Questo Pogacar non si batte! Dominio assoluto all'Amstel, sul podio Healy e Pidcock con Bagioli buon 6°

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Questo Pogacar non si batte! Dominio assoluto all'Amstel, sul podio Healy e Pidcock con Bagioli buon 6°

Esordio e subito successo nella classica olandese per il fenomeno della UAE Emirates, che comincia il trittico delle Ardenne facendo il vuoto sulle cotes attorno a Valkenburg.

Non lo batte nessuno, a maggior ragione se mancano gli unici due che, seppur battuti sui muri del Fiandre due settimane fa, nelle grandi classiche possono contrastarlo e rispondono ai nomi di Mathieu Van der Poel e Wout Van Aert.

Dopo la sua prima Ronde, Tadej Pogacar conquista anche l'Amstel Gold Race (era la sua prima volta sulle strade del Limburgo), con la 57esima edizione della “classica della birra” segnata da un autentico dominio del 24enne fuoriclasse sloveno.

E' l'11° successo nel 2023 per questo corridore incredibile, il quarto a firmare l'accoppiata Fiandre-Amstel nello stesso anno (l'ultimo fu Gilbert nel 2017) e ora con un chiaro obiettivo, quello di completare il trittico delle Ardenne come fece il campionissimo belga nel 2011 e prima ancora Davide Rebellin nel 2004.

In mattinata, già prima della partenza da Maastricht, “Pogi” aveva confermato la sua presenza alla Freccia Vallone di mercoledì (inizialmente non prevista), per poi provarci anche domenica prossima nell'attesissimo duello con l'iridato Remco Evenepoel.

Una corsa esplosa ben lontana dal traguardo di Valkenburg, tanto che il Cauberg, lo strappo simbolo dell'Amstel, è risultato quasi irrilevante: con Pogacar al via è quasi sempre così, anche se lo sloveno si è “solo” inserito in un tentativo di 15 uomini partito a 90 km dal gong e che ha mantenuto fino ai -50 km sempre una trentina di secondi di margine rispetto al gruppo, dove una caduta di massa (coinvolti, tra i grandi favoriti, Neilson Powless) ha ridotto ulteriormente le chances degli inseguitori. Poi le strappate del futuro vincitore sugli strappi seguenti hanno fatto la differenza, con i soli Thomas Pidcock e Ben Healy a resistere all'asso di Komenda, almeno sino ai -29 quando sul Keutenberg (Pogacar confesserà nel post corsa che era stato Mathieu Van der Poel a consigliarlo di attaccare in quel punto) il leader della UAE se n'è andato.

A meno di 14 km dall'arrivo, ecco l'irlandese Healy, già gran protagonista in stagione, capace sul Geulhemmerberg di stroncare pure Pidcock, sino ad avvicinarsi a 25 secondi da Pogacar, che in ogni caso nel finale ha respinto l'inseguimento del giovane di casa EF-EasyPost, splendido secondo a 38” dal fenomeno.

Distacchi pazzeschi, se pensiamo che Pidcock, letteralmente crollato negli ultimi km, ha concluso terzo a 2'14”, salvando il podio per un soffio dalla rimonta di Kron, quarto, e Lutsenko quinto, entrambi nel gruppo giusto che se n'era andato ai -90 e con un margine importante sugli altri big usciti dal plotone principale.

Tra questi, arrivati ad oltre 3 minuti da Pogacar, il migliore è stato Andrea Bagioli, che ha vinto nettamente lo sprint dei piazzati, chiudendo buon 6° su Van Gils (2° Lotto-Dstny in top 7) e Skjelmose Jensen.

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