gesto. Se non ne ho parlato pubblicamente prima (ahimè, sbagliando) è solo per un forte senso di vergogna e rammarico. Comprendo le critiche dei tifosi, dei media e della gente in generale. Non posso fare altro che chiedere loro scusa, così come ho fatto con la squadra, vittima incolpevole della vicenda, per la mia condotta per nulla adatta ad un professionista e, più in generale, ad una persona responsabile.

Chiedo ancora e pubblicamente scusa al ministro di San Marino, Pedini Amati, per il danno emotivo che gli ho causato, così come ai cittadini di San Marino. A tutti, infine, ribadisco che non era mia intenzione uccidere il gatto: è stato un incidente.

Credo sia altresì doveroso non limitarmi alle sole scuse, ma attivarmi anche con i fatti. Ho deciso pertanto di fare una donazione economica basata sui premi di cui beneficerò nella stagione corrente ad alcune associazioni del territorio di San Marino che si prendono cura di gatti randagi, nella cui scelta vorrei collaborare con il Governo. Inoltre, vorrei scegliere una di queste associazioni e spendere un po' del mio tempo libero per dare una mano anche fattivamente. Mi rendo conto che tutto questo arriva solo a posteriori, ma ahimè ora non posso far altro che dare seguito al pentimento con un gesto concreto e utile.

Ho fatto un grosso errore e credo che ora, l'unica cosa che posso fare è agire per rimediare”.

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