Mondiale femminile, il finale più giusto: Kopecky con l'iride davanti a Vollering, delusione azzurra

Mondiale femminile, il finale più giusto: Kopecky con l'iride davanti a Vollering, Persico cede nel finale
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Mondiale femminile, il finale più giusto: Kopecky con l'iride davanti a Vollering, delusione azzurra

A Glasgow il primo trionfo nei campionati del mondo su strada per la belga, che da favorita della vigilia riporta a casa un titolo che mancava da 50 anni. Sul podio la dominatrice del Tour che salta nel finale Ludwig, tanta sfortuna per l'ultima sfida iridata di Van Vleuten. Persico fuori dalla top ten, oro tra le U23 all'ungherese Kata Blanka Vas.

Ha avuto a che fare con tutto (o quasi) il gruppo contro, com'era ovvio che fosse da stra favorita della vigilia, anche se ha trovato qualche compagna in più del previsto per provare a controllare il più possibile la corsa.

Mai titolo fu più meritato, con Lotte Kopecky che si laurea campionessa del mondo su strada per la prima volta, a 27 anni e dopo una stagione strepitosa, dal suo secondo Giro delle Fiandre alla clamorosa piazza d'onore al Tour (con maglia gialla indossata sino al penultimo giorno), sino ai due ori portati a casa nella rassegna iridata di Glasgow, ma in pista.

Il Belgio riconquista la maglia iridata tra le donne dopo 50 anni con la sua stella, capace di una stoccata micidiale negli ultimi 6 km, ma dopo aver dominato la corsa mostrando una gamba superiore a tutte le rivali (e che rivali!). Sul traguardo in solitaria, come in tutte le prove in linea di questi Mondiali, con 7 secondi di vantaggio sull'altra donna più attesa e, da sua compagna di squadra in SD Worx, favolosa in stagione prendendosi il resto del “bottino”: parliamo di Demi Vollering, meritatissimo argento per l'Olanda, capace di saltare praticamente sulla linea la danese Cecilie Ludwig, bronzo dopo aver lottato nel finale con Kopecky.

La Svizzera è stata grande protagonista, ma porta a casa “solo” un 4° posto con Reusser, che risponde comunque alla grande dopo il dramma vissuto nella “sua” cronometro, e il 7° di Elise Chabbey, crollata nel finale dopo una grande azione e finita alle spalle di Christina Schweinberger, l'austriaca già grandiosa 3^ contro il tempo, e la padrona di casa Lizzie Deignan, commovente a 34 anni nel Mondiale di casa.

Solo applausi, però, anche per un'altra fuoriclasse che ha vissuto l'ultima sfida iridata e ha rischiato di fare il colpaccio, ovvero tentando il bis di Wollongong: Annemiek Van Vleuten ha concluso ottava, ma con tanta sfortuna per due cambi bici in momenti cruciali della corsa. Alle spalle della stella orange completano la top ten la compagna di squadra Markus e Mavi Garcia, già a 4 minuti di distacco, oltre i 4'30” ecco invece lo sprint decisivo per il titolo tra le U23, con Kata Blanka Vas che regala una grande gioia alla sua Ungheria, precedendo Shirin Van Anrooij, argento e bravissima avendo lavorato tanto per le compagne di squadra, e la britannica Shackley.

Tra di loro, 12esima e certamente un po' delusa per un Mondiale che sognava differente, o almeno simile a quello australiano dove salì sul podio, una Silvia Persico parsa brillantissima sino agli ultimi due giri di corsa, quando dopo aver marcato Kopecky alla grande, ha ceduto di schianto finendo fuori dai giochi per le medaglie.

Giornata amara per le azzurre, che hanno corso bene, ma sono mancate quando la gara è davvero esplosa; il team del ct Sangalli era mancato nella prima fuga importante, con Labous, Moolman, Deignan e Vas tra le altre, partite ad oltre 130 km dal gong e riprese ben prima di entrare nel circuito cittadino di Glasgow. Finiscono out le ruote veloci di casa olandese, Wiebes e Vos, e cominciano i primi attacchi di super Kopecky, mentre ai -60 km fora Van Vleuten che è strepitosa a rientrare dopo aver perso oltre un minuto.

Nel frattempo, Elisa Chabbey se ne va e la svizzera guadagna quasi un minuto e mezzo nei confronti del gruppo: verrà ripresa dopo oltre 50 km di azione solitaria, praticamente all'ultimo giro quando Van Vleuten fora nuovamente, perdendo il gruppetto delle sette che si giocheranno la maglia iridata. Ci provano Deignan e Schweinberger ai -12 km, ma quando Kopecky apre il gas fa sempre malissimo a tutte, in primis Vollering che non molla però nulla, seppur colpita dai crampi.

Sullo strappo a 7 km dall'arrivo, l'azione risolutiva innescata da Ludwig e con la futura campionessa del mondo che intuisce il pericolo, rientra con un'altra sparata micidiale e, sul muro successivo, stronca la stessa danese lanciandosi verso gli ultimi 5700 mt di gloria, mentre alle spalle infuria la battaglia per le medaglie.

Il bilancio dell'Italia della strada? Negativo, inutile girarci troppo attorno, senza medaglie (fanno male soprattutto i due quarti posti nelle gare juniores e il 5° di Milesi ieri tra gli U23), mentre ne arrivano tre dalle cronometro con l'argento di Pippo Ganna tra i pro, il bellissimo titolo mondiale dello stesso Lorenzo Milesi e il bronzo di Federica Venturelli tra le jr.

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