Un gigantesco Van der Poel entra nel mito conquistando la Roubaix 120, per Van Aert ennesima beffa

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Un gigantesco Van der Poel entra nel mito conquistando la Roubaix 120, per Van Aert ennesima beffa

Il "Divino" conquista la sua terza classica monumento dopo Fiandre e Sanremo, firmando un duello da sogno con il belga sul Carrefour de l'Arbre, prima della foratura di Wout che risulterà decisiva. Secondo un sontuoso Philipsen, ai piedi del podio Pedersen davanti a Kung e Ganna, comunque ottimo 6°.

Due alieni a planare direzione Roubaix, anche se il duello finale è mancato per quella maledetta foratura che ha colpito Wout Van Aert nella seconda parte del Carrefour de l'Arbre.

Che spettacolo questo ciclismo dei fenomeni e che emozioni ha saputo regalare l'edizione numero 120 della Parigi-Roubaix, vinta per la prima volta in carriera (dopo il podio del 2021 nel gran giorno di Colbrelli) da quel gigante delle pietre che risponde al nome di Mathieu Van der Poel.

Quarta classica monumento in bacheca, la terza differente dopo i due Fiandre e la Sanremo conquistata appena tre settimane fa: l'abbinata tra la Classicissima e l'Inferno del Nord era riuscita solo altre tre volte, l'ultima da parte di John Degenkolb nel 2015 e proprio il tedesco del Team DSM è stato un grandioso, e sfortunato, protagonista della Roubaix più veloce della storia, corsa a quasi 47 km/h di media!

E' doppietta Alpecin-Deceuninck nel velodromo più famoso al mondo, con uno straordinario Jasper Philipsen che si prende il secondo posto, a 46” dal compagno di squadra, dopo aver coperto MVDP nei 15 km finali, quando in uscita dal Carrefour de l'Arbre il fenomeno olandese aveva una ventina di secondi sui compagni di avventura assieme ai quali aveva caratterizzato gli ultimi 100 km di corsa. Wout Van Aert sale ancora sul podio, ma tra mille rimpianti (e la sua faccia sul palco delle premiazioni dice tutto) per quella “pizzicata” decisiva per i suoi destini, lui che aveva attaccato alla perfezione appena dopo un altro episodio cruciale, quello che in mezzo al Carrefour, a 16 km dalla conclusione, aveva tagliato fuori dalla contesa un commovente John Degenkolb.

A pochi secondi dal duo Philipsen-Van Aert, ecco il trio con Mads Pedersen, 4° dopo il podio del Fiandre e sempre lì a giocarsela, Stefan Kung 5° e una costante nelle classiche del pavé, anche se allo svizzero anche oggi è mancato qualcosina, e Filippo Ganna che chiude 6°, suo miglior risultato a Roubaix dopo aver retto il ritmo dei migliori sino, appunto, al settore cruciale dove la corsa è esplosa per l'ultima volta.

Una Parigi-Roubaix che, dopo la partenza dalla piazza di Compiegne, non ha visto formarsi una vera e propria fuga di giornata, visto che ci sono stati quasi 90 km di battaglia prima che se ne andassero Bax, Hollmann, Gee e Koch. Ai -150 dall'arrivo sono subito out Peter Sagan (all'ultima partecipazione finisce in ospedale con una sospetta commozione cerebrale) e Davide Ballerini, poi a pochi km dall'ingresso ad Arenberg, quando di km ne mancano ancora oltre 100, ecco l'attacco di Van Aert con Laporte, seguiti solo da Van der Poel e Kung.

Ganna rientra all'uscita della foresta (dove un'altra maxi caduta spezza definitivamente il gruppo principale) assieme a Pedersen, mentre Laporte proprio in quel momento fora e costringe Van Aert a rimanere solo nei 13 di testa, che ben presto rimarranno solo 7: lo stesso belga, MVDP, Philipsen, Pedersen, Kung, Ganna e Degenkolb.

Gli ultimi 70 km saranno di studio e folate, con Van der Poel che ci prova un paio di volte, prima e dopo Mons en Pevele (attorno ai -50), contenuto da un Van Aert chirurgico. L'Alpecin-Deceuninck ha in mano la corsa, con un Philipsen del genere, ma è sul Carrefour de l'Arbre che proprio i due alfieri della compagine belga, mentre Van der Poel sta per attaccare sorpassando il compagno di squadra nel lunghissimo rettilineo del tratto decisivo, stringono a bordo carreggiata Degenkolb che vola a terra.

Van Aert apre il gas, l'eterno rivale gli torna sotto mentre gli altri cedono di schianto, ma ancora prima di staccarsi verso l'uscita del settore da MVDP, si capisce che il belga della Jumbo-Visma ha la ruota posteriore forata. In un lampo, il fenomeno olandese dell'Alpecin si ritrova con oltre 20 secondi sul quintetto che lo insegue, poi di nuovo rotto da un Van Aert furibondo. Wout attacca e solo Philipsen, che chiaramente ha il vantaggio di potersi permettere di non tirare con Van der Poel davanti, ne tiene la ruota, sino all'epilogo finale.

In casa Italia, oltre al 6° posto di Ganna, arriva il 19° di Matteo Trentin, rimasto fuori dai giochi ad Arenberg, e il 21° di Luca Mozzato.

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