Van der Poel, l'iride più bello: "Una vita per questa maglia". Bettiol commosso: "Abbiamo provato a vincere"

Van der Poel, l'iride più bello: 'Una vita per questa maglia'. Bettiol commosso: 'Abbiamo provato a vincere'
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Van der Poel, l'iride più bello: "Una vita per questa maglia". Bettiol commosso: "Abbiamo provato a vincere"

A Glasgow un Mondiale "brutale" dominato da un autentico fenomeno, ora alla ricerca di una storica tripletta con la gara di MTB all'orizzonte. Italia generosa e un po' sfortunata, parola al fiorentino (decimo).

Dal 1985 un olandese non trionfava nel Mondiale su strada, nella corsa regina che Mathieu Van der Poel aveva sempre concluso in maniera amara, dalla crisi di Harrogate 2019 al piazzamento di Leuven, quando era in condizioni fisiche tutt'altro che buone dopo la caduta di Tokyo, sino all'incredibile episodio di Wollongong 2022, con il ritiro dopo pochi km in seguito ad una notte insonne.

Dopo Joop Zoetemelk, gli orange tornano a fare festa grazie al “Divino”, capace a Glasgow di completare una corsa già straordinaria e bellissima, con un attacco micidiale a stroncare tutti i rivali, e che rivali!

Ancora battuto Wout Van Aert, secondo, con un Tadej Pogacar andato oltre ogni limite, tanto da rischiare lo svenimento in mixed zone nel post gara. E ora, MVDP punterà dritto al “triplete” di maglie iridate, tra l'altro nello stesso anno avendo già vinto il suo quinto Mondiale di ciclocross ad inizio 2023 (guarda caso davanti a WVA...) e con la gara di MTB prevista sabato. “Questa vittoria significa tutto per me – le parole di Van der Poel riportate da “Spazio Ciclismo”, a racchiudere quanto fosse importante per Mathieu questa corsa – Era uno dei grandi obiettivi che mi erano rimasti, penso che in qualche modo segni il completamento della mia carriera. Non riesco ad immaginare cosa significa correre in maglia iridata per un anno.

L'attacco al penultimo giro? Mi sentivo ancora bene, mentre sapevo gli altri erano un po' al limite. Non mi aspettavo di guadagnare terreno da subito, ma vedere che nessuno si trovava a ruota mi ha messo le ali. Volavo fino ad ogni curva, almeno sino alla caduta e lì per un attimo ho temuto di perdere tutto. Non è stata una caduta stupida perché non stavo correndo grandi rischi, ma ero molto arrabbiato con me stesso, anche se non so come sia successo e all'improvviso mi sono ritrovato a terra. In alcuni tratti era comunque molto scivoloso, era davvero difficile. Penso che la caduta in qualche modo abbia reso la corsa più epica, anche se chiaramente avrei preferito restare in piedi.

Rivincita dell'Australia nel 2022? Sì, in qualche modo questa vittoria lo è dopo quanto successo lo scorso anno, l'ultimo chilometro di questo Mondiale è stata una sensazione straordinaria”.

Un campionato del mondo, il secondo in ammiraglia per il ct azzurro Daniele Bennati, che l'Italia ha interpretato con coraggio, e questo ci poteva anche stare considerando che si partiva tutt'altro che da favoriti, ma anche con qualità visto che Trentin e Bettiol, i leader designati, erano nel vivo della battaglia col gruppo dei big ormai già selezionatissimo.

La caduta del vice iridato 2019 è stato un episodio importante che probabilmente ha condizionato la stessa scelta di Bettiol di attaccare ad oltre 55 km dall'arrivo, con il fiorentino alla fine decimo, certamente un risultato meno buono rispetto a quanto dimostrato dal trionfatore del Fiandre 2019, saltato da Van der Poel proprio nel momento dell'attacco decisivo. Bettiol era quasi con le lacrime agli occhi nella prima intervista del post, al microfono di Ettore Giovannelli in casa Rai Sport. “Sì, sono commosso perchè avevo un sogno, io e i miei compagni.

Eravamo davvero convinti di poter provare a vincere, non ci interessava il piazzamento e ho sofferto così tanto per tentare il colpo. Mi sono dato una chance partendo in quel modo, una cosa un po' folle ma io ci ho creduto davvero e non finirò mai di ringraziare la nazionale per l'intera settimana vissuta assieme. E' stato come tornare ragazzo al primo anno da pro in Liquigas, visto che buona parte dello staff azzurro è qui. Un privilegio aver indossato nuovamente questa maglia, ho provato a sorprendere i favoriti e sono contento di quanto fatto, senza rimpianti”.

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