Persico e il bronzo che brilla, ma le azzurre volevano un altro iride. "Un pizzico di delusione c'è..."

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Persico e il bronzo che brilla, ma le azzurre volevano un altro iride. "Un pizzico di delusione c'è..."

Dietro all'impresa leggendaria di Van Vleuten, la corsa regina delle donne al Mondiale di Wollongong ha visto la bergamasca coronare la stagione della sua esplosione. Longo Borghini non vuole avere rimpianti: "Silvia ci ha portato la medaglia, abbiamo corso da squadra".

Una grande Italia, padrona della corsa per gli ultimi 70 km e con un sogno iridato che sembrava poter essere nelle mani di Elisa Longo Borghini.

Alla fine, l'azzurra che sale sul podio di Wollongong (portando la terza medaglia di questa rassegna, tutte con matrice femminile) nella corsa su strada élite è stata Silvia Persico, alle spalle di Lotte Kopecky che l'ha piegata nella volata per l'argento, e di quella fuoriclasse senza tempo che risponde al nome di Annemiek Van Vleuten, capace di firmare l'impresa probabilmente del secolo, aggiungendo a Giro, Tour e Vuelta un'altra maglia iridata. “Sono passata da rischiare di non correre con la frattura al gomito, a mettermi a disposizione da gregaria e infine vincere, è semplicemente incredibile – ha dichiarato la stella neerlandese ai microfoni dell'UCI nel post gara – In questa situazione avevo una sola possibilità con quell'attacco e l'ho colta”.

Una fucilata ai -700 mt che ha spento i sogni di bis mondiale per la nazionale di Paolo Sangalli, sino a quel momento praticamente perfetta e quindi con un pizzico di delusione per un titolo al quale più azzurre, considerata la qualità del team schierato (e mancava una certa Marta Cavalli), puntavano decisamente.

Se Elisa Balsamo ha ammesso, senza giri di parole, “di aver capito subito di non essere in giornata, lasciando spazio alle mie compagne”, Silvia Persico era l'alternativa di lusso per una volata di gruppo ristretto che solo il capolavoro di Van Vleuten ha impedito. Una stagione meravigliosa per la bergamasca cresciuta nella Valcar, ma da futura campionessa qual è, l'azzurra non si accontenta. “Sì, c'è un po' di delusione, eravamo qui per la vittoria e io sono certamente contenta per il mio terzo posto, ma la campionessa del mondo è solo una” - ha dichiarato agli inviati di Spazio Ciclismo – Lavoravamo per le due Elisa, poi Balsamo si è staccata e Longo Borghini ha attaccato sulla salita.

Siamo tornate sotto nell'ultimo chilometro, ho sprintato e sono soddisfatta della medaglia se parlo a livello personale, ho portato a termine il lavoro che hanno fatto le ragazze per tutto il giorno. L'attacco di Annemiek? Non l'ho vista, me ne sono accorta negli ultimi 500 metri, ma ormai era troppo tardi. Sono felice per lei e io... vorrei riprovarci il prossimo anno”.

Appuntamento quindi il 13 agosto 2023 a Glasgow, anche per una Elisa Longo Borghini che, dieci anni dopo il bronzo di Valkenburg 2012, oggi era ancora lì vicinissima al sogno della maglia iridata. La verbanese ha fatto di tutto, andando via due volte nel finale con Ludwig, Niewiadoma, Lippert e Moolman-Pasio, ma all'ultimo km è svanito il sogno di giocarsi il Mondiale (ELB ha poi concluso decima, ndr). “E' stata una gara particolare, ci si aspettava l'attacco soprattutto di Lippert e Niewiadoma sullo strappo e alla fine ci hanno riprese solo all'ultimo km – ha dichiarato Longo Borghini al microfono di Stefano Rizzato (Rai Sport) – Fortunatamente Silvia ha tirato fuori un ottimo terzo posto e questo fa piacere per la nazionale; personalmente sono un po' dispiaciuta, ma l'importante è che sia arrivato un bel risultato per la squadra.

Chapeau ad Annemiek, perché sembrava che si fosse spezzata in due e invece alla fine ha spezzato in due... le avversarie”.

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